
CHIUSA LA PRATICA MARCHE, SI SBROGLIA IL NODO VENETO? – GIORGIA MELONI È DISPOSTA A LASCIARE LA REGIONE DEL NORD-EST ALLA LEGA (IN POLE, IL SEGRETARIO LOCALE DEL CARROCCIO, ALBERTO STEFANI), MA IN CAMBIO PRETENDE UN IMPEGNO SCRITTO PER LASCIARE LA LOMBARDIA A FDI, NEL LONTANO 2028 – I FRATELLINI D’ITALIA SGOMITANO DOPO IL RISULTATO DI ACQUAROLI: “NON POSSIAMO GOVERNARE SOLO IN DUE REGIONI” – OGGI IL VERTICE MELONI-SALVINI-TAJANI A LAMEZIA TERME, DOPO IL COMIZIO PER OCCHIUTO…
1 - LA PREMIER AGLI ALLEATI: A FDI PIÙ REGIONI PRIMO PASSO, BLINDARE LA LOMBARDIA
Estratto dell’articolo di Francesco Malfetano per “la Stampa”
ANCONA - COMIZIO DI CHIUSURA DELLA CAMPAGNA ELETTORALE DI ACQUAROLI
La conta c'è stata. E, come Giorgia Meloni aveva scommesso, ha spinto Fratelli d'Italia più in alto di tutti. Dietro al successo di Francesco Acquaroli nelle Marche, infatti, c'è molto più della narrazione di rito sul «buon governo» […] e sulla «coalizione compatta» contro il centrosinistra.
A guardarla da via della Scrofa, la conferma marchigiana del centrodestra diventa un tassello della marcia forzata che la premier ha in testa: tradurre in fatti quel «riequilibrio» del governo locale evocato più volte davanti a Matteo Salvini e Antonio Tajani.
FRANCESCO ACQUAROLI CON ARIANNA MELONI DOPO LA VITTORIA
Se ad Ancona Arianna Meloni festeggia con brindisi e sorrisi, a Roma i colonnelli di FdI ragionano già oltre: «Non possiamo governare solo in due Regioni – spiega uno di loro, escludendo dal computo il Lazio guidato da un civico d'area come Francesco Rocca –. La Lega ne ha quattro, Forza Italia cinque. Noi abbiamo meno della metà, ma decisamente più del doppio dei voti».
Una sproporzione che da tempo si è fatta questione politica. Una partita non più procrastinabile che si incrocia i con tempi ormai strettissimi per chiudere le candidature per la corsa in Veneto, Campania e Puglia, dove manca meno di un mese alla deadline delle liste.
Ecco allora che l'appuntamento di oggi pomeriggio a Lamezia Terme, ufficialmente tappa a sostegno di Roberto Occhiuto, si fa crocevia dei tre leader.
[…] Sul tavolo, il nome del leghista Alberto Stefani per il Veneto, quello del prefetto Michele Di Bari in Campania (civico ma in quota FdI) e l'ex numero uno della Fiera del Levante Gigi Lobuono in Puglia, in quota azzurra. Tutto abbastanza noto.
Il punto è un altro: cosa otterrà Meloni per non forzare la mano ora e non rivendicare per i suoi il trono del dopo Zaia? La Lombardia, con buona probabilità. Fratelli d'Italia però vuole garanzie scritte.
Non basta il generico «riequilibrio al Nord» proposto dal Carroccio. Il partito della premier continua a pretendere che l'indicazione per il prossimo giro al Pirellone sia blindata sin da ora. «Non possiamo lasciare che passi l'idea che certe Regioni appartengano per diritto divino a un partito» si ragiona a via della Scrofa. È la traduzione di un redde rationem che la premier cova da mesi e che ora prende corpo. Tanto che si rincorrono le voci di un summit riservato già Calabria.
Poco dopo il comizio, c'è una stanza riservata al T Hotel, albergo a due passi dall'aeroporto di Lamezia. Oppure […] tra giovedì sera e venerdì a Roma, quando Meloni rientrerà dalla Danimarca dopo il vertice informale dei capi di Stato e di governo Ue.
[…]
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2 - DESTRA, SPRINT SUGLI ALTRI NOMI ULTIMO SCONTRO SULLA LOMBARDIA
Estratto dell’articolo di Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”
[…] Sui nomi in realtà sembra esserci già un accordo di massima: per il Veneto scalda i motori Alberto Stefani, vicesegretario nazionale della Lega, che libererebbe un posto alla Camera – è stato eletto in un collegio uninominale – per l'uscente Luca Zaia, che sarà capolista del Carroccio. In Campania è in pole il prefetto di Napoli, Michele Di Bari.
Mentre in Puglia salgono le quotazioni di Gigi Lobuono, civico vicino a FI, ex presidente della Fiera del Levante, che oltre vent'anni fa sfidò Michele Emiliano per la poltrona di sindaco di Bari. Non sarebbe la prima scelta, il centrodestra pugliese ha vissuto settimane tribolate: l'ex direttore di TeleNorba, Vincenzo Magistà, è scivolato su una polemica sulle cozze tarantine che ha irritato il ministro Francesco Lollobrigida; il sindaco di Monopoli, Angelo Annese, capita la malaparata si è sfilato. Il deputato forzista Mauro D'Attis, che sarebbe il nome preferito da FdI, non vorrebbe tentare la corsa.
E anche Antonio Tajani insiste: in Campania e in Puglia serve un civico. «Va trovato un presidente che non sia espressione di un partito, dobbiamo attrarre gli ex democristiani», ripeteva ieri il capo della Farnesina, uscendo da Palazzo Chigi, dove ha seguito l'inizio dello spoglio. I tempi? «Per trovare i migliori non basta un'ora». Ma sul Veneto a un leghista «non ci sono preclusioni». Il Carroccio è in pressing, da tempo. Ieri il coordinatore del partito a Bari dichiarava stizzito alle agenzie di stampa: «Basta giochi di palazzo e ritardi inspiegabili nel centrodestra».
Perché manca l'accordo? Si tratta ancora sulla Lombardia, che i Fratelli reclamano se la Lega manterrà il Veneto, come chiedeva ancora ieri l'ex vice di Salvini, Andrea Crippa.
ANCONA - COMIZIO DI CHIUSURA DELLA CAMPAGNA ELETTORALE DI ACQUAROLI
A via della Scrofa non si fidano di una stretta di mano. Come raccontato da Repubblica vogliono un impegno scritto, una postilla nella nota che ratificherà le intese. Si tratta però sulla formula da inserire: FdI vorrebbe un riferimento esplicito al Pirellone, la Lega invece potrebbe forse accettare solo un passaggio più lasco, la promessa di un generico «riequilibrio al Nord». Ecco perché il "patto di Lamezia" potrebbe non esserci. L'intesa potrebbe slittare ancora una volta, a venerdì.