bonaccini nardella schlein

ARMAGEDDON PD - NARDELLA (PER ORA) NON SI CANDIDA. IL SINDACO DI FIRENZE, IN ROTTA CON RENZI, VIENE CORTEGGIATO DA BONACCINI E DAL SINDACO DI PESARO RICCI MENTRE LA SCHLEIN DOVREBBE INCASSARE L'APPOGGIO DI FRANCESCHINI E DI UN PEZZO DEI LETTIANI – ESPLODE LA SINISTRA PD: ORLANDO MOLLATO DA PROVENZANO, CHE TRATTA PER SÉ, E DA BRANDO BENIFEI, CAPODELEGAZIONE UE, CHE HA LANCIATO UN SUO PROGETTO AUTONOMO…

Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”

 

BONACCINI NARDELLA

Non si candida, ma è corteggiatissimo, il sindaco Dario Nardella. Controlla gli iscritti dem della sua Firenze, granaio di consensi della ditta Pci/Ds/Pd. Voti che peseranno al congresso di febbraio, soprattutto nella fase iniziale: quella dove si esprimono solo i militanti muniti di tessera, chiamati a decidere chi andrà al ballottaggio nelle primarie aperte a tutti.

 

E dunque gli aspiranti segretari lo cercano, Nardella. Lo blandisce Stefano Bonaccini, che ieri gli ha detto: incontriamoci. Lo lusinga Matteo Ricci, il primo cittadino di Pesaro, con i suoi sponsor che sognano un "ticket dei sindaci" che possa scalzare Elly Schlein dal turno finale delle assise democrat. Lui, per ora, sta in mezzo. L'ex renziano, ormai in rotta con Renzi che lo contesta bollando Palazzo Vecchio con sprezzo, «è un multificio », ieri ha lanciato a Roma, al cinema Quattro Fontane, una mini Leopolda. Non per candidarsi, premessa d'obbligo per chi vuole dribblare in questa fase le beghe congressuali, ma per «parlare di idee».

 

dario nardella stefano bonaccini

E difatti il parterre è trasversale: il lettiano Marco Meloni, l'ala sinistra con Peppe Provenzano e Marco Furfaro, i franceschiniani Michela De Biase e Alberto Losacco, il capodelegazione all'Ue, Brando Benifei. Il governatore della Puglia, Michele Emiliano, in video- call . Oltre all'archistar Massimiliano Fuksas, piuttosto scoraggiato: «Questo Pd ormai i consensi li ha persi, troppe correnti che eleggono i parlamentari con le liste bloccate. Come il cavallo di Caligola».

 

Nei corridoi del cinema si proiettano le future cordate. I fan di Ricci, come detto, sognano l'abbinata: il sindaco di Pesaro candidato segretario, quello di Firenze candidato presidente del partito. «Sono amici, ma è difficile », replicano da Palazzo Vecchio. Ricci è attivissimo. Ha dalla sua un blocco di sindaci dem (guarda con simpatia all'operazione anche quello di Roma, Roberto Gualtieri) e spera nell'investitura di Andrea Orlando. Oggi incontrerà Goffredo Bettini, che presenterà il suo nuovo libro proprio a Pesaro. «Basta con le pacche sulle spalle ai sindaci - ha detto ieri Ricci, alla convention nardelliana - questa volta ci pensiamo noi». Nel suo entourage circola anche una data: il 16 dicembre.

 

stefano bonaccini dario nardella

Dovrebbe essere quella buona per ufficializzare la corsa. Sempre che Orlando non cali la carta Enzo Amendola: fosse in campo l'ex ministro delle Politiche Ue, sarebbe costretto a ripiegare. Bonaccini non sta a guardare. Può contare su Base Riformista, la corrente dell'ex ministro Lorenzo Guerini, e su quella di Matteo Orfini, che formalizzerà a breve l'appoggio. Più il robusto partito emiliano e un blocco di sindaci, soprattutto al Nord, vedi Giorgio Gori a Bergamo.

 

A Nardella, il governatore dell'Emilia Romagna riserva parole al miele: «Sono assolutamente interessato ai contenuti usciti a Roma - ha dichiarato ieri - e ho chiesto a Dario di vederci nei prossimi giorni. Vedo una sintonia che può essere utile al Pd, a prescindere dalle candidature». Anche con Schlein ci sono contatti. Perché nella prima fase del congresso, come detto, peseranno gli iscritti. Dunque la cordata Elly, forte soprattutto nel voto d'opinione, dovrà cercare di fare incetta di tessere, per approdare al ballottaggio. L'ex vice-governatrice dell'Emilia dovrebbe incassare, con qualche riluttanza dei fedelissimi, l'appoggio di Dario Franceschini e di un pezzo dei lettiani.

 

stefano bonaccini dario nardella 1

Basterà? Ricci, se arrivasse il sostegno di Orlando e di un sindaco come Nardella, potrebbe forse sperare nel sorpasso, con la volata tirata da un pezzo di apparato. Nardella per ora non si espone. Sogna un Pd che faccia «come il terzo porcellino della favola, quello saggio: non dobbiamo fare una casa di paglia, non una casa di legno tipo Ikea, dobbiamo fare una casa solida, di mattoni ». Altrimenti, ammette, «se questo congresso sarà l'ennesima resa conti per cui chi vince prende tutto, se vinceranno i signori delle tessere, il rischio scissione c'è».

 

ORLANDO LA SINISTRA DEM E I DUBBI SUL SÌ A ELLY SCHLEIN

L.De Cic. per “la Repubblica”

 

Più che furioso, come quello dell'Ariosto, l'Orlando in questione - Andrea, 53 anni, tre volte ministro, capo dell'ala sinistra del Pd - oggi appare turbato.

 

schlein bonaccini

Le sue truppe di iscritti e i luogotenenti fidati, nel marasma del Pd post-sconfitta elettorale, si muovono in ordine sparso. In parte l'hanno già abbandonato. Altri sono pronti a giocarsi la partita congressuale in autonomia. Altri ancora aspettano una mossa, un cenno. Lui per ora si affida a comunicati stampa e dichiarazioni tutti dello stesso tenore. «Da bastian contrario», lamenta qualcuno al Nazareno. Frasi così: «La strada è sbagliata», «la costituente stenta », «rischiamo il cortocircuito» e via contestando. Avrebbe voluto un congresso più lungo (l'opposto di quel che chiedeva Bonaccini).

 

ELLY SCHLEIN

Spiegando che al Pd serve una fase rifondativa vera e non un congresso ordinario, perché «il partito non sta vivendo una crisi di leadership, ma una crisi di identità». I nemici interni la raccontano all'opposto: vuole prendere tempo per evitare che la corsa per la segreteria sia un derby Bonaccini- Schlein. Che vedrebbe lui e la sua area tagliati fuori.

 

E dire che al congresso del 2019, quello che incoronò Nicola Zingaretti segretario, la corrente Orlando spadroneggiava: fornì al governatore del Lazio un contributo determinante per la vittoria alle primarie. E strappò centinaia di delegati all'assemblea nazionale del partito. Da maggioranza della maggioranza, ora la sinistra rischia di ritrovarsi marginale. E soprattutto slabbrata.

 

ELLY SCHLEIN

Solo la vecchia guardia è rimasta attorno all'ex ministro: parlamentari di lungo corso, da Anna Rossomando ad Andrea Martella. I giovani no. Sono da tempo in fase di sganciamento: Peppe Provenzano, ancora oggi vice-segretario Pd in quota Orlando, tratta per sé. Brando Benifei, europarlamentare da 50mila preferenze e capodelegazione Ue, ha lanciato un suo progetto autonomo, "Coraggio Pd", deciso a giocarsi le sue carte: candidandosi a segretario, per capitalizzare il consenso e strutturare una corrente nuova di zecca, oppure appoggiando uno dei due contendenti con più chance, Bonaccini o Schlein. Entrambi l'hanno cercato.

 

Schlein in teoria avrebbe ricette in linea con la sinistra Pd, ma Orlando è convinto che non serva un papa straniero per guarire i mali del Nazareno. Dunque difficilmente la sosterrà. Nessun jolly alternativo - Amendola o Ricci - sembra in grado di ricompattare le truppe degli orlandiani. Che rischiano di ritrovarsi minoranza della minoranza, nel giro di un congresso.

 

 

bettini orlando

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…