attilio fontana

COME LA REGIONE LOMBARDIA HA MESSO UN CERINO MALATO IN UN DEPOSITO DI BENZINA ANZIANA - LA DELIBERA DELL'8 MARZO CHE COLLOCA NELLE CASE DI RIPOSO I PAZIENTI MENO GRAVI, CHE NON ENTRAVANO NEGLI OSPEDALI - ''NON SI POTEVA SCARICARE UN SIMILE PESO IN LUOGO DOVE VIVONO ANZIANI CON PATOLOGIE CRONICHE. UN LUOGO CHE DOVREBBE ESSERE QUELLO PIÙ TUTELATO''

 

 

Natascia Ronchetti per il “Fatto quotidiano

 

L'8 marzo scorso, mentre l' epidemia si diffondeva facendo vittime prima di tutto tra gli anziani, la Regione Lombardia dava il via libera al ricovero di pazienti Covid nelle case di riposo, per liberare posti letto negli ospedali, soprattutto nei reparti di terapia intensiva e sub intensiva. Disposizione decisa con la delibera XI-2906 - ne ha scritto ieri Il Quotidiano del Sud - che ordinava alle Ats, le aziende sanitarie, di fare una ricognizione dei posti letto disponibili per le cure extra-ospedaliere e di individuare le Rsa dotate di "strutture autonome dal punto di vista strutturale e dal punto di vista organizzativo" per l' assistenza a bassa intensità dei contagiati.

GIUSEPPE CONTE ATTILIO FONTANA

 

"Incredibile", dice Luca Degani, presidente regionale di Uneba, l' associazione alla quale in Lombardia fanno capo 400 case di riposo. "In Regione - prosegue Degani -, nessuno si è reso conto del fatto che non si poteva scaricare un simile peso in luogo dove vivono anziani con patologie croniche. Un luogo che dovrebbe essere quello più tutelato e che non può essere utilizzato in modo strumentale per supportare gli ospedali".

 

Fu proprio Degani, il 9 marzo, a scrivere all' assessore regionale al Welfare Giulio Gallera e al suo direttore generale Luigi Cajazzo. Lettera di due pagine con la quale alzava un muro. Troppo pericoloso accogliere pazienti Covid "in complessi, strutture, reparti, nuclei che abbiano una vicinanza ad ospiti delle Rsa Non si può pensare di rischiare, nei confronti di pazienti mediamente ultraottantenni. Questo perché la bassa intensità assistenziale di tali pazienti non si manifesterebbe certamente negli stessi termini se fosse trasmessa a soggetti immunodepressi quali sono mediamente gli ospiti delle case di riposo".

 

guido bertolaso attilio fontana

Quella delibera avrebbe dovuto essere subito riscritta, secondo Degani: "E invece è ancora lì, risultato di una mancanza di programmazione regionale che continuiamo a vedere anche ora". Una mezza retromarcia del direttore Cajazzo non ha cambiato le cose.

In teoria, di fronte al no di Uneba, non dovrebbero essere state molte le case di riposo che hanno accettato di accogliere pazienti Covid. Ma le eccezioni ci sono. Lo hanno fatto, per esempio, le Fondazione Don Gnocchi (Milano), Sacra Famiglia (Cesano Buscone), Uboldi (Paderno Dugnano). Questo proprio mentre il personale delle Rsa diminuiva, drenato dal reclutamento di medici e infermieri da impiegare negli ospedali varato dalla stessa Regione.

 

Resta l' interrogativo su quanti anziani ricoverati nelle case di riposo siano stati stroncati dal virus.

I decessi nelle Rsa, nel mese di marzo, in tutta la Lombardia sono notevolmente aumentati. Ma in assenza del tampone non è possibile avere un dato certo. "Sappiamo solo - spiega Degani - che negli ultimi giorni le aziende sanitarie hanno iniziato a chiedere alle strutture quanti ospiti sono deceduti".

 

attilio fontana si mette la mascherina

La delibera regionale, nel dare indicazioni alle Ats, ha disposto anche, per le Rsa, il blocco delle accettazioni di nuovi pazienti, oltre allo stop del 50 per cento del turn over delle strutture che abbiano alcune caratteristiche come la presenza medica e infermieristica 24 ore su 24, la possibilità di garantire ossigenoterapia e indagini di laboratorio. "Ma anche se mi mandano un paziente clinicamente guarito - spiega Degani -, in assenza di un tampone che attesti la negatività al virus, rischio di portare il contagio tra i nostri ricoverati. E adesso non basta che ci arrivino dotazioni di mascherine e di tamponi, le Rsa devono essere ospedalizzate. Gli anziani hanno diritto a un percorso di cura".

GALLERA E ATTILIO FONTANA

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…