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A NETANYAHU PRUDONO LE MANI - LA MINACCIA DEL PREMIER ISRAELIANO AI TERRORISTI DI HAMAS: "SE TUTTI GLI OSTAGGI NON SARANNO LIBERATI ENTRO SABATO ALLE 12 LA GUERRA RIPRENDERÀ". NELL’AREA INTORNO A GAZA VENGONO AMMASSATE TRUPPE DELLO STATO EBRAICO - A SPINGERE PER FAR FINIRE IL CESSATE IL FUOCO I FALCHI ALL'INTERNO DEL GOVERNO ISRAELIANO, COME BEZALEL SMOTRICH CHE HA CHIESTO DI "APRIRE LE PORTE DELL’INFERNO" - I PARENTI DEGLI OSTAGGI RAPITI DI HAMAS PRESSANO NETANYAHU: "CREEREMO SERI PROBLEMI ALL’ORDINE PUBBLICO"

Estratto dell’articolo di Francesca Caferri per "La Repubblica"

 

BENJAMIN NETANYAHU E ISRAEL KATZ VISITANO LA STRISCIA DI GAZA

Le lancette della pace e della guerra corrono velocissime in queste ore in Medio Oriente: e mentre la diplomazia si affanna a trovare una soluzione per “il giorno dopo” la fine della guerra, è possibile che la guerra, invece di finire, riprenda. Dopo una convulsa giornata di tira e molla, e in contemporanea con l’annuncio della Giordania sull’esistenza di un piano arabo per ricostruire la Striscia senza allontanarne la popolazione, l’ufficio di Benjamin Netanyahu ha fatto sapere che il primo ministro appoggia la posizione espressa due giorni fa da Donald Trump: se «tutti» gli ostaggi non saranno liberati entro sabato alle 12 la guerra potrà riprendere.

benjamin netanyahu con la mappa della striscia di gaza 1

 

Su quel “tutti” si è giocata per ore la partita nel governo: in un primo momento i comunicati ufficiali parlavano della necessità di liberare gli ostaggi nelle prossime ore per evitare la ripresa dei combattimenti. Non di liberarli tutti: questa posizione era stata espressa solo dal ministro delle Finanze e falco dell’ultradestra Bezalel Smotrich, che aveva detto che se «tutti» gli ostaggi non saranno liberi entro sabato Israele dovrà «aprire le porte dell’Inferno» per Gaza, tagliando acqua ed elettricità all’enclave. Alla fine a prevalere pare sia stata la sua posizione.

 

BENJAMIN NETANYAHU A GAZA

Cosa accadrà ora è da vedere: di certo qui la pressione delle famiglie dei 97 (vivi e morti) ancora a Gaza è fortissima. Ieri le notizie sul decesso di uno di loro - Shlomo Mantsur, 87 anni, portato via dal kibbutz Kissufim - finora dato per vivo, e della prova di esistenza in vita, ma in condizioni terribili, di altri quattro, hanno di nuovo fatto alzare lo scontro con il governo.

 

«Se Netanyahu non andrà avanti con la seconda fase, giuro che creeremo seri problemi all’ordine pubblico», ha detto Zeinav Zangakauer, madre di Matan, 24 anni, rapito a Nir Oz, volto simbolo delle proteste. La donna insieme ad altre dozzine di persone ha bloccato l’autostrada che collega Tel Aviv a Gerusalemme, mentre un altro gruppo di contestatori metteva a soqquadro l’area intorno alla residenza del primo ministro a Gerusalemme.

ARBEL YEHOUD CIRCONDATA DAI MILIZIANI DI HAMAS DURANTE IL SUO RILASCIO

 

Intanto il Paese si sta preparando a una possibile ripresa dei combattimenti: nell’area intorno alla Striscia sono state aumentate le truppe, riservisti compresi, e gli operatori umanitari internazionali sono stati avvisati di nuovi possibili stop agli ingressi di merci e persone. Di tutto questo, Netanyahu discuterà nelle prossime ore con Steven Witkoff, inviato speciale di Trump per il Medio Oriente, in arrivo in Israele dopo la missione a Mosca. [...]

il rilascio degli ostaggi israeliani traali di folla gazala soldatessa israeliana agam berger con il certificato di liberazione in mezzo ai miliziani di hamas 1nuove leve di hamas cresconoMIGLIAIA DI PERSONE CIRCONDANO I VAN DELLA CROCE ROSSA - RILASCIO DI BRITON EMILY DAMARI - ROMI GONEN - DORON STEINBRECHER il rilascio della soldatessa israeliana , ostaggio di hamas

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