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TRUMP GRAN CASINO’ - IL “NEW YORK TIMES” SVELA I TRUCCHI FINANZIARI CHE HANNO CONSENTITO AL TYCOON DI GUADAGNARE NONOSTANTE IL SUO IMPERO COSTRUITO NELLA MAFIOSISSIMA ATLANTIC CITY SIA ANDATO SGRETOLANDOSI

DONALD TRUMPDONALD TRUMP

Francesco Semprini per “la Stampa”

 

Ecco come Donald Trump ha creato parte della sua ricchezza dal fallimentare business dei casinò. È questo l' ultimo atto di accusa nei confronti del candidato repubblicano alla Casa Bianca del «New York Times» che in un lungo approfondimento domenicale racconta l' ennesimo retroscena scandaloso.
 

Secondo la ricostruzione il tycoon fece un sacco di soldi nonostante il suo impero costruito a partire dalla fine degli anni Ottanta ad Atlantic City sia andato sgretolandosi.
Il feudo di Trump nel New Jersey ha iniziato a vedere la luce oltre trenta anni fa con l' acquisto di una serie di strutture alberghiere e la costruzione di nuove, come Trump Plaza Casino and Hotel o il Taj Mahal che con i suoi 42 piani divenne la struttura più alta di tutto il Garden State.

TRUMP CASINO'TRUMP CASINO'

 

Investimenti per miliardi di dollari finanziati con i soldi di investitori, partner, o con l' emissione di titoli di credito (spesso junk, ovvero ad altissimo rischio) da parte delle stesse finanziarie dell' impero Trump.
 

Erano i primi anni Novanta, iniziava l' era Internet e il boom del mercato azionario faceva intravedere un periodo di intensa crescita. L' obiettivo era quello di trasformare Atlantic City nella Las Vegas della East Coast, la mecca del gioco per i newyorchesi. In realtà, secondo il «New York Times», Trump aveva già in mente un back-up plan, ovvero un piano di riserva qualora le cose fossero andate diversamente da come sperava.
In sostanza il piano era quello di spogliare tutte le attività immobiliari, di gioco e di intrattenimento che aveva creato ad Atlantic City «infilandole a vario titolo nel proprio portafogli».

 

ivanka e donald trumpivanka e donald trump

Il tycoon confezionò, ovviamente con l' aiuto dei suoi stretti consulenti, una serie di accordi finanziari con partner e soci dei casinò pensati in modo tale che avrebbe tratto comunque vantaggio indipendentemente dal successo del business.
«Piuttosto che pensare al bene diffuso di tutti i partner con lui coinvolti nei casinò di Atlantic City, Trump ha cercato di ottenere il maggior vantaggio possibile solo per se stesso», raccontano gli autori dell' articolo.
 

E lo stesso tycoon non ne ha fatto mai mistero. «Ho fatto veramente tanti soldi ad Atlantic City - disse nel corso di un dibattito repubblicano delle recenti primarie di partito - E sono veramente fiero di questo».

 

Ma come, nella pratica, il miliardario newyorchese avrebbe fatto cassa anche nei momenti bui del business dei casinò?

 

trump 2trump 2

Due i canali principali secondo il Times: il primo riscuotendo commissioni di gestione da capogiro dai partner con i quali aveva avviato le proprie attività. Il secondo - ed è questo quello che sembra il principale cono d' ombra - trasferendo debiti personali, o comunque relativi ad attività diverse, sulle compagnie di Atlantic City in cui lui contava partecipazioni. In una maniera o nell' altra, anche se fallivano, lui ci aveva guadagnato. Questo, spiega il «New York Times», è stato anche reso possibile da lacune legislative in mezzo alle quali Trump avrebbe sguazzato.

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