simona agnes gianni letta giorgia meloni rai viale mazzini

DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI LETTA: L’EX RICHELIEU DI BERLUSCONI NON RIESCE A FAR OTTENERE A MALAGÒ IL QUARTO MANDATO AL CONI. MA SOPRATTUTO FINO AD ORA SONO FALLITI I SUOI VARI TENTATIVI DI FAR NOMINARE QUEL CARTONATO DI SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA DELLA RAI A SCOMBINARE I PIANI DI LETTA È STATO CONTE CHE SE NE FREGA DEL TG3. E L'INCIUCIO CON FRANCESCO BOCCIA L'HA STOPPATO ELLY SCHLEIN – PARALISI PER TELE-MELONI: O LA AGNES SI DIMETTE E SI TROVA UN NUOVO CANDIDATO O IL LEGHISTA MARANO, SGRADITO DA FDI, RESTA ALLA PRESIDENZA "FACENTE FUNZIONI"...

DAGOREPORT

SIMONA AGNES GIANNI LETTA

Bisogna sapere quando è il momento giusto di farsi da parte e far calare il sipario, anche se la propria storia è stata piena di successi. È il caso del quasi 90enne Gianni Letta, dominus del ventennio berlusconiano, uomo dai mille rapporti e infinite relazioni, che è riuscito nel tempo a costruire carriere, intrecciare legami, rinsaldare la sua rete di potere.

gianni letta e bruno vespa foto di bacco

 

 

 

 

 

Ma ora il vento è cambiato, il Cav non c’è più, perfino il suo una volta fedelissimo Bruno Vespa si è scapicollato sul carro del trionfo meloniano, e la capacità di influenza dell’eminenza azzurrina si è esaurita. A dimostrazione della sua debolezza, gli inutili tentativi di concedere al suo pupillo storico, Giovanni Malagò, il quarto mandato alla guida del Coni, con tentativi bislacchi di prorogare di un anno la presidenza per permettere a “Megalò” di tagliare il nastro delle Olimpiadi invernali di Milano Cortina nel 2026.

 

malagò gianni letta

A testimoniare l’appannamento della buona stella di Gianni Letta è soprattutto il caso Simona Agnes: considerata una di specie di cartonato dell’ex sottosegretario a Palazzo Chigi, la figlia di Biagio viene inutilmente spinta da mesi alla Presidenza della Rai, senza mai arrivare al traguardo.

 

Letta sperava che, chiusa la bagarre sullo statuto del M5s, si potesse trovare un accordo con Giuseppe Conte. Il classico ''do ut des'' della politica romana, che avrebbe consegnato la direzione del Tg3, ancora vacante dopo la dipartita di Mario Orfeo a "Repubblica", ai pentastellati di Conte, e la Presidenza Rai a Simona Agnes.

clemente mimun gianni letta silvio berlusconi

 

L’imprevisto che ha fatto saltare il banco è stata la rinnovata posizione barricadera di Peppiniello appulo, che dopo essersi “travestito” da intransigente nella faida con Beppe Grillo e aver rivendicato la sua identità di “progressista indipendente” per non apparire vassallo del Pd, non poteva perdere la faccia cedendo all’inciucione con la maggioranza di Governo.

 

gianni letta silvio berlusconi

 

 

 

 

 

Chiusa l’ipotesi scambio con Conte, Gianni Letta ha cercato altre strade. Il fu Richelieu di Arcore ha spinto la sua cocca a rilasciare una dichiarazione improvvida vieppiù ridicola, quella in cui si auto-candida alla Presidenza sostenendo di essere una figura super-partes:

 

(“Sono a disposizione per svolgere con la massima serietà e professionalità' l'incarico di presidente della Rai, nel pieno rispetto del mandato e del pluralismo e degli orientamenti della commissione di Vigilanza. Sarebbe per me un onore svolgere un ruolo di garanzia, nei confronti di tutti con profondo e convinto spirito di servizio come prima di me ha fatto mio padre, Biagio Agnes che ha dedicato la sua vita alla Rai”).

 

NUNZIA DE GIROLAMO FRANCESCO BOCCIA

Nella sua trama diplomatica, Gianni Letta ha anche incontrato il piddino Francesco Boccia, ma ha sbagliato cavallo: il marito di Nunzia De Girolamo non è più il plenipotenziario in Rai del Pd, visto che Elly Schlein si è convinta che il parlamentare di Bisceglie sia interessato più alle sorti della sua Nunziarella che a quelle del Pd.

 

In questo guazzabuglio, la Rai resta in una situazione di stallo, a un passo dalla paralisi, con il cda guidato dal presidente facente funzioni Antonio Marano, un vecchio volpone d’area leghista che Fratelli d’Italia e lo stesso ad, Giampaolo Rossi, non vedono di buon occhio (eufemismo), conoscendone le abilità manovriere.

 

ANTONIO MARANO

Da questa impasse non ci sono molte vie d’uscita: o la maggioranza ripropone per l’ennesima volta Agnes, nonostante le ormai innumerevoli fumate nere , oppure si dimette e si va su un nuovo candidato, in grado di raccogliere un più ampio consenso.

 

RAI. SENZA ACCORDO SULLA AGNES SI VA AVANTI A COLPI DI INTERIM NEI TG . SANGIULIANO IN POLE PER RAI ITALIA

Easter Bunny per https://www.ilgiornaleditalia.it/

 

GIAMPAOLO ROSSI

Premessa: non si capisce perchè si debba "bloccare" un'azienda pubblica in attesa di una nomina. Per avere le nuove nomine Rai dei telegiornali, infatti, bisognerà aspettare il nuovo anno, e comunque non prima dell’elezione del presidente (atteso ormai dalla fine dell'estate).

 

Nonostante Simona Agnes abbia riconfermato la propria disponibilità a svolgere il ruolo di presidente di garanzia della Rai, non arrivano segnali di disgelo da parte delle principali forze di opposizione. Per sostenere la Agnes Forza Italia ha provato a sensibilizzare anche Italia Viva, in cambio di un cambio di rotta (come poi è avvenuto) sulla norma per incarichi e compensi provenienti dai paesi extraeuropei, per molti definitiva “legge anti Renzi”.

 

Pierluca Terzulli

In attesa della politica, l’amministratore delegato della Rai, Giampaolo Rossi, deve comunque mettere mano su alcune nomine urgenti. Si tratta di testate che sono prive di direttore o comunque in scadenza. Per questo si andrà avanti con degli interim.

 

Dopo quello a Roberto Pacchetti per la Tgr, si va verso una proroga per Paolo Petrecca a RaiNews 24. Per quanto riguarda il Tg3, che dopo l’abbandono di Mario Orfeo è stato affidato al vicedirettore Pierluca Terzulli, si sta pensando a un nuovo interim: quello al vicedirettore più anziano Riccardo Chartroux.

 

nicola fratoianni. angelo bonelli giuseppe conte genova, manifestazione per le dimissioni di giovanni toti

Sul Tg3 in realtà si stava trattando con Alleanza Versi Sinistra per una soluzione definitiva. Quello di dare la direzione proprio a Terzulli, che è molto gradito agli ambienti di Avs. L’operazione vedeva favorevole il verde Angelo Bonelli, ma non l’altra metà della lista Nicola Fratoianni. Lontana ora l’ipotesi di assegnarla al Movimento 5 Stelle. Il partito di Conte è conscio che il Tg3 è una testata con una redazione all’80% a trazione PD.

 

Per questo, pur avendo la guida della testata con una persona di fiducia, resterebbero a galla diverse problematiche, tra cui quella di far apparire i 5 Stelle come un gruppo disposto a scendere a patti pur di avere una direzione. Insomma, indipendenti con la sinistra ma non con la destra. Ne verrebbe fuori solo un danno di immagine.

 

maria rosaria boccia e gennaro sangiuliano a sanremo FOTO GENTE

Interim in arrivo anche a Rai Sport, dove al pensionato Jacopo Volpi dovrebbero succedere per un breve periodo Auro Bulbarelli oppure Massimiliano Mascolo (Marco Lollobrigida, quota Fdi, dovrà dunque ancora aspettare per la desiderata direzione).

 

Ci sono in scadenza, per motivi pensionistici, anche direzioni come Rai Italia, attualmente guidata da Fabrizio Ferragni, e che potrebbe andare a Gennaro Sangiuliano, e Rai Kids, guidata dal dem Luca Milano, e che dovrebbe essere sostituito da Roberto Genovesi, attualmente direttore di Rai Libri e Cartoons On The Bay, e gradito all'Ad Giampaolo Rossi.

GIANNI LETTA SIMONA AGNES

 

jacopo volpi foto di bacco

simona agnes gaetano uni roberto gervaso gianni lettagianni letta simona agnes roberto sergio SIMONA AGNES GIANNI LETTA E MARCELLO SORGI DA SERGIO MATTARELLA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”