maria giovanna maglie salvini buttafuoco

BUTTAFUOCO FATTO A MAGLIE - ''QUANTO SI È DIVERTITO A PARAGONARE NIENTEMENO CHE L'OPPOSIZIONE DI BENEDETTO CROCE A QUELLA DI FABIO FAZIO, O A METTERE ASSIEME VIOLET GIBSON, CHE AL DUCE PROVO' A SPARARE, CON LA CAROLA RACKETE CHE SPERONA LA GUARDIA DI FINANZA? IL LIBRO 'MUSSOLINI E/O SALVINI', SARANNO DELUSe LE PREFICHE DEL FASCIOLEGHISMO, SEGNA LE DIFFERENZE E NON LE SOMIGLIANZE TRA IL DUCE E IL TRUCE. CI SONO FINITA PURE IO, PARAGONATA A LENI RIEFENSTHAL, E CARO PIETRANGELO TI DICO CHE…''

 

 

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

 

La principessa Mirta e l'amatissima Edda, il tormentone Facebook e il cinegiornale, la felpa e la camicia nera, il mojiito e il Sangue Morlacco, il Papeete e le colonie marine, la ruspa e la trebbiatrice, Che Guevara e Bombacci.

salvini e o mussolini buttafuoco

 

E' un gioco talmente innocente e raffinato, ma racconta anche così bene la gran mole di sciocchezze che circondano il racconto dell'Uomo Forte e dei suoi poteri, soprattutto nell'Italia della Resistenza perenne e dell'antifascismo sempre a bandierina dritta, che il nuovo libro di Pietrangelo Buttafuoco il co-protagonista se lo e' messo sulla scrivania, e lo ha lasciato immortalare, subito beccato da Dagospia.

 

Salvini, insomma, manda a dire che non intende offendersi del possibile paragone con il Duce, lui che da qualche intollerante di ritorno è definito il Truce, senza rispetto e senza discernimento, utilizzando canoni novecenteschi frusti pur di non guardare con occhio asciutto, e analizzare il suo straordinario successo popolare.

 

Ecco, a tutti quelli che "non gli siamo contro per quello che fa ma gli siamo contro per quello che è", il libro di Buttafuoco darà molto fastidio perché e' con loro che ce l'ha.

 

Salvini quel libro se l'e' messo sul tavolo anche perché difficile sarebbe offendersi visto che l'altro Lui è per Pietrangelo il Caro Amore, e nell'Olimpo suo sta molto più in alto di chiunque oggi in circolazione sulla terra.

 

E visto che il Truce di oggi a Pietrangelo fa certo una grande simpatia umana e politica, ma nella sua categoria ideale e' saldamente e giudiziosamente collocato a destra, nel popolo, e invece l'originale è carne viva della sinistra, socialista, rivoluzionario, sempre distante, amato rabbiosamente da coloro che lo odiano.

MATTEO SALVINI LEGGE SALVINI E/O MUSSOLINI DI BUTTAFUOCO

 

Nella ricerca di argomenti per rispondere alla dilagante e urticante polemica del giornalone unico su Salvini fascista, anzi sul fascioleghismo di Salvini, che' questa è la versione più recente a ritmo di coronavirus, Buttafuoco si imbatte in Ezra Pound, altro suo mito, in quel delizioso pamphlet dal titolo Jefferson e/o Mussolini, il presidente degli Stati Uniti e il duce della rivoluzione fascista,' l'idea statale', e gli piace il pretesto degli accostamenti tra ieri e oggi. Solo che lo fa per segnare le differenze, non le somiglianze, e qui in molti rimarranno delusi..

 

 Parte così un catalogo, se preferite un dizionario, dalla a di America alla z di Zorro, di confronti impossibili tra ieri ed oggi, che sono a volte generosi, a volte divertenti, qualche volta tremendi.

 

Potrà mai Silvio Berlusconi essere per Salvini quel che fu Vittorio Emanuele III per Mussolini, un Vecchio del quale non riescono a liberarsi?

 

 Quanto si è divertito Buttafuoco a paragonare nientemeno che l'opposizione di Benedetto Croce a quella di Fabio Fazio, o a mettere assieme Violet Gibson, che al Duce provo' a sparare, con la Carola Rackete che sperona la barca della Guardia di Finanza?

 

Alcuni confronti sono studiati con precisione pittorica, vedi quel Leo Longanesi affiancato a Luca Morisi, comunicatore in capo dello straordinario messaggio social di Salvini, la Bestia.

PIETRANGELO BUTTAFUOCO

 

Altri li racconta con emozione, come nel paragone tra il socialismo tricolore e Bettino Craxi, laddove uno sdogana il clima di guerra civile politica permanente dell'Italia del dopoguerra, e la forzatura dell'Arco costituzionale, l'altro intende chiudere definitivamente la ferita dell'esilio di Hammamet. Bettino Craxi e il suo destino affiorano qua e là con impianto dolente nel libro, a torto o a ragione per Buttafuoco è quello lo statista più simile al suo amato Benito, comune una sorte a testa in giù.

 

Ci sono delle forzature dichiarate ma divertite. L’ispiratore rinnegato di Salvini è Umberto Bossi, quello di Mussolini è Jan Hus, eretico bruciato vivo, amato' prima della svolta. Giorgia Meloni incomberebbe minacciosa su Salvini come Italo Balbo su Mussolini.

MEME - CAROLA RACKETE COME LA ISOARDI IN BRACCIO A SALVINI

 

 Mussolini e/o Salvini si può anche decidere di leggerlo in modo comodo, e magari così piacerà di più ai lettori della casa editrice de Il Fatto, che pure meritoriamente pubblicano un irregolare come Buttafuoco

 

Ma quello che Buttafuoco pensa e intende non è fatto per piacere ai militanti del ' tutti contro Salvini", ai soci di quella elite che per celebrare l'esorcismo anti salviniano sono stati pronti ad allearsi col Movimento 5 Stelle, "rendendolo presentabile al cospetto del potere costituito".

 

Della solidita' precaria e traballante del sistema, Buttafuoco pensa che siano solo "un rigo nella pagina della storia", e di Beppe Grillo" all'ombra del quale tutti adesso stanno perché ha guadagnato i gradi della rispettabilità consegnandosi al sistema, scrive che e' ora destinato all'irrilevanza, quando ieri aveva costretto la politica a "trovarsi una maniera più italiana."

 

Lo stile del Palazzo, quello stare indietro almeno trent' anni rispetto alla sensibilità del proprio tempo, ecco, quel rischio mortale per Pietrangelo Buttafuoco, che è un uomo libero e complicato, Matteo Salvini l'ha evitato, ha fatto lo scavalco, si è preso il suo like, ed è un like gigantesco. Se vi pare poco…

maria giovanna maglie matteo salvini

 

 

Ps Tra quadretti di oggi ci sono anche io nel libro, nientemeno che affiancata a Leni Riefensthal, la sfavillante regista tedesca di Olympia, premiata con la Coppa Mussolini al Festival del cinema di Venezia nel 1938. Qualcuno ha già provato a dirmi che dovrei offendermi o perlomeno fingere. Figuriamoci.

 

La Riefensthal è morta a 101 anni, l'anno prima ha girato il suo ultimo documentario. Lo prendo anche come uno straordinario augurio. Non so e non credo che il trionfo della volontà sovranista sia tutto mio, caro Pietrangelo, ma so che la mia volontà non l'hanno fiaccata i o le Ciccio Formaggio del mondo.

Ultimi Dagoreport

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA