1. IL NOBEL PAUL KRUGMAN COMMENTA SUL “NEW YORK TIMES” IL BORDELLO DEL VOTO: ‘’LA RESPONSABILITA’ DEL BOOM DELL’ASPIRANTE COMICO, SILVIO BERLUSCONI, E DI UN COMICO VERO, BEPPE GRILLO, È DELL’EUROPA E DEL SIGNOR MONTI, IL PROCONSOLE INSTALLATO DALLA GERMANIA PER IMPORRE L'AUSTERITÀ FISCALE SU UN'ECONOMIA GIÀ IN DIFFICOLTÀ" 2. “QUANDO L'EUROPA SI È INFATUATA PER LE POLITICHE DI AUSTERITÀ, GLI ALTI FUNZIONARI HANNO RESPINTO LE PREOCCUPAZIONI PER CUI IL TAGLIO DELLA SPESA E L’AUMENTO DELLE TASSE NELLE ECONOMIE DEPRESSE AVREBBERO POTUTO PEGGIORARE LE COSE” 3. ‘’I POLITICI POCO RACCOMANDABILI SONO IN AUMENTO IN TUTTA L'EUROPA MERIDIONALE. I FUNZIONARI EUROPEI NON AMMETTONO CHE LE POLITICHE IMPOSTE AI DEBITORI SONO UN FALLIMENTO DISASTROSO. SE QUESTO NON CAMBIA, LE ELEZIONI ITALIANE SARANNO SOLO UN ASSAGGIO DELLA PERICOLOSA RADICALIZZAZIONE CHE VERRÀ”

Paul Krugman per "The New York Times"
(pubblicato il 24 febbraio 2013)

Due mesi fa, quando Mario Monti si è dimesso da primo ministro italiano, "The Economist" disse che "La prossima campagna elettorale sarà, prima di tutto, una prova della maturità e del realismo degli elettori italiani". L'azione matura e realistica, presumibilmente, sarebbe stata quella di far tornare Monti - che è stato sostanzialmente imposto all'Italia dai suoi creditori -, questa volta con un vero mandato democratico.

Beh, non sembra la visione corretta. Sembra che il partito di Monti si posizioni al quarto posto, non solo dietro all'aspirante comico Silvio Berlusconi, ma anche dopo un comico vero, Beppe Grillo, la cui mancanza di una piattaforma coerente non gli ha impedito di diventare il capo di una forza politica potente.

È una prospettiva incredibile, che ha scatenato molti commenti sulla cultura politica italiana. Ma senza cercare di difendere la politica del bunga bunga, vorrei porre un'ovvia domanda: che cos'è, esattamente, ciò che attualmente viene fatto passare per maturo realismo in Italia o in Europa?

Per il signor Monti, il proconsole installato dalla Germania per imporre l'austerità fiscale su un'economia già in difficoltà, in effetti, ciò che definisce la rispettabilità nei circoli politici europei era la volontà di perseguire l'austerità senza limiti. Questo andrebbe bene se le politiche di austerità avessero effettivamente funzionato, ma non è così. E più che sembrare maturi o realistici, i sostenitori dell'austerità sembrano sempre più petulanti e deliranti.

Basti considerare come avrebbero dovuto essere le cose a questo punto. Quando l'Europa si è infatuata per le politiche di austerità, gli alti funzionari hanno respinto le preoccupazioni per cui il taglio della spesa e l'aumento delle tasse nelle economie depresse avrebbero potuto peggiorare le cose. Al contrario hanno insistito, e tali politiche effettivamente hanno aumentato la fiducia di queste economie.

Ma la fiducia è durata poco. Le nazioni che hanno imposto l'austerità hanno subito profonde crisi economiche: più dura era l'austerità, più profonda era la crisi. In effetti, questo rapporto è stato così forte che il Fondo monetario internazionale, in un suggestivo mea culpa, ha ammesso di aver sottovalutato i danni che l'austerità avrebbe potuto infliggere.

Nel frattempo, l'austerity non ha neppure raggiunto l'obiettivo minimo di riduzione dell'onere del debito. Al contrario, i paesi che hanno perseguito l'austerità hanno visto il rapporto tra debito pubblico e PIL aumentare, perché la contrazione nelle loro economie ha superato qualsiasi riduzione del tasso di indebitamento. E visto che le politiche di austerità non sono state compensate da politiche di crescita, l'economia europea nel suo complesso - che non si è mai ripresa dalla crisi del 2008-2009 - è tornata in recessione, con tassi di disoccupazione sempre più alti.

L'unica buona notizia è che i mercati obbligazionari si sono calmati, soprattutto grazie alla volontà dichiarata della Banca centrale europea di intervenire e di comprare debito pubblico in caso di necessità. Di conseguenza, il crollo finanziario che avrebbe potuto distruggere l'euro è stato evitato. Ma è una magra consolazione per i milioni di europei che hanno perso il lavoro e che oggi vedono di fronte a loro delle scarse prospettive.

Detto ciò, ci si sarebbe aspettato un esame e di coscienza da parte dei funzionari europei, accompagnato da alcuni suggerimenti di flessibilità. Al contrario, però, gli alti funzionari sono diventati ancora più insistenti sul fatto che l'austerità è il vero sentiero da seguire.

Così nel gennaio 2011 Olli Rehn, vice presidente della Commissione europea, ha elogiato i programmi di austerità della Grecia, Spagna e Portogallo e ha previsto che il programma greco, in particolare, avrebbe prodotto "una crescita duratura". Da allora la disoccupazione è salita in tutti e tre i paesi. Eppure, nel dicembre 2012, il signor Rehn ha pubblicato un editoriale intitolato: "L'Europa deve mantenere la rotta dell'austerità".

E la risposta del signor Rehn agli studi che dimostrano che gli effetti negativi dell'austerity sono molto peggiori del previsto è stato quello di inviare una lettera ai ministri delle Finanze e al FMI dichiarando che tali studi erano dannosi, poiché minacciavano di erodere la fiducia.

Il che mi riporta in Italia, una nazione alla quale è stata imposta l'austerità e che per questo ha visto la sua economia crollare rapidamente.

Gli osservatori esterni sono terrorizzati dalle elezioni italiane, ed è giusto così: anche se l'incubo di un ritorno di Berlusconi al potere non si materializzasse, una dimostrazione di forza da parte di Berlusconi, o di Grillo, o di entrambi destabilizzerebbe non solo l'Italia ma tutta l'Europa.

Ma ricordate, l'Italia non è unica nel suo genere: i politici poco raccomandabili sono in aumento in tutta l'Europa meridionale. E la ragione per cui questo accade è che i funzionari europei non ammettono che le politiche che sono state imposte ai debitori sono un fallimento disastroso. Se questo non cambia, le elezioni italiane saranno solo un assaggio della pericolosa radicalizzazione che verrà.

 

PAUL KRUGMANPaul KrugmanMARIO MONTI GNAM CON LA PIZZA A NAPOLI MARIO MONTI CON IL CANE ALLE INVASIONI BARBARICHE BEPPE GRILLO VOTAbeppe grillo incazzoso Silvio Berlusconi olli rehnCOPERTINA ECONOMIST ITALIA EUROEURO SI SCIOGLIE ARTEFATTI bandiera ITALIA EUROPA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)