aldo moro laporta

"LE BR NON HANNO RAPITO ALDO MORO IN VIA FANI" - NEL LIBRO "RAFFICHE DI BUGIE" L’INAUDITA TEORIA CHE CAMBIEREBBE LA STORIA DEL SEQUESTRO DELLO STATISTA - SECONDO IL GENERALE PIERO LAPORTA, GIA’ CAPO DI STATO MAGGIORE E AUTORE DEL TESTO, IL PRESIDENTE DC NON SI TROVAVA IN VIA FANI, MA ERA STATO PRELEVATO PRIMA DA AGENTI DEL SERVIZIO SEGRETO MILITARE SOVIETICO: "LA PRESENZA DI UN TRADITORE AD ALTO LIVELLO È CERTA" – E POI I DEPISTAGGI, “LA DISTRAZIONE SU MORUCCI AGENTE SISDE E L’ESPLOSIVO AD ALTO POTENZIALE IN VIA FANI, “CHE ESIGE ADDESTRAMENTO PECULIARE, ESTRANEO ALLE BR”

Estratto dell'articolo di Marco Gregoretti per “Libero quotidiano”

 

PIERO LAPORTA

Una telefonata alle due di notte. “Greg, ti mando in anteprima un libro bomba sul caso Moro.”. A tirarmi giù dal letto Riccardo Sindoca, criminologo, operatore di intelligence della Nato. Raffiche di bugie a Via Fani. Stato e Brigate Rosse sparano su Aldo Moro, scritto dal generale in congedo, Piero Laporta, già capo di Stato maggiore, è di fatto un dossier che racconta la storia di un colpo di Stato.

 

«Caro Sindoca, visto che Laporta ti cita come fonte disvelatrice, portami da lui e fammelo intervistare». E così è stato, venerdì 12 maggio, vicino a Roma. Con l’operatore tv ho registrato due ore che diventeranno un docu-film. Ecco le clamorose anticipazioni in questa intervista esclusiva che Laporta ha rilasciato a Libero.

 

È vero che la mattina del 16 marzo 1978 l’onorevole Aldo Moro non era in via Fani?

«Testimonianze e documenti assicurano che Moro fu “prelevato” prima di via Fani. I Br non ebbero capacità tecnica di sparare senza colpirlo, lo assicura un killer professionista, addestrato dai sovietici e reclutatore di Carlos lo Sciacallo. Bassam Abu Sharif depose davanti alla commissione Fioroni: «Le Br non hanno rapito Aldo Moro... Le Br non avevano la possibilità di uccidere cinque guardie del corpo senza che Aldo Moro venisse ferito».

ALDO MORO

 

Moro stesso avrebbe nascosto nelle lettere le notizie su che cosa fosse successo?

«Io ho fatto l’esame filologico della prima lettera a Francesco Cossiga, del 29 Marzo e di quella alla signora Nora per Pasqua, mai pervenuta. Nel libro dimostro che Aldo Moro comunica che della sorte della scorta (e quindi dell’agguato di via Fani) non sa nulla.

 

Cossiga disse alla prima commissione Moro che le lettere furono esaminate “con metodi artigianali”. Io ho lavorato con metodi artigianali e sono giunto a risultati esplosivi, confermati dalla rigorosa decrittazione di sei anagrammi tratti dalle missive. Da dilettante, dopo 45 anni... Doveva essere fatto nei 55 giorni dallo Stato, con le risorse delle università».

PIERO LAPORTA COVER

 

Dove si trovava, dunque, lo statista Dc?

«Negli anagrammi dice che era “in terra dantesca”, in una casa con “tre tetti nascosti”, nelle mani di “popolo russo”, trasportatovi “in elicottero”».

 

Perché uccisero la scorta?

«Perché testimoni di quanto avvenuto prima di via Fani, per ottenere il triplice distacco: Moro separato dalla scorta, dall’inseparabile Oreste Leonardi e dalle sue cinque borse, una delle quali lo seguiva ovunque».

 

Chi agì in via Fani?

«Il Gru, servizio segreto militare sovietico, avvalendosi del gruppo Carlos, anche per collocare esplosivo ad alto potenziale nella Mini Cooper verde col tetto nero, parcheggiata davanti al bar Olivetti e alle spalle dei Br che sparacchiarono contro l’Alfetta.

 

L’annientamento di Oreste Leonardi e di Domenico Ricci, i due carabinieri di gran lunga più pericolosi dei cinque della scorta, fu operato con totale sorpresa, senza spruzzi di sangue e coi primi tre colpi dell’agguato, da un commando di quattro killer professionisti, con uniformi Alitalia e col berretto con visiera a proteggerli dal riconoscimento satellitare».

 

C’era un “traditore” nelle alte sfere dello Stato?

ALDO MORO VIA FANI

«La presenza di un Giuda ad alto livello è certa. I Br seppero un mese prima che l’agguato sarebbe avvenuto in via Fani. Per andare nel centro di Roma, vi sono tre itinerari: uno è per via Fani, ma ci sono anche via della Camilluccia e via Trionfale. Il Giuda ordinò a Oreste Leonardi di passare per via Fani, facendosi precedere da una Fiat 128 bianca. È provato nel mio libro».

 

È vero che durante la prigionia Moro fu torturato?

prima pagina corriere domenica 19 marzo 1978

«Il verbale di autopsia dedica dieci righe a quattro costole di Aldo Moro, rotte in tempi differenti. Meno di due righe liquidano un “vasto edema cerebrale”. Il verbale fu occultato alle Commissioni parlamentari di inchiesta e ai magistrati. È stupefacente che né la commissione Fioroni, né le precedenti, né l’ultima commissione antimafia, le cui conclusioni sono successive all’uscita del mio libro, mai si siano accorte della tortura che piegò Moro ai disegni dei rapitori, a svelare tutti i suoi segreti. Ebbero un bel dire che non ne custodisse di rilievo. Egli fu l’uomo della Nato e il rifondatore dei servizi segreti, con saldissimi legami oltreatlantico. Che poi a Washington si siano fatti intortare da Mosca è un altro discorso».

 

Ci furono depistaggi?

«Un depistaggio, documenti alla mano, è propalato da due monsignori, i quali gabellarono Moro ucciso da Giustino Devuono (sicario della criminalità ndr) il quale sparava i colpi “a raggiera”, su una linea circolare intorno al cuore. Due giornalisti, Paolo Cucchiarelli, Giovanni Fasanella e il gruppo Pd della Commissione Fioroni avallarono. Nel libro dimostro che i colpi “a raggiera” non esistono. I colpi sono distribuiti su due segmenti convergenti e rettilinei a cercare le fratture alle costole e confondere le acque sulla tortura bestiale patita dallo Statista. Anche il covo di via Montalcini è una delle tante gabole del racconto di magistrati e di sedicenti giornalisti d’inchiesta».

aldo moro

 

(...)

Insomma, secondo lei, il sequestro di Moro fu un colpo di Stato ben riuscito?

«Lo dicono ricercatori come Sergio Flamigni. Stupisce che nessuno di essi s’accorse del depistaggio dei colpi a raggiera o delle torture dimenticate, sebbene testimoniate da L’Unità e da La Stampa. Stupisce la distrazione sul Morucci nel Sisde e che non ci sia chi ricordi l’esplosivo ad alto potenziale in via Fani, che esige addestramento peculiare, estraneo ai Br. Lecito attendere quindi incriminazioni a inchiodare i responsabili del depistaggio, nello Stato e fuori. Finché costoro saranno in libertà non ci si può aspettare un genuino pentimento dei Br, i quali, a loro volta, devono rispondere delle guarentigie procacciatesi con la menzogna».

aldo morohenry kissinger giovanni leone aldo moro22 rapimento di aldo moro 16 marzo 1978 ph barillari corriere 18 marzo 1978 feltri volantino non trovatoaldo moro via caetanialdo moroGIULIO ANDREOTTI ALDO MOROALDO MOROfrancesco cossiga aldo moroaldo moro henry kissinger

Ultimi Dagoreport

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....