LUI NON AVEVA L’AVVOCATO – LA STORIA VERA DI MARIO ROSSETTI, L’EX MANAGER DI FASTWEB CHE SI È FATTO UN ANNO DI RECLUSIONE ED ERA INNOCENTE – HA SCRITTO TUTTO IN UN LIBRO “PERCHÈ PUÒ SUCCEDERE A CHIUNQUE”

Da “Io non avevo l’avvocato”, di Mario Rossetti con Sergio Luciano (Mondadori)

 

“Chiedo da subito di poter lavorare per occupare il tempo che, vuoto, pesa il doppio, ma non avrò mai la possibilità, in quasi quattro mesi di carcere, di svolgere un’attività. Il lavoro in prigione è un bene rarissimo perché permette di guadagnare qualche soldo e di mantenersi. Per questo, fare lo «scopino» o lo «spesino», lavorare nelle cucine sono attività per cui si lotta, anche perché ottenerle dipende solo dalla simpatia o meno di qualche ispettore della polizia penitenziaria.

 

Nel mio caso non è possibile perché i miei sono ancora arresti cautelari e nessuno se l’è sentita nemmeno di autorizzarmi a lavorare in biblioteca per timore di contatti con gli altri coinquisiti.

MARIO ROSSETTIMARIO ROSSETTI

 

Intanto cerco di conoscere i miei concellini. Per la maggior parte sono spacciatori e ladri, età dai venticinque ai trentacinque anni. Ma molti sono padri di famiglia, pesci piccolissimi che spacciavano o rubavano non sapendo come tirare avanti in altro modo. Nei primi giorni chiacchiero in cella più che nell’ora d’aria. Il carcere inizia a diventarmi familiare, è una collezione incredibile di assurdità. Per esempio, l’aria a San Vittore: la mattina, un cortile che è un buco; il pomeriggio, tutti nel cortile grande che è anche il campo da calcio, per cui chi non gioca non può quasi camminare perché non rimane spazio. Si gira in tondo come animali in gabbia, ma per darmi un ordine mentale non mi perdo una sola ora d’aria, cammino in tondo anch’io e velocemente, per non perdere il passo e tenere la mente fuori dal carcere.

 

E camminando realizzo che, per sopravvivere a una situazione tanto assurda, non devo lasciarmi prendere dal rancore, dalla rabbia e dal desiderio di vendetta, ma devo restare lucido e considerarla un incidente che verrà chiarito. Un problema da risolvere come i tanti che si affrontano ogni giorno in azienda ma che alla fine vengono sistemati.

 

LIBRO MARIO ROSSETTILIBRO MARIO ROSSETTI

Durante l’aria si cammina a piccoli gruppi, e io cerco la gente che mi può essere affine. Faccio conoscenza con un commercialista milanese in carcere per un fallimento, molto depresso, che deprime ulteriormente anche me: gli hanno appena negato una scarcerazione che avrebbe dovuto essere imminente, almeno stando al suo avvocato.

 

Quando entri in carcere con una condanna da scontare sai quant’è alta la montagna che devi scalare, ti organizzi mentalmente, puoi costruire un viaggio interiore e fronteggiare l’abisso. Quando non capisci perché sei dentro né per quanto ci resterai, c’è da impazzire. Lo stato di angoscia è esponenziale, in funzione di variabili che non conosci e non controlli: pensi che se il pm o il gip hanno litigato con la moglie proprio il mattino in cui devono decidere su di te, tu starai dentro quindici giorni in più; ma che se invece la figlia ha preso la lode all’esame di laurea, firmeranno subito.

 

logo Fastweblogo Fastweb

Mi impegno a sopravvivere, cerco di entrare nella logica carceraria al meglio, sfruttandone tutti i canali: l’infermeria, l’assistente sociale, lo psicologo. Nel frattempo, succede qualcosa. Saprò in seguito che mia moglie, la prima domenica dopo il mio arresto, ospite a pranzo degli amici Maria Antonietta e Yoram, aveva ripetuto quello che le avevano detto gli avvocati, e cioè che, considerato l’isolamento giudiziario, l’unico sistema per avere mie notizie sarebbe stato tramite una visita ispettiva di un deputato o di un consigliere regionale.

 

Il padrone di casa non aveva replicato, né promesso niente, ma aveva alzato il telefono e contattato un suo amico deputato, Ricardo Franco Levi. Levi viene a San Vittore e, nonostante cerchino di scoraggiarlo, riesce a farsi portare nel sesto raggio, quello che, di solito non viene fatto visitare, date le condizioni fatiscenti.

 

San VittoreSan Vittore

Il deputato insiste per venire nella mia cella anziché incontrarmi nel parlatorio, allora mi portano in corridoio, mi mettono in un angolo con due sedie e mi fanno parlare con lui alla presenza di un ispettore. La conversazione è banale: come sta, le manca niente, come si sta organizzando per tirare avanti, però a me fa un piacere infinito incontrare una persona del mondo esterno, un segno che fuori di lì il mondo esiste ancora e si ricorda di me.

 

Parlo a Ricardo Franco Levi della mia claustrofobia e lui, uscendo, a sua volta ne parla con gli ispettori della polizia penitenziaria. È come un «apriti Sesamo». Dopo qualche ora mi convoca la comandante degli agenti penitenziari e mi dice che purtroppo le procedure del carcere nel mio caso non hanno funzionato, perché io sono arrivato ultimo del gruppo dei miei coimputati e quindi non si sono messe in atto le cautele consuete per attenuare il contraccolpo psicologico di chi entra la prima volta in carcere, e mi comunica che sarò trasferito in infermeria in osservazione.

rebibbiarebibbia

 

Torno in cella a preparare le mie cose, saluto i miei primi otto concellini, faccio anche un breve discorso di ringraziamento per il modo con cui mi hanno trattato. Sono loro stessi a dirmi che l’infermeria è la parte meno peggiore del carcere. Si affidano a queste celle i casi più delicati, quelli da seguire con più attenzione, sia per il tipo di accusa sia per le situazioni personali.

 

Quando arrivo in infermeria, la prima cosa che noto è un vecchietto sorvegliato a vista da una guardia seduta di fronte a lui nel corridoio. Mi spiegano che ha ammazzato la figlia e che temono possa suicidarsi. Nella nuova cella trovo Saro, un detenuto con quasi trent’anni di galera alle spalle, uno tosto, un boss vero. Le guardie lo hanno preavvertito del mio arrivo e gli hanno detto di «farmi da tutor»: lui, divertito, mi chiede cosa voglia dire.

 

rebibbiarebibbia

Trovo anche un provveditore alle opere pubbliche in lacrime come un bambino, non solo per essere stato arrestato ma anche perché le cronache dei giornali hanno riportato le intercettazioni telefoniche relative ai suoi tradimenti nei confronti della moglie. La tragedia che diventa commedia nella banalità di una scappatella che finisce in prima pagina sul «Corriere della Sera».

 

Mi è molto utile, il boss: spiega a me e al mio compagno tante cose del carcere e, quando ci vede abbattuti, per distrarci ci racconta la sua vita. E ha ragione: sarebbe da farci un film. Lui bambino rinchiuso in un pozzo dal padre per allenarlo a sopportare l’isolamento in galera; lui e la sua banda assoldati da un noto finanziere per fare irruzione a casa del cognato alla ricerca di documenti in un’epopea familiare di cui tutti abbiamo letto sui giornali, il maxisequestro di droga ai mercati generali di Milano, la sua banda che controlla ancora oggi una parte di corso Buenos Aires e che lui teleguida anche da lì, dal carcere. Ovviamente siamo i primi a essere serviti per colazione, pranzo e cena perché i portantini sono uomini della sua banda”. 

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO