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DAGONEWS - NELLA FUGA DI ARTEM USS, UNA SOLA COSA È CERTA: I SERVIZI SEGRETI RUSSI, IN ITALIA, FANNO QUELLO CHE VOGLIONO! DOV'ERA IL NOSTRO CONTROSPIONAGGIO? AISE E AISI DOV'ERANO? E IL DIS? - PALAZZO CHIGI SCARICA LA RESPONSABILITÀ SULLA MAGISTRATURA MA IL GOVERNO ERA STATO ALLERTATO PIÙ VOLTE DAGLI AMERICANI - E' STATA OPPORTUNA LA CONCESSIONE DEI DOMICILIARI A UN RICERCATO INTERNAZIONALE COME USS? ELISABETTA BELLONI, CAPO DEL DIS, NON POTEVA NON OCCUPARSENE...

 

 

 

 

 

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ALTA TENSIONE TRA L\'INTELLIGENCE AMERICANA E QUELLA ITALIANA PER L'ASSURDA FUGA DEL RUSSO ARTEM USS

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DAGONEWS

ARTEM USS

Nella storiaccia di Artem Uss, l'oligarca russo ai domiciliari a Milano e fatto scappare dagli 007 russi, c'è una sola certezza: i servizi segreti di Putin, in Italia, fanno quello che vogliono! E allora bisogna chiedersi: noi, un controspionaggio ce l'abbiamo o no? Aise e Aisi dov'erano? E il Dis?

 

A Mosca si vantano dell’operazione di esfiltrazione. Alexander, padre dell’imprenditore fuggito da Basiglio,  ha ringraziato addirittura Vladimir Putin: “Non è solo il nostro presidente, ma è soprattutto un uomo con un cuore grande e generoso”.

 

Ha lasciato intendere che l’operazione è stata "benedetta" dal Cremlino e ha aggiunto: “Il nostro Paese ha molti amici e persone oneste che lo sostengono e che al momento giusto sono pronte ad aiutare. So di cosa parlo…”. Sta forse evocando un ruolo di italiani (ex militari?) nell’operazione?

 

alfredo mantovano giorgia meloni lorenzo guerini audizione al copasir 1

Chiunque sia coinvolto, il governo italiano aveva sufficienti informazioni per controllare in modo più stringente Uss, come confermato da Giuliano Foschini e Fabio Tonacci, oggi su “Repubblica”.

 

Gli americani avevano avvisato l’Italia almeno due volte della pericolosità del magnate russo, che smerciava componenti tecnologiche per Putin, aggirando le sanzioni. La prima, subito dopo la sua cattura: “Esiste un altissimo pericolo di fuga”.

 

La seconda, dopo la decisione della Corte di Appello di Milano di concedere i domiciliari: “esortiamo le autorità italiane a prendere tutte le misure possibili per disporre nei confronti di Uss la misura della custodia cautelare per l’intera durata del processo di estradizione”.

 

ALEXANDER USS

A oligarca scappato, alla presidenza del Consiglio è partito lo scaricabarile. L'agenzia AGI, già diretta dall'attuale capo ufficio stampa di Palazzo Chigi Mario Sechi, ha diffuso un lancio nel quale era riportata una dichiarazione di Giorgia Meloni, rilasciata durante l’audizione di ieri al Copasir.

 

La premier avrebbe detto: “Non è stata colpa del governo ma di un altro organo dello stato", scaricando tutte le responsabilità sulla magistratura. Dichiarazione poi smentita dal presidente del Copasir, Lorenzo Guerini. 

 

LA VERA FOTO DI ARTEM USS

Al netto delle responsabilita' dirette, tutte da accertare, è evidente che ci siano state delle falle nella vigilanza di Artem Uss. La stessa decisione di concedergli i domiciliari, “nelle more del verdetto della Cassazione sull’estradizione chiesta dagli Stati Uniti’’, con il senno di poi, appare la scelta meno appropriata per tenere sotto controllo un ricercato internazionale per il quale gli americani avevano chiesto l'estradizione. 

 

Ma, come Dago-dixit, “Elisabetta Belloni, capo del Dis che coordina Aisi e Aise, rispetto a una spia russa, con una guerra in corso in Ucraina e una richiesta di estradizione dell’intelligence americana, non può non occuparsene”.

 

Tutti erano stati allertati, gli americani ci avevano avvisato che Artem Uss era pericoloso, e noi lasciamo che il controllo di un tipino così sia in mano ai carabinieri di Basiglio, con il solo compito di andare a verificare la sua presenza in casa ogni 72 ore? Si doveva mettere in moto un ben di Dio, e invece, nisba! Risultato? I russi in Italia spadroneggiano, come se l’Italia non avesse un’intelligence...

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GLI USA AVVISARONO IL GOVERNO SUL RISCHIO DI FUGA DELLA SPIA MA ROMA IGNORÒ L’ALLARME

Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini e Fabio Tonacci per “la Repubblica”

 

Gli Stati Uniti avevano avvisato l’Italia, con una relazione inviata al ministero della Giustizia, del rischio fuga di Artem Uss. Ma, ciò nonostante, nessuna misura straordinaria è stata presa. Il dato emerge dagli atti allegati all’inchiesta sul magnate russo e mette in difficoltà il governo.

LA STRUTTURA DOVE ARTEM USS ERA AI DOMICILIARI

 

Com’era inevitabile, l’evasione di Uss è diventato un caso politico. E ieri la premier Giorgia Meloni ha spiegato al Copasir che se una responsabilità c’è stata non è da individuarsi né nell’Intelligence né tantomeno nel governo. Ma su chi – la magistratura – ha deciso di mandare il magnate russo, fermato in aeroporto a Milano il 18 ottobre scorso sulla base di un mandato di cattura americano […] agli arresti domiciliari da cui è scappato lo scorso 22 marzo.

 

Poche ore dopo il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha annunciato un’ispezione in Corte d’Appello di Milano «relativamente alla decisione dei magistrati di sostituire la misura della custodia cautelare in carcere con gli arresti domiciliari e braccialetto elettronico».

 

elisabetta belloni foto di bacco (4)

«Nessuno», ha detto in sintesi la premier davanti al Comitato (con il presidente Lorenzo Guerini che però ha smentito categoricamente che la premier abbia pronunciato frasi contro altri organi dello Stato, come invece era stato riportato dopo l’audizione) «aveva avvisato né il governo e nemmeno l’Intelligence che Uss potesse rappresentare un pericolo per la nostra sicurezza nazionale».

 

In realtà leggendo gli atti emerge un’altra verità. E cioè che il governo e il ministero della Giustizia sapessero perfettamente chi era Uss e, soprattutto, erano a conoscenza del rischio fuga. Lo sapevano perché gli era stato indicato chiaramente dall’ambasciata americana. Che da un lato aveva indicato […] che Uss non era un “semplice” contrabbandiere di petrolio. Ma un sospetto trafficante di armi, accusato di comprare quella tecnologia hi-tech che a Putin serviva nella guerra in Ucraina. E dall’altro gli Stati Uniti avevano esplicitamente denunciato il rischio evasione.

ARTEM USS

 

Il primo allarme arriva 24 ore dopo la cattura di Uss. È il 19 ottobre e a scrivere al ministero della Giustizia è il magistrato americano che si occupa dell’inchiesta: «Esiste […] un altissimo pericolo di fuga», esortando i colleghi italiani a tenere una custodia cautelare in carcere. Così accade fin quando, siamo al 25 novembre, la presidente della quinta sezione penale della Corte di Appello di Milano, Monica Fagnoni, concede i domiciliari […].

 

Gli americani ne vengono a conoscenza e così scrivono al ministero: […] «Dato l’altissimo rischio di fuga […] esortiamo le autorità italiane a prendere tutte le misure possibili per disporre nei confronti di Uss la misura della custodia cautelare per l’intera durata del processo di estradizione».

 

ROTTA JET MILITARI AMERICANI DECOLLATI DOPO LA FUGA DI ARTEM USS

Dunque, il governo sapeva benissimo che Uss poteva scappare e ciò nonostante non hanno attivato i canali di intelligence, e non solo, per evitare una fuga così incredibile. Lasciando tutto nelle mani dei carabinieri di Basiglio (dove Uss era agli arresti) che, tra l’altro, avevano solo il compito del controllo senza alcuna indicazione di sorveglianza speciale o vigilanza.

 

Ma c’è di più: nella stessa comunicazione gli americani motivano la loro preoccupazione parlando di precedenti specifici. Sei casi in tre anni, cioè, di detenuti fuggiti dall’Italia «mentre era in corso una richiesta di estradizione dagli Stati Uniti». Si tratta di Laura Virginia Fernandez Ibarra, Efeturi Simeon, Christopher Charles Garner, Christos Panagiotakoupolos, Daisy Teresa Rafoi-Bleuler, Uwe Bangert, tutti ricercati dagli americani per i reati più disparati (dalle truffe informatiche ai reati sessuali) e fuggiti, sparendo nel nulla, mentre erano agli arresti domiciliari nel nostro Paese. Proprio come Uss.

 

alfredo mantovano giorgia meloni

 

GIORGIA MELONI ALFREDO MANTOVANOelisabetta belloni foto di bacco (3)alfredo mantovano giorgia meloni

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