di maio lombardi di battista

DI MAIO IN PEGGIO - DOPO CERNOBBIO, IL CANDIDATO PREMIER IN PECTORE DEL M5S INVECE DI ANDARE A ROMA PER TUTTE LE CAZZATE DELLA RAGGI, SI FIONDA A VENEZIA E ASSISTE ALLA CERIMONIA DI CONSEGNA DEL LEONE D’ORO A ROBERT REDFORD E JANE FONDA – IL FINE SETTIMANA DA PIACIONE SI CONCLUDERA’ AL GP DI MONZA NELLA CASA DI MARCHIONNE - COSI’ L'EX WEBMASTER VUOLE SFIDARE I PREGIUDIZI (ANCHE INTERNI AL M5S)

Francesco Verderami per il Corriere della Sera

di maiodi maio

 

C' è un presidente del Consiglio e c' è chi vorrebbe prenderne il posto.

Così l' agenda di Luigi Di Maio quasi coincide con quella di Paolo Gentiloni, se non fosse che sul red carpet del Festival del Cinema il governo ha preferito sfilare con Maria Elena Boschi.

 

Nel più classico dei fine settimana da copertine patinate, il dirigente grillino ha deciso di incontrare tante Italie: quella elitaria di Cernobbio, quella mondana di Venezia e quella nazional popolare di Monza.

 

Il giro tradizionale dei politici che da anni sfruttano la luce riflessa degli economisti, dei cineasti e dei piloti, per Di Maio è una sfida ai pregiudizi esterni e soprattutto interni al Movimento, cresciuto con una visione millenarista e oppositiva al sistema che è stata finora la sua cifra identitaria. Rivoluzionare la rivoluzione non sarà facile: tra i Cinquestelle lo scontro si consumerà il 24 settembre con l' esito della competizione online per il ruolo di candidato premier.

 

Anche se non è detto che quel giorno finiranno le polemiche. Di certo il viaggio di Di Maio in queste Italie non è solo l' occasione per «spiegare chi siamo a chi ci guarda con ostilità, a chi ci guarda con diffidenza e a chi nemmeno ci guarda». È pure un modo per anticipare la propria linea ai compagni di avventura, se otterrà l' investitura.

CANCELLIERI E DI MAIO A GELACANCELLIERI E DI MAIO A GELA

 

E dunque «voler capire e voler farsi capire» è insieme il biglietto da visita con cui si presenterà al forum Ambrosetti e un messaggio al grillismo dei duri e puri, è l' idea del dialogo e al tempo stesso della differenza. Perché al consesso di Cernobbio è intenzionato a dire che sta lì per confrontarsi, ma che per M5S «la politica deve tornare ad acquisire autonomia e indipendenza», deve insomma rompere «l' intreccio» che l' ha portata ad avere un ruolo prima «ancillare» poi addirittura «subalterno» rispetto alle grandi lobby. Di Maio sa che sono concetti già sentiti, anche ai tempi della rottamazione. E il problema non si esaurisce garantendo che «noi non subiremo il fascino dei poteri forti» ma spiegando quale ricetta di rilancio del Paese M5S intende applicare.

 

DI MAIO DI BATTISTA CANCELLIERI AL FORNO ANTICO SANTA RITADI MAIO DI BATTISTA CANCELLIERI AL FORNO ANTICO SANTA RITA

Per succedere a Gentiloni non potrà proporre la «decrescita felice», proprio ora che il presidente del Consiglio si presenta con numeri economici invidiati da molti suoi predecessori, né basterà insistere sul problema migratorio a fronte dell' azione del governo dentro e fuori i confini nazionali.

 

Che poi, su questo punto, prima o poi dovrà (e vorrà) far chiarezza anche all' interno del Movimento, se è vero che guarda al lavoro del Viminale non con negatività. E questo giudizio va al di là dei buoni rapporti personali con Marco Minniti. Il tema della linea politica dei Cinquestelle però verrà affrontato quando si sarà conclusa la corsa per il candidato premier, dato che il caleidoscopio di posizioni dei grillini su quasi tutti gli argomenti è il conto che spesso viene presentato a Di Maio nei colloqui riservati.

 

Sarà una sorta di presa d' atto a cui l' ala movimentista dovrà in una certa misura rassegnarsi: l' assemblearismo non può essere uno strumento di governo. E già lo si vede con l' amministrazione delle città, specie con il disastro romano che accomuna una logica verticistica con una gestione finora fallimentare della Capitale.

 

LUIGI DI MAIOLUIGI DI MAIO

E che potrebbe trasformarsi alle Politiche in un pesante handicap per i Cinquestelle.

Fino ad allora il vicepresidente della Camera - insieme ai dubbi dei movimentisti - dovrà superare quelli dei suoi interlocutori, di chi ritiene le sue spalle troppo gracili per sobbarcarsi il peso del Paese, di chi lo giudica unfit per Palazzo Chigi se non altro per assenza di curriculum. Ecco l' altro pregiudizio, al quale Di Maio risponde per un verso sostenendo che «se non ho una storia è per un problema di anagrafe», per l' altro mostrandosi disposto all' apprendistato.

 

In fondo il viaggio di fine settimana nelle tante Italie serve anche a questo. Servirà a Cernobbio come a Monza, dove per un tifoso della Ferrari come lui c' è un posto speciale: il paddock della Rossa. Se ci andasse, incontrerebbe il «renziano» Sergio Marchionne, roba da copertina patinata.

di maio virgultidi maio virgultidi maio silvia virgulti 1di maio silvia virgulti 1

Sul palco delle premiazioni, invece, (almeno domani) può salire solo Gentiloni.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - LE MANOVRE DA "DOTTOR STRANAMORE" DI ELLY SCHLEIN: SFANGARLA AI REFERENDUM, VINCERE IN AUTUNNO IN TUTTE E 6 LE REGIONI CHE ANDRANNO AL VOTO, QUINDI ANDARE AL CONGRESSO ANTICIPATO DEL PD A GENNAIO 2026 PER POI FARSI INCORONARE LEADER DEL CENTROSINISTRA ALLE POLITICHE DEL 2027 (CONTE PERMETTENDO) – A FAVORE DI ELLY GIOCA IL FATTO CHE LA MINORANZA DEM E' FRANTUMATA CON BONACCINI E LO RUSSO TRATTATI DA TRADITORI DELLA CAUSA DEI RIFORMISTI E PICIERNO E GORI GIUDICATI TROPPO EX RENZIANI – NEL CENTRODESTRA GIRA GIÀ LA BATTUTA: “LUNGA VITA AD ELLY SCHLEIN”, CHE RESTA PER "LA STATISTA DELLA GARBATELLA" LA SUA MIGLIORE POLIZZA PER FARSI ALTRI 5 ANNI A PALAZZO CHIGI...

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…