carlo calenda enrico letta nicola fratoianni

“CON QUESTA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA, LA DESTRA LA VOTEREI ANCH'IO” - L’ULTIMA TENTAZIONE DI CALENDA: STRACCIARE L’ACCORDO COL PD E CORRERE DA SOLO- “IO CON LA SINISTRA ANTI DRAGHI NON CI STO” - SILENZIO DAL PROFILO TWITTER DEL "CHURCHILL DEI PARIOLI" CHE NON HA COMMENTATO GLI ACCORDI CHIUSI IERI DA LETTA CON FRATOIANNI, BONELLI E DI MAIO. ATTESO OGGI UN SUO INTERVENTO A ‘IN MEZZ’ORA’ SU RAITRE - I FEDELISSIMI PENSANO CHE “CARLO FACCIA ANCORA IN TEMPO A ROMPERE” E SE UNISSE LE FORZE CON RENZI “SI POTREBBE ANDARE ANCHE OLTRE IL 12%”

Monica Guerzoni per il Corriere della Sera

 

 

letta calenda

A Carlo Calenda non ha deciso. L'enigma del leader di Azione è di nuovo quello di una settimana fa. Tenere fede al patto siglato con il Pd martedì scorso e suggellato con tanto di stretta di mano davanti alle telecamere in quel di Montecitorio? Oppure cedere alle sirene della corsa solitaria, da protagonista di un terzo polo tutto da costruire? Ancora qualche ora di tormento e oggi l'ex ministro dello Sviluppo scioglierà la riserva. Stando all'umore di ieri, quando ha saputo che Letta aveva raggiunto l'intesa con Fratoianni e Bonelli, la tentazione di tagliare i ponti con il Pd è forte, ma al Nazareno sono convinti che Calenda alla fine non romperà.

 

Il suo stato d'animo sta chiuso dentro una confidenza che il leader ha fatto ieri a qualche amico e collega: «Con questa coalizione di centrosinistra, la destra la voterei anch' io». Parole che rispondono alla preoccupazione di Letta di regalare la vittoria a Giorgia Meloni e che ben raccontano la rabbia e la distanza che il fondatore di Azione sente tra le sue idee e quelle della sinistra rossoverde. «Gente che ha sfiduciato Draghi», ha ricordato Calenda anche ieri via Twitter. «Non abbiamo deciso», è il ritornello del leader centrista che oggi parlerà in tv. Fino ad allora il leader ha dato ordine ai suoi di «non lasciar trapelare nulla».

ACCORDO LETTA CALENDA MEME

 

«Per lui adesso è molto complicato rompere - incrocia le dita un lettiano molto vicino al segretario -. Se Carlo fa una pazzia delle sue non potrà giustificarla, perché nel patto che Letta ha firmato con lui erano previste altre alleanze». Calenda non potrà dunque accusare l'ex premier di aver tradito gli accordi stretti una settimana fa. E poi, altro argomento usato dagli ottimisti, se decidesse di correre da solo dovrebbe raccogliere le firme per presentare il simbolo, perché Emma Bonino, che detiene quello di +Europa, non volterà le spalle a Letta.

 

La leader radicale, così come Riccardo Magi, Benedetto Della Vedova e il senatore Matteo Richetti, premono per onorare il patto con il Pd. Ma Calenda ha più dubbi che certezze. Ha paura che la coalizione sia contraddittoria dal punto di vista programmatico ed è rimasto molto colpito dalla (cattiva) reazione della sua base elettorale all'idea di correre assieme alla sinistra anti draghiana. E poi, ma questa è una lettura maliziosa che arriva dal Pd, ci sarebbero anche i finanziatori di Azione a non gradire il patto con chi ha votato contro le armi all'Ucraina e contro l'allargamento della Nato.

MARIASTELLA GELMINI - CARLO CALENDA - MARA CARFAGNA

 

Al Nazareno c'è attesa, ma anche molto fastidio e irritazione. «Siamo nel campo dell'imponderabile», geme un lettiano di ferro, mentre tra i dem orfani di Conte ci si chiede perché il leader di Azione non sia stato scaricato senza troppi complimenti: «Aveva promesso di smetterla con le polemiche, ma la destra è in campagna elettorale e noi continuiamo a farci del male».

 

Letta dà per scontato che l'accordo sia «chiuso e firmato» con tutti i partiti e che indietro non si torna, perché vorrebbe dire «fare un regalo a Giorgia Meloni». Il segretario ha fretta di buttarsi in campagna elettorale per dimostrare che la destra si può battere e nonostante il tira e molla di queste ore continua a nutrire per Calenda «fiducia e stima».

 

MARIASTELLA GELMINI - CARLO CALENDA - MARA CARFAGNA

Se nella minoranza del Pd molti pensano che abbia sbagliato strategia, Letta resta convinto di aver fatto «tutto il possibile, perché la politica non è solo rappresentanza». Forse andare da soli e battersela con Fratelli d'Italia per la medaglia di primo partito sarebbe stato conveniente per il Pd, ma per un «uomo delle istituzioni» costruire una coalizione «in difesa della Costituzione» era un dovere morale oltre che politico. Al Nazareno sono state già fissate le percentuali di seggi all'uninominale che spetterebbero a ciascuna forza del centrosinistra: 59% al Pd, 24% ad Azione, 13% a Sinistra italiana e Verdi e 4% a Impegno civico.

carlo calenda 2

 

«Abbiamo dato il sangue», geme un esponente dem del governo dimissionario, convinto che l'obiettivo di Calenda sia alzare ancora il prezzo sui collegi. Tra i fedelissimi, i più pensano che «Carlo faccia ancora in tempo a rompere» e se unisse le forze con Renzi «si potrebbe andare anche oltre il 12%». Ma questi numeri per il Nazareno non esistono, non esiste la possibilità che Letta, dopo aver puntellato l'«alleanza strategica» offrendo ogni garanzia possibile, conceda a Calenda anche un solo seggio in più.

ENRICO LETTA CARLO CALENDAbenedetto della vedova enrico letta carlo calenda 2I TATUAGGI DI CARLO CALENDAcarlo calenda 4CARLO CALENDA NICOLA FRATOIANNI CARLO CALENDAENRICO LETTA E CARLO CALENDA CARLO CALENDA NICOLA FRATOIANNI ENRICO LETTA CARLO CALENDA

Ultimi Dagoreport

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...