SILVIO DJ ANTITASSE PER FREGARE SANREMO - BERLUSCONI PIANIFICA L’INVASIONE DELLE RADIO NELLA SETTIMANA DEL FESTIVAL - I MESSAGGI DA FAR PASSARE, SACRI PER GLI ITALIANI: IMPIGNORABILITA’ DELLA PRIMA CASA E AZZERAMENTO DEGLI INTERESSI DI EQUITALIA - LA “LETTERINA” VERRA’ SPEDITA SOLO AGLI ELETTORI DELUSI DELLE REGIONI IN BILICO - SI CALCOLANO 7 MILIONI DI EX PIDIELLINI INCERTI - SE IL PATONZA NE CONVINCE LA META’ STRAVINCE DI NUOVO…

Ugo Magri per "la Stampa"

Il Cavaliere vuole riportare all'ovile le sue pecorelle smarrite. Nei 12 giorni residui di campagna, tenterà di restituire la fede ai tanti berlusconiani che l'hanno persa. Il conto è presto fatto: tra i voti che il Pdl prese nel 2008, e quelli che gliene attribuiscono oggi i sondaggi, mancano all'appello 7 milioni di potenziali sostenitori. Per rivincere a mani basse, ragionano dalle parti di Arcore, basterebbe convincerne la metà... Aspettiamoci dunque un «rush finale» interamente focalizzato su quella fascia di delusi. Ogni mossa di Berlusconi sarà rivolta con chirurgica precisione a chi già l'ha votato in passato.

Per fare un esempio: l'annunciata lettera di Silvio agli elettori non ingorgherà le cassette postali dal nord al sud dello Stivale, come era accaduto ai tempi d'oro in cui l'uomo poteva permettersi cifre astronomiche per il dépliant di 128 pagine «Una storia italiana». No, stavolta il piatto piange.

Dunque la missiva verrà spedita a 5-6 milioni di elettori, selezionati sulla base di certi elenchi messi insieme da Palmieri e da Verdini, gli «ingegneri» della campagna berlusconiana. Una propaganda molto mirata e tutta concentrata sulle regioni in bilico, o perlomeno quelle dove agli strateghi del centrodestra una vittoria appare plausibile: Lombardia e Sicilia, più Puglia e Friuli, più Calabria e Campania (Berlusconi insiste per aggiungere pure il Lazio, sebbene tra i suoi non ci creda nessuno).

Stesso discorso per le «propostechoc». Ce ne sono in serbo un altro paio, assicura chi (incominciando da Capezzone) è stato tra gli artefici delle precedenti uscite sull'Imu e sui milioni di posti di lavoro. Berlusconi estrarrà i nuovi conigli al momento opportuno, per cui fino all'ultimo le novità resteranno «top secret», salvo qualche spiffero ai giornali che dalle sue parti non manca mai. Ieri sera, ad esempio, in tv ha annunciato che nel nuovo contratto con gli italiani inserirà l'impignorabilità della prima casa, confermando poi che le sanzioni di Equitalia saranno ridotte e gli interessi cancellati.

Purtuttavia lo sforzo più intenso, spiega chi è in sala comandi, consisterà nel meglio precisare certe suggestioni apparse poco credibili agli elettori in dubbio. I quali vorrebbero «abboccare», allettati dall'esca, ma non si fidano più della Vecchia Lenza Berlusconi. Il quale deve aggiungere dettagli concreti, se vuole apparire plausibile. E inoltre sottoporsi al vaglio di interlocutori aggressivi, niente affatto qualificabili come amici suoi, correndo i rischi del caso.

Non è un caso che sia andato nelle tane di Santoro, di Floris, dell'Annunziata. Perfino un avversario come il sindacalista Landini, dopo avere incrociato la spada con Berlusconi, prende atto: «Spara balle, ma perlomeno ci mette la faccia...». Bonaiuti, che dell'offensiva mediatica è il regista, riporterà il Capo dalla Gruber e ovunque gli si aprirà un varco nella «par condicio».

È ancora consentita un'irruzione da Vespa, un'altra a «Quinta colonna» su Mediaset, e poi tanta, tantissima radio incominciando oggi con «Un giorno da pecora», programma adorato da Cossiga che ne era un habitué. Chi vorrà evitarlo, passerà il tempo a cambiare canale perché lo sentiremo su Rtl, Radio Montecarlo, Radio Anch'io e dovunque verrà invitato.

Nulla è casuale, nelle scelte mediatiche del Cavaliere; pure questo repentino amore per la modulazione di frequenza ha il suo bel perché. Siamo nella settimana di Sanremo, e tutti i programmi televisivi della sera verranno «oscurati» dal festival canoro. Inutile frequentarli. La contromossa berlusconiana consiste nel fare slalom con le canzonette, magari infilandosi tra quelle che verranno riascoltate l'indomani mattina in auto dal popolo dei pendolari.

E i comizi? Inutile chiedere al suo staff un programma delle prossime uscite. Risponderanno che lui non le ha ancora pianificate. In parte è proprio così: Berlusconi si tiene un certo margine di manovra per piombare nelle ultime ore della campagna là dove una presenza può far pendere il piatto della bilancia.

L'orientamento, comunque, è di tenere un discorso in teatro dopodomani a Bari, di volare nel fine settimana con Alfano in Sicilia, di fare una manifestazione lunedì 18 a Milano con gran finale venerdì 22 a Napoli: grande bagno di folla prima di ritornare di corsa col Frecciarossa a Roma per la conferenza stampa conclusiva delle ore 21 su RaiUno (sempre che il treno arrivi in orario...). Alto è il morale tra i colonnelli, specie tra coloro che non giudicavano possibile la rimonta.

Tutti sperano di rosicchiare altri 2-3 punti a Bersani, quanto basta per complicargli la vita all'indomani delle elezioni. Qualcuno, come la Santanché e la Gelmini, non esclude neppure un colpo di coda finale dal momento che Silvio «sa capire la gente. E questa campagna dimostra che ai berlusconiani mancava proprio lui: Berlusconi».

 

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