elon musk donald trump matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - I DESTRONZI DE’ NOANTRI, CHE HANNO BRINDATO AL TRIONFO DI TRUMP, SI ACCORGERANNO PRESTO DI AVER FESTEGGIATO UNA VITTORIA DI PIRRO – LA POLITICA ESTERA SARÀ LA DISCRIMINANTE DI QUEL POPULISMO TRUMPIANO (“IO SONO UN POVERO CHE HA FATTO I SOLDI”; CIOÈ: ANCHE TU PUOI FARCELA..) CHE HA SEDOTTO MINORANZE ETNICHE E CLASSE LAVORATRICE: "L’UNIONE EUROPEA SEMBRA COSÌ CARINA, MA CI STA DERUBANDO NEGLI SCAMBI COMMERCIALI E NOI LA DIFENDIAMO CON LA NATO: L'UE DOVREBBE PAGARE QUANTO NOI PER L'UCRAINA" - IL CAMALEONTISMO DELLA PREMIER MELONI, SEMPRE COSÌ PRO-BIDEN E FILO-ZELENSKY, DAVANTI ALLE MOSSE ISOLAZIONISTICHE DEL TRUMPONE (DAZI SULL'EXPORT ITALIANO), CON UN ALLEATO DI GOVERNO TRUMPISSIMO COME SALVINI, VERRÀ MESSO A DURA PROVA: LA DUCETTA ALLE VONGOLE STARÀ CON L’EUROPA DI URSULA O CON L’AMERICA DI "THE DONALD"?

DAGOREPORT

melania barron donald trump

Per uno che ha sadicamente strumentalizzato la famiglia, allontanando la moglie Melania, la figlia Ivanka col genero Kushner, il rampollo Baron, per non parlare dei “compagni di viaggio” (da Mike Pompeo a Nikki Halley) gettati via come kleenex usati, usare e abusare di colui che gli ha messo a disposizione la potenza propagandista di un social (X) per la riconquista della Casa Bianca non sarà un problema.

 

La sbandierata presenza di Elon Musk alla telefonata di Trump con il derelitto Zelensky è avvenuta solo perché il prossimo presidente degli Stati Uniti aveva bisogno della presenza del ketaminico sudafricano naturalizzato americano che vuole occupare Marte: “The Donald” doveva dare una “carota” al premier ucraino, in attesa di rifilargli future "bastonate".

 

elon musk donald trump

Infatti, su input del Trumpone, presa la cornetta, Musk ha dovuto rassicurare l’ex comico che, dall’alto dei cieli, i satelliti della sua StarLink continueranno, "senza problemi", a mandare avanti le comunicazioni dell’Ucraina.

 

Le “bastonate” trumpiane per l’impaludato Zelensky arriveranno quando Putin sarà disponibile a una trattativa per chiudere la guerra.

 

Cosa che accadrà solo una volta che “Mad Vlad” avrà portato a termine la conquista di un’altra fetta del territorio ucraino (operazione già in atto nella regione di Kursk, occupata dai militari di Kiev, con 50mila soldati, di cui 20mila nordcoreani che rischiano la vita al posto di quelli russi, evitando così di perdere troppi consensi in patria).

volodymyr zelensky donald trump

 

La politica estera sarà la discriminante di quel populismo trumpiano che ha sedotto la classe lavoratrice e le minoranze etniche americane, abbandonate dai liberal-dem (“Io sono un povero che ha fatto i soldi”; cioè: anche tu puoi farcela…).

 

E la politica estera sarà affilata come una ghigliottina: oltre ai dazi alla Cina e ai prodotti europei, calerà sugli onerosi aiuti militari e finanziari all’Ucraina, il 60 per cento dei quali sono sganciati dagli Stati Uniti (prima di girare i tacchi, Biden ha annunciato "un nuovo pacchetto di sicurezza di 425 milioni di dollari”), il restante è a carico dell’Unione Europea.

 

trump putin helsinki 1

Seduto alla Casa Bianca, Trump aspetta solo di ricevere il sicuro no di Zelensky alle soluzioni di pace che saranno imposte da Putin (cioè: riprendersi Crimea e parte del Donbass), per chiudere il rubinetto degli aiuti all’Ucraina.

 

A quel punto, che farà una Unione Europea mai così disgregata? Troverà l’unità politica (e i soldi) per sostenere il paese invaso dalle truppe di Mosca?

 

meloni biden

Tutti i destronzi de’ noantri, che hanno brindato alla sua vittoria, si accorgeranno presto di aver festeggiato una vittoria di Pirro. E sarà interessante, con un alleato di governo trumpissimo come Salvini, assistere alle scelte di Giorgia Meloni. Il camaleontismo della premier, sempre così pro-Biden e filo-Zelensky, davanti alle mosse di Trump, verrà messo a dura prova: la Ducetta alle vongole starà con l’Europa di Ursula o con l’America di Donald?

 

Terza via non c’è: il Tycoon col ciuffo trapiantato ha sempre sottolineato durante la sua campagna elettorale che dell’Europa se ne fotte. Peggio: la vuole fottere. Lo squaderna un pezzo dell’Ansa. In un recente comizio in Pennsylvania, improvvisando perfino un'imitazione di Angela Merkel con tanto di accento tedesco, Trump ha tuonato: "Vi dirò una cosa, l'Unione Europea sembra così carina, così adorabile, vero? Tutti quei bei paesini europei che si uniscono...".

 

giorgia meloni volodymyr zelensky

Ma "non prendono le nostre auto. Non prendono i nostri prodotti agricoli. Vendono milioni e milioni di auto negli Stati Uniti. No, no, no, dovranno pagare un prezzo elevato", ha detto rilanciando il suo 'Trump reciprocal trade act' che prevede di imporre una tariffa del 10% sulle importazioni da tutti i Paesi e dazi del 60% sulle importazioni dalla Cina. Del resto - aveva già accusato una settimana prima - ai suoi occhi l'Ue è una "mini Cina, non poi così mini".

 

Le spese per la difesa sono l'altro atto di accusa di Trump verso i Paesi europei: l'Ue si "approfitta di noi" negli scambi commerciali" e "noi li difendiamo con la Nato: dovrebbe pagare quanto noi per l'Ucraina", ha detto nei mesi scorsi, arrivando a minacciare di escludere dalla protezione dell'articolo 5 quegli alleati che non pagano abbastanza per la Nato, suo storico mantra antieuropeo.

 

jd vance e donald trump discorso della vittoria

All'inizio dell'anno il tycoon raccontò anche di quando disse ai leader dell'Alleanza che avrebbe addirittura "incoraggiato" la Russia a "fare quello che diavolo voleva" ai Paesi che non avevano pagato il dovuto. La Nato "è più importante per loro che per noi. Noi abbiamo un bellissimo oceano che ci separa" dai problemi. "Il giorno dopo - assicurò - miliardi e miliardi di dollari erano stati versati". L’ultima stoccata: "L'Europa sembra così carina, ma ci sta derubando. Pensano che siamo stupidi".

 

donald trump discorso della vittoria 3

Dall’alto della potenza di fuoco americana, Trump, coadiuvato dal vice Vance (che non è un coglione), ha il coltello dalla parte del manico e preferisce un ricattatorio bilateralismo: trattare con i singoli stati, costringendoli alle sue condizioni. E a rimetterci saranno i paesi più deboli come l’Italia, zavorrata dal più mostruoso debito pubblico europeo, che esporta ogni anno negli Usa prodotti per quasi 67 miliardi di euro (e ne importa 25, per un saldo commerciale positivo di 42 miliardi)

 

Vedrete, quanto la Melona rimpiangerà la democrazia liberale degli Obama, Clinton, Biden…

VOLODYMYR ZELENSKY GIORGIA MELONI - MEME BY CARLI

jd vance e donald trump discorso della vittoria 1sostenitori di donald trump - 2MEME SU DONALD TRUMPil discorso di donald trump al centro convegni di palm beachDONALD TRUMPDONALD TRUMP DURANTE UN COMIZIO A TEMPE - ARIZONA supporter di donald trump donald trump e il cibo 5trump VANCE convention repubblicanaDONALD TRUMP JD VANCEDONALD TRUMP E JD VANCEelon musk donald trump jd vance

donald trump durante l intervista con elon musk ZELENSKY TRUMPjoe biden giorgia meloni g7 borgo egnazia, puglia ZELENSKY - DONALD TRUMP - FOTO LAPRESSEvolodymyr zelensky donald trump ZELENSKY - DONALD TRUMP - FOTO LAPRESSE - 2donald trump elon musk

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”