benetton

TUTTO È MALE QUEL CHE FINISCE BENETTON – AUTOSTRADE SENZA VERGOGNA: IL CDA SI RIUNISCE MA NON SI DIMETTE NESSUNO: “ABBIAMO RISPETTATO GLI OBBLIGHI CONCESSORI” – IL M5S: “INDECENTE. NEL CONTRATTO NON C’ERANO 43 MORTI” - LA BORDATA DELL’EX MINISTRO LUNARDI A D’ALEMA: “FU LUI A SOTTOSCRIVERE LA CONVENZIONE”

Francesco Bonazzi per “la Verità”

 

fratelli benetton

Si aspettavano le dimissioni del consiglio d' amministrazione, al governo, e adesso ad Autostrade per l' Italia non gliene fanno più passare una. Ieri il cda del gruppo controllato dalla famiglia Benetton si è riunito a Roma per fare il punto dopo la tragedia di Genova e ha ribadito la convinzione di non aver nulla da rimproverarsi, arrivando a parlare di «puntuale adempimento degli obblighi concessori». Immediata e durissima la replica del ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli: «Siamo all' indecenza».

 

GIOVANNI CASTELLUCCI

Mentre il vicepremier Luigi Di Maio ha consigliato ad Autostrade «di tacere». Non tace invece un grande esperto come l' ex ministro Pietro Lunardi, ingegnere che ha una società di progettazione di gallerie e lavora da sempre anche con Autostrade: «Il governo che firmò la concessione poco prima delle nuove elezioni fu quello di Massimo D' Alema».

 

Era il 1999 e fu un regalo con la «r» maiuscola agli amici di Ponzano Veneto.

Nonostante il dialogo tra sordi con il governo gialloblù, ulteriormente irritato per i tentativi di scavalcamento con Giovanni Toti sulla ricostruzione del ponte, Autostrade non ha cambiato il suo management.

 

DANILO TONINELLI

Una scelta sulla quale pesa anche l' attesa per le mosse della magistratura genovese: la lista degli indagati per la strage colposa che tutti attendono dirà se il procuratore capo Francesco Cozzi guarda più ad Autostrade o al ministero delle Infrastrutture. E così, ieri, il consiglio d' amministrazione si è riunito con sulle spalle un titolo Atlantia (la holding che controlla Autostrade) che dal 13 agosto ha bruciato 5,7 miliardi di capitalizzazione (su 20,5).

 

FABIO CERCHIAI E GIOVANNI CASTELLUCCI

Sotto la guida del presidente Fabio Cerchiai e dell' amministratore delegato Giovanni Castellucci, come si legge nella nota emessa al termine, si è fatto il punto su una serie di iniziative, come «gli aiuti alle famiglie colpite che hanno interessato più di 200 nuclei familiari, le iniziative di ripristino della viabilità cittadina, le ulteriori iniziative di agevolazione del pedaggio e l' avanzamento del progetto di demolizione e ricostruzione del ponte».

 

il ponte di genova e le case sottostanti

Fin qui tutto bene, solo che nel prosieguo del comunicato spunta una specie di autoassoluzione preventiva. Ecco il punto che ha scatenato la polemica: «Il consiglio di amministrazione ha preso atto degli elementi di confutazione alla lettera del ministero delle Infrastrutture datata 16 agosto 2018 predisposti dalle strutture tecniche della società ed ha confermato il proprio convincimento in merito al puntuale adempimento degli obblighi concessori da parte della società».

 

D'ALEMA BENETTON

Ovviamente, la difesa puntuale di Autostrade sarà poi inviata al dicastero guidato da Toninelli nei termini previsti dalla lettera di contestazioni. Il ministro non l' ha davvero presa bene e ha risposto immediatamente via Twitter, anche lui a Borsa aperta: «È incredibile sentir parlare Autostrade di "puntuale adempimento degli obblighi" dopo una tragedia con 43 morti, 9 feriti, centinaia di sfollati e imprese in ginocchio. Siamo all' indecenza.

 

Rimetteremo le cose a posto e ridaremo sicurezza e servizi ai cittadini che viaggiano».

Di Maio ha invece dispensato un consiglio spassionato: tacere. «Autostrade dice di aver fatto "un puntuale adempimento degli obblighi concessori" previsti dalla convenzione con lo Stato», osserva il leader del Movimento 5 stelle. Che poi aggiunge via Facebook: la nota del cda «me la sono riletta tutta attentamente. Far crollare il ponte causando 43 morti non era nel contratto.

pietro lunardi, gian maria gros pietro, silvio berlusconi, gilberto benetton e vito gamberale

 

Dai Benetton ci aspettiamo solo le scuse e i soldi per la ricostruzione del ponte, che non faranno loro. Per il resto consiglio ad Autostrade di tacere... Gli italiani non ne possono più delle loro dichiarazioni fuori luogo».

 

Pungente anche Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio: «Quello che è successo è talmente eclatante che non capisco come non possa essere ritenuta responsabile anche Autostrade, oltre a chi doveva vigilare».

 

pietro lunardi (2)

E mentre ogni giorno di più si delinea il quadro di amicizie tra la privatizzata Autostrade e il centrosinistra, compensato dalla quasi simmetrica preferenza del concorrente Gavio per il centrodestra, l' ex ministro forzista Lunardi mette sotto i riflettori Massimo D' Alema. E questo nonostante il «Leader Maximo» non sia mai andato d' accordo con Romano Prodi, invece amatissimo a Ponzano Veneto.

 

Lunardi, che con la sua Rocksoil è un grande esperto di gallerie e autostradale, ha raccontato a Tiscali News che quando è stato ministro (2001-2006) non ha mai neppure sfiorato la concessione ai Benetton. E sulla concessione d' oro del 1999 ad Autostrade, spiega che «di certo il governo in carica che la firmò poco prima delle nuove elezioni fu il governo D' Alema».

il crollo del ponte morandi a genova il crollo del ponte morandi a genova genova ponte morandiil crollo del ponte di genova i lavori di soccorsi il crollo del ponte morandi a genovagenova ponte morandi il ponte di genova e le case sottostanti il crollo del ponte morandi a genova il crollo del ponte morandi a genova

Ultimi Dagoreport

FLASH! – SE URBANO CAIRO NON CONFERMA MENTANA ALLA DIREZIONE DEL TGLA7 ENTRO IL PROSSIMO 30 GIUGNO, CHICCO ALZA I TACCHI E SE NE VA – IL CONTRATTO SCADE A FINE 2026 MA A LUGLIO C’E’ LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI – PARE CHE QUESTA VOLTA NON CI SIA DI MEZZO IL DIO QUATTRINO, BENSI’ QUESTIONI DI LINEA POLITICA (GIA' NEL 2004 MENTANA FU PRATICAMENTE “CACCIATO” DAL TG5 DOPO UN VIOLENTISSIMO SCAZZO CON SILVIO BERLUSCONI E I SUOI “DESIDERATA”, E FU SOSTITUITO DAL SUO VICE MIMUN…)

meloni macron merz starmer trump iran usa attacco bombardamento

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI STA SCOPRENDO CHE VUOL DIRE ESSERE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI UN PAESE CHE NON HA MAI CONTATO UN TUBO: PRIMA DI PROCEDERE AL BOMBARDAMENTO DEI SITI IRANIANI, TRUMP HA CHIAMATO IL PREMIER BRITANNICO, KEIR STARMER, E POI, AD ATTACCO IN CORSO, HA TELEFONATO AL TEDESCO MERZ. MACRON È ATTIVISSIMO COME MEDIATORE CON I PAESI ARABI: FRANCIA, REGNO UNITO E GERMANIA FANNO ASSE NEL GRUPPO "E3", CHE TIENE IL PALLINO DEI NEGOZIATI CON L'IRAN  – L’AFFONDO DI RENZI: “LA POLITICA ESTERA ITALIANA NON ESISTE, MELONI E TAJANI NON TOCCANO PALLA”. HA RAGIONE, MA VA FATTA UN’INTEGRAZIONE: L’ITALIA È IRRILEVANTE SULLO SCACCHIERE GLOBALE, INDIPENDENTEMENTE DA CHI GOVERNA...

donald trump mondo terra brucia guerra iran nucleare

DAGOREPORT – BENVENUTI AL CAOS MONDIALE! AL DI LA' DEL DELIRIO DI PAROLE, ANNUNCI E BOMBARDAMENTI DI TRUMP, C’È LA DURISSIMA REALTÀ DEI FATTI. L’ATTACCO ALL’IRAN AVRÀ CONSEGUENZE POTENZIALMENTE DEVASTANTI IN OGNI ANGOLO DEL MONDO – UN'EVENTUALE CHIUSURA DELLO STRETTO DI HORMUZ FAREBBE SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, CON CONTRACCOLPI ENORMI SULLA CINA (PRIMO CLIENTE DEL GREGGIO IRANIANO) E DANNI PESANTI SULL'EUROPA – I TRE POSSIBILI SUCCESSORI DI KHAMENEI SONO TUTTI PASDARAN: SE MUORE LA GUIDA SUPREMA, IL REGIME DIVENTERÀ ANCORA PIÙ OLTRANZISTA – UN'ALTRA FACCIA DEL BUM-BUM TRUMPIANO E' LA FRATTURA NEL PARTITO REPUBBLICANO USA: L'ALA “MAGA” CAPITANATA DA JD VANCE SI SENTE TRADITA DAL TRUMP BOMBAROLO (L’HA VOTATO PERCHÉ SI OCCUPASSE DI FAR TORNARE "L'ETA' DELL'ORO" IN AMERICA, NON PER BUTTARE MILIARDI DI DOLLARI PER ARMI E INTELLIGENCE IN UCRAINA E ISRAELE)

giorgia meloni francesco acquaroli antonio tajani matteo salvini donald trump

DAGOREPORT: A CHE PUNTO È L'ARMATA BRANCA-MELONI? TORNATA SCORNATA DAL G7 MENO UNO (TRUMP SE NE FOTTE DI LEI E DELL'EUROPA), I PROBLEMI REALI BUSSANO ALLA PORTA DI PALAZZO CHIGI. A PARTIRE DALL'ECONOMIA: LA GUERRA IN MEDIORIENTE POTREBBE FAR SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, E CONSEGUENTE AUMENTO DI OGNI PRODOTTO - AGGIUNGERE LA LOTTA CONTINUA CON SALVINI, LA PIEGA AMARA DEI SONDAGGI NEI CONFRONTI DEL GOVERNO E LA POSSIBILE SCONFITTA NELLE MARCHE DEL SUO FEDELISSIMO ACQUAROLI: IL PD CON MATTEO RICCI E' IN VANTAGGIO DI 5 PUNTI E LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA DI ANTICIPARE IL VOTO NELLE MARCHE A SETTEMBRE – SULLE ALTRE QUATTRO REGIONI, LA FIAMMA E' INDECISA SUL TERZO MANDATO CHE FAREBBE FELICE ZAIA IN VENETO, DESTABILIZZANDO IL PD IN CAMPANIA. MA IERI, PRESSATO DA VANNACCI, SALVINI HA PRESO A PRETESTO IL "NO" DI TAJANI, PER SFANCULARE VELOCEMENTE (E SENZA VASELINA) I SUOI GOVERNATORI, ZAIA E FEDRIGA - IL ''NO'' DI TAJANI ERA TRATTABILE: L'OBIETTIVO E' LA FUTURA PRESIDENZA DELLA REGIONE LOMBARDIA (IL CANDIDATO ''COPERTO'' DI FORZA ITALIA È..)

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...