berlusconi meloni salvini

COME FARA’ IL CENTRODESTRA A GOVERNARE? ALLE BARUFFE TRA MELONI E SALVINI DIVISI SU TUTTO SI AGGIUNGE LO STRAPPO DI BERLUSCONI DOPO CHE FRATELLI D’ITALIA E LEGA SI SONO SFILATI DALLA RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO CHE CONDANNA L'UNGHERIA: "IO GARANTE DI UN GOVERNO EUROPEISTA. SE QUESTI SIGNORI NOSTRI ALLEATI DOVESSERO ANDARE IN DIREZIONI DIVERSE, NOI NON STAREMMO NEL GOVERNO” - FREDDO IL CAPO DEL CARROCCIO: "NON MI OCCUPO DI CIÒ CHE ACCADE IN UNGHERIA". NEPPURE UNA PAROLA DA FRATELLI D'ITALIA – JENA: “DISPERAZIONE A SINISTRA. FORSE CI SALVERÀ IL COMPAGNO BERLUSCONI”

Jena per la Stampa

Disperazione a sinistra. Forse ci salverà il compagno Berlusconi

 

 

BERLUSCONI

Alessandro Di Matteo per la Stampa

 

SALVINI MELONI BERLUSCONI 66

Manfred Weber lo aveva chiesto solo una settimana fa a Silvio Berlusconi: che governo sarà se vincerete?

 

Cosa ne sarà dell'europeismo, dell'atlantismo, con una maggioranza guidata da Giorgia Meloni e nella quale Matteo Salvini farà di tutto per non essere relegato al ruolo di comparsa? Una maggioranza nella quale sale da giorni la tensione tra i leader dei due partiti più consistenti, che non paiono d'accordo su molto, a partire da temi nodali come lo scostamento di bilancio e le sanzioni alla Russia.

 

A Weber il leader di Fi aveva assicurato il ruolo garante del suo partito, ma ieri - dopo che Lega e Fdi si sono sfilati dalla risoluzione che condanna l'Ungheria - Berlusconi ha deciso di mandare un messaggio chiaro, l'ennesimo granello di sabbia negli ingranaggi già rugginosi del centro-destra. Intervistato dal Tg3, il Cavaliere va dritto: «La nostra presenza nel governo è garanzia assoluta che il governo sarà un governo liberale, cristiano. E soprattutto: un governo europeista e atlantista».

 

BERLUSCONI SALVINI MELONI - MEME

Sarò io a vigilare, insiste Berlusconi, spingendosi a mettere in discussione un governo non ancora nato: «Io il garante? Assolutamente sì. Se questi signori nostri alleati - di cui ho fiducia e rispetto - dovessero andare e partire in direzioni diverse, noi non staremmo nel governo».

 

Una sortita alla quale i due alleati, per ora, non replicano. Del resto sia la Meloni che Salvini sono rimasti muti sulla risoluzione del Parlamento europeo che bacchetta il loro alleato Viktor Orban. Il leader della Lega si è limitato a svicolare dicendo che lui si occupa «di Italia, vorrei salvare i posti di lavoro in Italia, lascio ad altri occuparsi di Ungheria, Turchia, Russia, Cina. Io sono pagato dagli italiani per risolvere i problemi degli italiani».

 

Per la Lega si è fatto sentire invece a Metropolis il presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga: «Molti paesi europei hanno un atteggiamento di voler confinare l'Ungheria, estremizzarla e raccontare una storia molto diversa da quella che è. E' un paese in cui si svolgono elezioni democratiche». Da parte della Meloni però, neppure una parola, l'ultima volta che ha accennato a Orban è stato nell'intervista al NYT (« non ho condiviso le sue posizioni sulla guerra in Ucraina»).

 

BERLUSCONI SALVINI MELONI

 

Il problema ormai evidente per la coalizione è che il leader della Lega ha una ricetta per risolvere i problemi che non coincide affatto con quella della leader di Fdi, come ha ripetuto anche ieri: «Con Giorgia andiamo d'accordo sostanzialmente su tutto, ci prepariamo a governare insieme ma non capisco come lei possa dire che possiamo aspettare qualche settimana o qualche mese in più» per lo scostamento di bilancio da 30 miliardi. «Non possiamo aspettare Bruxelles, non si può aspettare Natale».

 

Proprio le parole che la Meloni non vorrebbe sentire, tanto più il giorno in cui il vice-presidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis ricorda - su la Stampa - che paesi come l'Italia dovrebbero essere «prudenti» con le spese in deficit. La leader di Fdi va in direzione opposta, sta cercando di rassicurare le cancellerie straniere e i mercati, vuol mostrarsi affidabile e ribadisce che anziché ricorrere a un nuovo scostamento sarebbe meglio «fermare la speculazione» con un tetto al prezzo del gas.

 

Al rapporto complicato tra i due, che già toglie il sonno al Ppe e ai governi europei, si aggiunge ora l'affondo del Cavaliere.

SALVINI - BERLUSCONI - MELONI - VIGNETTA BY BENNY

 

Come leggerlo? «La precisazione di Berlusconi è una garanzia - dice Giorgio Mulè -, una polizza di assicurazione sul futuro governo: la continuazione di una linea chiara, dei valori che continueranno a essere il nostro faro». Parole simili a quelle di Licia Ronzulli: «Noi siamo la garanzia che il prossimo governo porti a termine il programma che abbiamo scritto, siamo l'ancora all'europeismo e ai valori occidentali».

 

Quei valori, appunto, che l'Ungheria sta mettendo in discussione, arrivando ad imporre alle donne che decidono di abortire l'obbligo di ascoltare il battito del feto. Quegli stessi valori richiamati nella risoluzione votata dal Parlamento europeo, Ppe compreso, ma non dalla Lega, vicina a Orban quando si tratta delle sanzioni a Mosca, né da Fdi, la cui leader Giorgia Meloni risponde sempre più piccata alle domande su cosa vorrebbe fare della legge sull'aborto in Italia.

 

berlusconi meloni salvini toti

Dietro l'uscita di Berlusconi ci sarebbe insomma una certa preoccupazione diffusa dentro Fi. Tra scarti sui conti pubblici e ammiccamenti alle forzature in tema di diritti, il rischio di una vittoria di Pirro inizia a far paura, spiega Sestino Giacomoni: «Questa campagna elettorale in teoria è la più facile che c'è, perché il centrodestra sembra aver già vinto.

 

Ma è la più difficile perché dobbiamo dimostrare che vince un centrodestra e non una destra-destra. Quel 40% ancora indeciso deve decidere se vuole un governo che dura 5 mesi o 5 anni. La stabilità la può garantire solo un governo in cui ci sia una forte componente moderata. Più Fi è forte, più è sicuro che non sarà messa in discussione l'Europa». Un altro dirigente del partito è ancora più pessimista: «Rischiamo che il governo duri sì e no nove mesi Se Fdi stravince ci saranno i colpi di coda della Lega. E anche la Meloni rischia l'effetto ubriacatura, come già capitato a Salvini».

BERLUSCONI SALVINI MELONI CON MATTARELLABERLUSCONI MELONI SALVINI

Ultimi Dagoreport

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...