bindi renzi berlusconi alfano

PRESIDENTE O BOMBAROLA? – LA BINDI NON CI STA A SALIRE SUL BANCO DEGLI IMPUTATI E DICE: “INDIGNATA SONO IO, DE LUCA LO HANNO CANDIDATO LORO E SAPEVANO CHI ERA” – “SARANNO GLI ITALIANI A GIUDICARE CHI USA LE ISTITUZIONI PER SCOPI POLITICI”

Giovanna Casadio per “La Repubblica

 

«Indignati? Indignata sono io, io... Lo hanno candidato loro De Luca e sapevano chi era..., sta succedendo una roba fuori dal mondo, ma che Pd è diventato questo? ». Rosy Bindi è nel suo ufficio al quinto piano di Palazzo San Macuto, dopo la “bomba” di Vincenzo De Luca “bollato” come impresentabile. La presidente dell’Antimafia, la “pasionaria” dem, l’ex presidente del Pd eletta per acclamazione, l’antirenziana che ha sfidato la “rottamazione”( «Ma è la mia ultima legislatura»), lei, Bindi, è in trincea.

ROSY BINDI E ANNA MARGHERITA MIOTTO CON LE PALLINE DI GOMMAROSY BINDI E ANNA MARGHERITA MIOTTO CON LE PALLINE DI GOMMA

 

Telefonano da Radio Radicale e le chiedono di tenere una diretta perché tra gli ascoltatori è «un trionfo». «No, no grazie», rifiuta. Ed è una nemesi davvero strana: essere attacca dai compagni di partito e difesa dai Radicali che la cattolica Bindi ha sempre avversato. Prova a scherzare, comunque. «Capisco che tra Carbone e l’inferno ci possono essere dei rapporti...». Carbone è Ernesto. È il renziano che la accusa per primo di avere piegato la commissione Antimafia a «vendette interne di corrente partitica». L’inferno di accuse è quello che la travolge.

 

Dicono che si è vendicata di Renzi. Che avere inserito De Luca tra gli impresentabili per un reato del 1998, che sarebbe stato già prescritto se l’ex sindaco di Salerno non avesse rinunciato alla prescrizione, che è stata quindi una sua vendetta politica. Bindi s’inalbera: «Sono indignata io, certo, che qualcuno voglia con queste accuse senza fondamento delegittimare il lavoro di una istituzione. E la mia storia parla da sola. Non conosco l’uso a scopi personali o di parte delle istituzioni. Non mi appartiene e credo che lo sappiano tutti. Giudicheranno gli italiani chi usa le istituzioni per fini politici, ma certamente non sono io».

sergio mattarella e rosy bindisergio mattarella e rosy bindi

 

Però lei ha tolto dal cilindro all’ultimo momento, e all’insaputa di tutti, il “caso” De Luca. Non poteva dirlo prima? Persino il capogruppo dem in commissione Antimafia ricostruisce la cosa così. Pronta la replica: «Tutti sanno e sapevano tutto su De Luca. Da quanti giorni? E la fonte non era certo la commissione. Mi sbaglio o è stato il tema principale di questa campagna? Forse non erano note le posizioni di alcune persone che sono nella lista, ma De Luca è stato candidato con la totale conoscenza e consapevolezza della sua situazione. Cosa cambia da ora?»

 

rosy bindirosy bindi

Cambia in effetti che c’è il bollino dell’Antimafia, che De Luca viene coinvolto in una lista di impresentabili, alcuni con sospetti di 416bis. Ma Bindi insiste: «Dovevo usare due pesi e due misure? Io non intendo replicare e abbassarmi a interloquire ad accuse assurde». Ribadisce che la lista degli impresentabili («Parola che io non uso, qui si tratta di chi non è in regola con il codice») presentata alla vigilia delle elezioni regionali, non ha disturbato la campagna elettorale. Ma non altera così il voto di domenica? Sbotta: «Meglio dell’ultimo giorno, potrei dire. La verità è che tutti hanno fatto campagna liberamente e se la legge mi affida un compito di informare sulle qualità dei cittadini, quando avrei dovuto farlo? Dopo? Complimenti per il ragionamento».

 

luca lotti  rosy bindiluca lotti rosy bindi

Nel Pd di Renzi il clima è diventato tesissimo e lo scontro senza esclusione di colpi. Bindi, che ha marcato il suo dissenso persino non partecipando al voto di fiducia sull’Italicum, è a questo punto più vicina a lasciare il Pd di Renzi? «E perché mai? — risponde — Non si possono confondere partito e istituzioni». L’ultimo invito lo rivolge ai cittadini perché vadano a votare: «Gli elettori sono in grado di decidere, il mio è un invito ad andare a votare. Agli italiani non manca certo l’intelligenza di fare delle scelte». Svicola alla domanda se voterebbe De Luca. La risposta del resto è nel fatto. «Io voterò in Toscana e sono contenta di farlo in una regione in cui non c’è un dato politico di questo genere». Un confronto con De Luca? Non se ne parla.

MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA MATTEO RENZI E VINCENZO DE LUCA

 

 

 

Ultimi Dagoreport

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)