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PARISI, VALE UN PARTITO - CON BERLUSCONI KO, A DESTRA CERCANO DI EVITARE IL BARATRO CON UNA CLAMOROSA CONTROMOSSA: RIUNIFICARE FORZA ITALIA, ALFANO, VERDINI E FITTO SOTTO UN NUOVO SIMBOLO, CON STEFANO PARISI LEADER

STEFANO PARISISTEFANO PARISI

Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

Sotto shock. Con Silvio Berlusconi costretto in un letto d'ospedale, gli azzurri si ritrovano improvvisamente senza una guida. Con il rischio di una logorante guerra di successione interna. A un passo, insomma, dalla dissoluzione.

francesca pascale mara carfagnafrancesca pascale mara carfagna

 

Per sfuggire al baratro, prende corpo in queste ore una clamorosa contromossa: riunificare Forza Italia e Verdini, Fitto e un pezzo del Nuovo centrodestra. Un nuovo simbolo, un nuovo partito e un nuovo leader. Magari proprio Stefano Parisi, in piena corsa per la poltrona di sindaco di Milano. Di certo non l' ex premier, se è vero lo sfogo di Marina Berlusconi: «Papà non deve più salire su un palco!».

 

ALFANO - FITTO - VERDINIALFANO - FITTO - VERDINI

Chi cerca di raggiungere l' ultima spiaggia ha già in mente una data: settembre.

L'idea, frutto di un vorticoso giro di consultazioni, è di organizzare subito dopo l' estate una convention unitaria per far tornare sotto lo stesso tetto le schegge impazzite del berlusconismo. Quali? I Conservatori di Raffaele Fitto, che tifa da tempo per l'unità di un centrodestra antirenziano. I verdiniani di Ala, in crisi nel rapporto con il premier.

 

E il Nuovo centrodestra. Tra i principali sponsor dell' operazione c'è Maurizio Lupi - che a Milano è alleato del centrodestra mentre Angelino Alfano frena, timoroso che un tale scossone al sistema possa provocare una crisi di governo. Chi finirebbe ridimensionato è invece il cerchio magico di Maria Rosaria Rossi, Francesca Pascale e Deborah Bergamini.

galliani e confalonieri galliani e confalonieri

Gran parte del partito le considera semplicemente avversarie e tifa per un loro ridimensionamento.

 

Questi, però, sono ancora i giorni dell'emergenza. E c' è spazio soprattutto per l' affetto verso il leader. «Per noi adesso è durissima, bisogna mantenere la calma e stare vicini al Presidente», confida Renata Polverini. E Altero Matteoli: «È una sfida difficile». Il dossier più complicato della storia del berlusconismo è affidato a due "garanti": Gianni Letta e Niccolò Ghedini. Sono stati loro, ieri, ad incoraggiare l'ex premier al San Raffaele.

gianni lettagianni letta

Ed è stato proprio l' avvocato a telefonare ai big del partito per avvertirli che presto (al massimo subito dopo i ballottaggi) nascerà un direttorio.

 

Un tavolo, così l'ha definito, da convocare a Palazzo Grazioli e riunire per gestire l'ordinaria amministrazione. Molti, com' è ovvio, aspirano a un posto in questo board. Ci saranno quasi certamente Giovanni Toti e Maria Stella Gelmini, Mara Carfagna e gli ex aennini Gasparri e Matteoli, oltre ai due capigruppo Renato Brunetta e Paolo Romani. Tra loro, naturalmente, c'è chi aspira a guidare da "reggente" Forza Italia nel nuovo partito di centrodestra. Toti, innanzitutto, forte di un rapporto solido con la Lega di Matteo Salvini. Ma anche Carfagna, sempre in testa ai sondaggi di gradimento nell'elettorato azzurro, e Gelmini, lanciata ieri da Laura Ravetto.

 

gelmini totigelmini toti

Tanto, tantissimo dipenderà dalle scelte di Berlusconi. Ma parecchio si intuisce dai ragionamenti della figlia Marina, riferiti da chi era al San Raffaele: «D'ora in poi papà dovrà dedicarsi solo alla sua salute - ha avvertito la primogenita - E nessuno si azzardi a chiedergli di fare ancora politica, capito?». Sulla stessa linea Fedele Confalonieri, l'amico di una vita, anche lui infastidito dalla tabella di marcia consigliata dai fedelissimi all' ex premier ottantenne nelle ultime settimane di campagna elettorale.

 

Per adesso, comunque, il Cavaliere preferisce affidare le chiavi del suo impero aziendale alla primogenita Marina e all'amico Confalonieri. Le vicende personali e professionali saranno mediate da Ghedini, mentre i rapporti istituzionali spetteranno all'"ambasciatore" Letta. La politica appare invece sempre più lontana.

 

GHEDINI GHEDINI

Non a caso pochi, pochissimi dei dirigenti azzurri hanno potuto fare visita al leader. Ci ha provato ieri Verdini, fermato sulla soglia della stanza d'ospedale. «Riceve solo i familiari». Pragmaticamene, il ras toscano ha salutato l'ex alleato al telefono. Dal parcheggio del San Raffaele.

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