sergio mattarella mario draghi quirinale

CE LO CHIEDONO ANCHE I MERCATI, E L’EUROPA: BISOGNA MANTENERE IL “VIRUS QUO” DRAGHI-MATTARELLA – GLI ALLEATI EUROPEI NON HANNO DUBBI: È L’UNICO SCENARIO IN GRADO DI GARANTIRE LA STABILITÀ – L’ANALISTA FINANZIARIO WOLFANGO PICCOLI: “SE IL PREMIER ESCE DI SCENA LA FIDUCIA SPARISCE, SPECIE IN UN BIENNIO CRITICO COME QUESTO. IL MIGLIOR SCENARIO?

mattarella e mario draghi al quirinale

1 - "SE IL PREMIER ESCE DI SCENA A PICCO LA FIDUCIA NEL PAESE"

Francesco Semprini per “La Stampa”

 

Wolfango Piccoli, condirettore dell'analisi del rischio di Teneo Intelligence, qual è la percezione degli operatori finanziari sull'elezione del Presidente della Repubblica?

«C'è molta attenzione. Due fattori rendono questo voto rilevante dal punto di vista del business: Draghi e la tempistica».

 

Si spieghi.

il giuramento di mario draghi davanti a mattarella

«Permane la sensazione che la politica italiana possa diventare improvvisamente un rischio e per questo Draghi è visto come una parentesi: grazie alla sua leadership le tensioni sono assopite ma non sparite».

 

Quale è il timore?

«Se Draghi esce di scena la fiducia sparisce. Specie in un periodo critico quello del biennio 2022-2023, non solo per il Pnrr, ma anche e soprattutto per il fatto che la Bce avvierà una riduzione della politica espansiva».

Wolfango Piccoli

 

Partiamo dal peggior scenario...

«Elezioni subito e Draghi fuori dai giochi».

 

Il migliore?

«Draghi premier e staffetta con Mattarella nel 2023».

 

In mezzo?

«L'importante è che Draghi continui a giocare un ruolo o da premier o al Colle. Gli operatori che si concentrano sul breve termine vogliono Draghi a Palazzo Chigi, chi guarda più avanti lo vuole al Quirinale, come garanzia di equilibrio contro le forze populiste».

 

Draghi premier con un presidente diverso da Mattarella?

L ECONOMIST CONTRO L'AUTOCANDIDATURA DI MARIO DRAGHI AL QUIRINALE

«A quel punto non mi aspetterei una reazione immediata ma gli investitori si concentrerebbero di più sulla politica italiana perché sanno che ci saranno elezioni tra un anno con una possibile vittoria delle componenti populiste.

 

Così tornerebbe la forte diffidenza per la politica interna che non si è vista negli ultimi 12 mesi».

 

Quali conseguenze potrebbero esserci?

«Caduta di immagine del Paese, calo di fiducia sulla capacità di gestire i fondi del Pnrr, aumento di spread. Da parte americana ci sarebbe apprensione sulla solidità dell'orientamento atlantista dell'Italia».

 

2 - RISCHIO ITALIA

Alessandro Barbera e Francesca Sforza per “La Stampa”

 

Ogni giorno che passa senza un Presidente della Repubblica è un giorno perso per l'Italia. Non solo perché si accredita a livello internazionale l'immagine di un Paese incerto e sull'orlo di una crisi di nervi.

 

mario draghi joe biden g20 9

Le decisioni comuni - a livello europeo, della Nato e degli organismi internazionali - devono comunque essere prese, e questa settimana da Roma non sono arrivate linee guida né indicazioni di sorta.

 

Dunque la domanda è: in un momento di eccezionale instabilità - l'Ucraina in testa, con eventuali sanzioni alla Russia - e di ordinaria urgenza - come l'attuazione del Recovery Plan o la trattativa sul nuovo Patto di stabilità, la presenza di Mario Draghi al Quirinale rassicurerebbe le cancellerie?

 

mario draghi regala un mazzo di fiori ad angela merkel

Certamente sarebbe così per gli americani, abituati a pensare ai leader in modo sintetico: dipendesse da Washington, ben venga un solido atlantista al Colle. Per le cancellerie europee - Francia e Germania in testa - il discorso è diverso.

 

Per loro i meccanismi istituzionali italiani sono meno oscuri, conoscono le regole che governano le istituzioni europee. Sanno che ai Consigli europei - ormai il luogo delle grandi decisioni - l'unico che conta per l'Italia è il premier. Sanno che il presidente della Repubblica italiano ha poteri limitati, soprattutto in politica estera. «Perché dura così a lungo?», si chiedeva ieri il giornale tedesco Sueddeutsche Zeitung di fronte alla liturgia elettorale italiana.

editoriale financial times su draghi al quirinale

 

«Teoricamente potrebbe durare in eterno». Per i nostri più stretti alleati europei non è tanto Draghi, ma la coppia Draghi-Mattarella a offrire autentiche garanzie di stabilità. Vale per i tedeschi, che senz' altro preferiscono Draghi alla presidenza del Consiglio. Lo avrebbero come interlocutore diretto a Bruxelles nel momento delle decisioni cruciali e come sponda per contenere l'avanzata dei francesi su diversi dossier, dal nucleare alla partita alimentare.

 

angela merkel olaf scholz

Era così ai tempi di Angela Merkel - che con Draghi aveva un rapporto solido sin dai tempi della nomina alla Banca centrale europea - ed è così per Olaf Scholz, entro certi limiti favorevole a superare il vecchio Patto di stabilità.

 

A Parigi il giudizio è lo stesso. Nei tempi complicati del governo gialloverde, quando i rapporti fra Italia e Francia raggiunsero livelli di tensione mai visti, Emmanuel Macron considerava Sergio Mattarella il suo unico interlocutore. Il giovane presidente francese lo vede come allora: Mattarella è garanzia di stabilità, il timoniere sicuro di un Paese in cui la politica può facilmente scivolare nella bolgia elettorale.

emmanuel macron mario draghi trattato del quirinale 3

 

È lui, pochi mesi dopo la fine del governo Lega-Cinque Stelle, a porre le basi per il trattato del Quirinale firmato da Mario Draghi. Dal primo gennaio Macron, in piena campagna elettorale, è presidente di turno dell'Unione: dopo l'uscita di scena della Merkel, all'Eliseo sono convinti che il successo del semestre dipenderà in larga parte dalla sponda di Draghi.

 

E poi c'è la Commissione Europea: a Bruxelles non fanno mistero di considerare l'ex capo della Bce la persona giusta al posto giusto, per le competenze e la capacità di incidere nei negoziati più delicati.

 

mario draghi ursula von der leyen

Qualche giorno fa è stata la presidente Ursula von der Leyen a frenare l'irritazione degli europei nei confronti dell'Italia per la videoconferenza tra i grandi rappresentanti dell'industria italiana e il presidente russo Vladimir Putin. «Le rassicurazioni offerte da Draghi a Biden sono sufficienti».

 

Come a dire: ci basta la sua parola. Insomma, il giudizio delle cancellerie sulla situazione italiana somiglia molto a quello della maggioranza dei grandi investitori: Draghi a Palazzo Chigi e Mattarella al Quirinale sono il contenitore ideale in cui - se mai fosse possibile - congelare l'Italia sine die. Mai come nell'ultimo anno i principali alleati europei - e questo vale persino per la Gran Bretagna - hanno avuto l'impressione di un'Italia guidata con fermezza e continuità.

 

christine lagarde con mario draghi

La Banca centrale europea e il piano di acquisti anti-pandemia hanno dato un grosso contributo al successo della coppia.

 

Ma non sarà più così a lungo. All'ultima asta dei Btp a cinque e dieci anni - ieri - il Tesoro ha dovuto pagare rendimenti più alti, rispettivamente allo 0,5 per cento e all'1,39. Il differenziale con Bund tedeschi è rimasto stabile a 137 punti, ma secondo alcuni analisti per farlo salire a 170-200 punti basterebbe qualche settimana di instabilità politica. E sempre che nel frattempo la crisi ucraina non si trasformi in guerra. -

Ultimi Dagoreport

giuseppe conte elly schlein matteo ricci giorgia meloni francesco acquaroli

DAGOREPORT - COME E' RIUSCITO CONTE, DALL’ALTO DEL MISERO 5% DEI 5STELLE NELLE MARCHE, A TENERE IN OSTAGGIO IL PD-ELLY? - L'EX ''AVVOCATO DEL POPOLO'' È RIUSCITO A OTTENERE DALLA "GRUPPETTARA CON L'ESKIMO" LE CANDIDATURE DI ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA, E SENZA SPENDERSI GRANCHE' PER MATTEO RICCI. ANZI, RIEMPIENDO I MEDIA DI DISTINGUO E SUPERCAZZOLE SULL’ALLEANZA (“NON SIAMO UN CESPUGLIO DEL PD”) – IL PIU' MADORNALE ERRORE DEL RIFORMISTA RICCI E' STATO DI FAR SALIRE SUL PALCO L'"ATTIVISTA" DEL NAZARENO, AGITANDOSI PER GAZA ANZICHE' PER UNA REGIONE DOVE LA GLOBALIZZAZIONE HA IMPOVERITO LE INDUSTRIE (SCAVOLINI, TOD'S, ETC.), LA DISOCCUPAZIONE E' ARRIVATA E I MARCHIGIANI SI SONO SENTITI ABBANDONATI - VISTO IL RISCHIO-RICCI, E' ARRIVATA LA MOSSA DA CAVALLO DELLA DUCETTA: ''ZONA ECONOMICA SPECIALE'' E UNA PIOGGIA DI 70 MILIONI DI AIUTI...

al-thani netanyahu trump papa leone bin salman hamas

DAGOREPORT – STASERA INIZIA LA RICORRENZA DI YOM KIPPUR E NETANYAHU PREGA CHE HAMAS RIFIUTI IL PIANO DI PACE PER GAZA (ASSEDIATO IN CASA DALLE PROTESTE E DAI PROCESSI, PIÙ DURA LA GUERRA, MEGLIO È). NON A CASO HA FATTO MODIFICARE LAST MINUTE IL TESTO RENDENDOLO PIÙ DIFFICILE DA ACCETTARE PER I TERRORISTI CHE, A LORO VOLTA, INSISTONO SU TRE PUNTI: UN SALVACONDOTTO PER I CAPI; UN IMPEGNO A CREARE LO STATO DI PALESTINA; IL RITIRO DELL’ESERCITO ISRAELIANO, ANCHE DALLA ZONA CUSCINETTO – PRESSING FORTISSIMO DI VATICANO, ONU E PAESI ARABI PER CHIUDERE L'ACCORDO – EMIRI E SCEICCHI INFURIATI PER IL RUOLO DI TONY BLAIR, CHE BOMBARDÒ L’IRAQ SENZA MAI PENTIRSI – L’UMILIAZIONE DI “BIBI” CON LA TELEFONATA AL QATAR: L’EMIRO AL THANI NON HA VOLUTO PARLARE CON LUI E HA DELEGATO IL PRIMO MINISTRO – L’OBIETTIVO DEI “FLOTILLEROS” E L’ANTISEMITISMO CHE DILAGA IN EUROPA

luca zaia matteo salvini roberto vannacci

IL CORAGGIO SE UNO NON CE L'HA, MICA SE LO PUO' DARE! LUCA ZAIA, ETERNO CACADUBBI, NICCHIA SULLA CANDIDATURA ALLE SUPPLETIVE PER LA CAMERA: ORA CHE HA FINALMENTE LA CHANCE DI TORNARE A ROMA E INCIDERE SULLA LEGA, DUELLANDO CON VANNACCI E SALVINI CONTRO LA SVOLTA A DESTRA DEL CARROCCIO, PREFERISCE RESTARE NEL SUO VENETO A PIAZZARE QUALCHE FEDELISSIMO – SONO ANNI CHE MUGUGNANO I “MODERATI” LEGHISTI COME ZAIA, FEDRIGA, GIORGETTI, FONTANA MA AL MOMENTO DI SFIDARE SALVINI, SE LA FANNO SOTTO...

elly schlein tafazzi

DAGOREPORT: IL “NUOVO PD” DI ELLY NON ESISTE - ALIMENTATA DA UN'AMBIZIONE SFRENATA, INFARCITA SOLO DI TATTICISMI E DISPETTI, NON POSSIEDE L'ABILITÀ DI GUIDARE LA NOMENKLATURA DEL PARTITO, ISPIRANDOLA E MOTIVANDOLA - IL FATIDICO "CAMPOLARGO" NON BASTA PER RISPEDIRE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO L'ARMATA BRANCA-MELONI. NELLE MARCHE IL PD-ELLY SUBISCE IL SORPASSO DELLE SORELLE D'ITALIA - QUELLO CHE INQUIETA È LO SQUILIBRIO DELLA DUCETTA DEL NAZARENO NELLA COSTRUZIONE DELLE ALLEANZE, TUTTO IN FAVORE DI UN'AREA DI SINISTRA (M5S E AVS) IN CUI LEI STESSA SI È FORMATA E A CUI SENTE DI APPARTENERE, A SCAPITO DI QUELLA MODERATA, SPAZIO SUBITO OCCUPATO DALLA SCALTRISSIMA DUCETTA DI VIA DELLA SCROFA, CHE HA LANCIATO AMI A CUI HANNO ABBOCCATO LA CISL E COMUNIONE E LIBERAZIONE - CHE ELLY NON POSSIEDA VISIONE STRATEGICA, CAPACITÀ DI COMUNICAZIONE, INTELLIGENZA EMOTIVA, PER FRONTEGGIARE IL FENOMENO MELONI, E' LAMPANTE - OCCORRE URGENTEMENTE, IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, RISPEDIRE ELLY SUI CARRI DEI GAY-PRIDE, PUNTANDO, DOPO LE REGIONALI D'AUTUNNO, SU UNA NUOVA LEADERSHIP IN SINTONIA COI TEMPI TUMULTUOSI DI OGGI

raoul bova beatrice arnera

DAGOREPORT: RAOUL, UN TRIVELLONE ''SPACCANTE''! - DAGOSPIA PIZZICA IL 54ENNE BOVA ATTOVAGLIATO ALL'ORA DI PRANZO AL RISTORANTE “QUINTO”, A ROMA, IN COMPAGNIA DELLA FASCINOSA TRENTENNE BEATRICE ARNERA, CON CUI RECITA NELLA FICTION “BUONGIORNO, MAMMA”, ATTUALMENTE IN ONDA SU CANALE5 – GLI AVVENTORI DEL RISTORANTE NON HANNO POTUTO FARE A MENO DI NOTARE L'AFFETTUOSA INTIMITÀ TRA I DUE ATTORI: BACI GALEOTTI, ABBRACCI E CAREZZE FURTIVE FINO A UN INASPETTATO E IMPROVVISO PIANTO DI BOVA – DOPO LO SCANDALO DEGLI AUDIO PICCANTI INVIATI A MARTINA CERETTI, DIFFUSI DA FABRIZIO CORONA, CHE HANNO TENUTO BANCO TUTTA L’ESTATE, ORA QUEL MANZO DI BOVA SI RIMETTE AL CENTRO DELLA STALLA…

beatrice venezi

DAGOREPORT: VENEZI, IL "MOSTRO" DELLA LAGUNA – COME USCIRANNO IL MINISTRO "GIULI-VO" E IL SOVRINTENDENTE COLABIANCHI DAL VICOLO CIECO IN CUI SONO FINITI CON L’INSOSTENIBILE NOMINA DELLA “BACCHETTA NERA”? – IL “DO DI STOMACO” DEGLI ORCHESTRALI DEL TEATRO LA FENICE HA RICEVUTO LA SOLIDARIETÀ DEI PIÙ IMPORTANTI TEATRI LIRICI, DA LA SCALA DI MILANO AL SAN CARLO DI NAPOLI: CHE FARE? – CHISSÀ SE BASTERÀ LA MOSSA ALL’ITALIANA DI “COMPRARSI” LE ROTTURE DI COJONI COL VIL DENARO, AUMENTANDO LO STIPENDIO DEGLI ORCHESTRALI? – L’ARMATA BRANCA-MELONI DEVE FARE I CONTI NON SOLO CON IL FRONTE COMPATTO DEL MONDO SINDACALE LIRICO, MA ANCHE CON I 48MILA VENEZIANI RIMASTI A SOPRAVVIVERE NELLA CITTÀ PIÙ FATALE DEL MONDO. ABITUATI AD ALTI LIVELLI DI DIREZIONE D’ORCHESTRA, DA ABBADO A CHUNG, I LAGUNARI SONO SCESI SUL PIEDE DI GUERRA CONTRO LO SBARCO DELL’”ABUSIVA” VENEZI (I LAVORATORI DELLA FENICE HANNO ORGANIZZATO UN VOLANTINAGGIO CONTRO LA BIONDA VIOLINISTA)E GIULI E COLABIANCHI FAREBBERO BENE A RICORDARSI CHE I “VENESIAN” SONO POCHI MA IRRIDUCIBILI: I PRINCIPI NON SI COMPRANO. COME SI È VISTO NELLA LORO VITTORIOSA GUERRA CONTRO IL PASSAGGIO DELLE GRANDI NAVI DA CROCIERA NEL CUORE DELLA CITTÀ…- VIDEO