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CARA GIORGIA, QUI SI METTE MALISSIMO – L’ECONOMIA ITALIANA INCHIODA: IL PIL È SCESO NEL SECONDO TRIMESTRE DELLO 0,4%, RISPETTO AI TRE MESI PRECEDENTI. È UN DATO PEGGIORE DELLE STIME (0,3) CHE METTE A RISCHIO LA MANOVRA, VISTO CHE IL GOVERNO CONTAVA SU UNA CRESCITA DELL’1% - A DETERMINARE LA FLESSIONE È LA DOMANDA INTERNA: LE FAMIGLIE NON SPENDONO PER COLPA DELL’INFLAZIONE GALOPPANTE, E LE IMPRESE PRODUCONO MA NON VENDONO. E I POSTI DI LAVORO INIZIANO A RIDURSI…

Estratto dell’articolo di Mario Sensini per il “Corriere della Sera”

 

GIORGIA MELONI - TASSA SUGLI EXTRAPROFITTI DELLE BANCHE - VIGNETTA DI GIANNELLI

L’economia italiana non cresce più. Se per alcuni mesi era stata la più rapida in Europa ad agganciare la ripresa post-Covid, la spinta ora sembra esaurita. Nel secondo semestre si aspettava una battuta d’arresto, ma non così marcata: il prodotto interno lordo […] è sceso dello 0,4% rispetto al trimestre precedente, contro lo 0,3% atteso. Il tendenziale della crescita, rispetto allo scorso anno, passa dallo 0,8 allo 0,4% tra il primo e il secondo trimestre.

 

La crescita dell’economia che sarebbe già acquisita per il 2023 è dello 0,7%, se nella seconda parte dell’anno si registrasse lo stesso prodotto del secondo semestre 2022, previsione che ora qualcuno comincia a considerare ottimistica. Ciò che è sicuro è che la frenata del Pil crea altre forti complicazioni per la manovra di bilancio 2024 del governo che contava su una crescita, quest’anno, dell’1%.

 

A determinare la flessione del Pil e’ stata soprattutto la domanda interna, sottolinea l’Istat, mentre quella estera ha fornito un contributo nullo. Sul piano interno, l’apporto dei consumi privati è stato pari a zero, mentre sia quello della spesa delle Amministrazioni pubbliche sia quello degli investimenti è risultato negativo. L’inflazione a questi livelli sta frenando i consumi delle famiglie, che non spendono, mentre le imprese producono e non vendono (scorte +0,3%). I redditi netti pro-capite, mentre i posti di lavoro si sono ridotti dello 0,3%, sono aumentati dello 0,8%.

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti

Per giunta l’inflazione non rallenta. Nel settore delle costruzioni dal quale viene parte della poca spinta al Pil, i prezzi crescono a luglio dello 0,8% mensile, e di un altro 1,4% annuo. Secondo la Confesercenti, quest’anno la crescita non andrà oltre lo 0,7%. E le cose per il governo si complicano. Anche il vice premier di Forza Italia, Antonio Tajani, ammette che lo spazio per una manovra espansiva di bilancio si è ristretto.

 

L’opposizione attacca: «[…] Questi numeri, insieme a quelli resi noti ieri sul calo dell’occupazione a luglio per la prima volta dopo sette mesi, confermano il deterioramento della condizione economica del Paese — dice il responsabile economico del Pd, Antonio Misiani — e demoliscono la narrazione ottimistica che governo e maggioranza hanno continuato a sostenere nei mesi scorsi. È tutta Europa a rischiare la stagflazione e l’Italia non fa eccezione, con buona pace della propaganda della destra. La prossima manovra di bilancio è chiamata a fare i conti con la realtà».

 

MEME SU GIORGIA MELONI E LE FRASI DI LOLLOBRIGIDA SUI POVERI

«Oggi Meloni raccoglie quello che ha seminato in tutti questi mesi a Palazzo Chigi con il cappello in mano di fronte ai falchi dell’austerità», accusa il presidente del M5S Giuseppe Conte. «Meloni deve smettere di dare sempre la colpa a qualcun altro e deve rimboccarsi le maniche […]» dice l’ex premier.

 

Immediate le repliche della maggioranza, che attribuiscono gran parte della difficoltà dei conti pubblici al Superbonus con la cessione del credito varato dal suo governo. «L’Italia paga ancora il buco, 15 miliardi solo quest’anno, causato dal Superbonus — dice Lucio Malan, di Fratelli d’Italia —. […]».  [….]

giancarlo giorgetti giorgia meloni GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONIgiorgia meloni foto di chi 4LE MANOVRE DEI GOVERNI DEGLI ULTIMI 10 ANNI

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