“DALL’UE UN COLPO DI STATO PERMANENTE” – MARINE LE PEN E GLI ALTRI PUZZONI SOVRANISTI EUROPEI SERRANO I RANGHI ALLA VIGILIA DEL CONSIGLIO EUROPEO SUGLI ASSET RUSSI – I PATRIOTI ACQUISTANO NELLA LORO BATTAGLIA IL PRIMO MINISTRO CECO BABIS E METTONO NEL MIRINO VON DER LEYEN – GLI STRALI DEI FILOPUTINIANI ORBAN E SALVINI CHE È TORNATO A BATTERE SULLA NECESSITÀ CHE IN UCRAINA LE ARMI LASCINO QUANTO PRIMA SPAZIO ALLA DIPLOMAZIA (PUTIN PERMETTENDO)
(di Alessandra Briganti) (ANSA) - Alla vigilia di un vertice che si preannuncia gravido di tensioni, i Patrioti europei serrano i ranghi. Uniti nella difesa delle nazioni contro un'Europa che è diventata, nelle parole di Marine Le Pen, "un colpo di Stato permanente". Diverse le posizioni ed un unico comune denominatore: impedire che l'Unione europea accentri su di sé poteri che non le spettano.
Sui quattrini all'Ucraina come sull'accordo commerciale con i Paesi del Mercosur. Nella battaglia, i Patrioti possono contare ora su una pedina in più nella stanza dei bottoni, Andrej Babiš, il primo ministro ceco che ha fatto ritorno a Bruxelles dopo quattro anni all'opposizione.
A fare gli onori di casa, Viktor Orbán che ha ospitato la riunione dei leader sovranisti alla Maison de Hongrie, nel cuore del quartiere europeo. Il premier ungherese ha continuato a lanciare strali contro le opzioni elaborate dalla Commissione Ue per il sostegno finanziario all'Ucraina, l'uso degli asset russi immobilizzati e il debito congiunto.
Orbán non ha usato mezzi termini: "Politici e burocrati di Bruxelles hanno detto che avrebbero finanziato la guerra senza mettere le mani nelle tasche dei cittadini, ma facendo ricorso agli asset russi. Un imbroglio - ha tuonato - un imbroglio che pagheremo tutti". Orbán ha poi avvertito "dell'impatto tremendamente negativo sulla società Euroclear" che avrebbe la decisione di usare gli asset russi, tanto che Budapest sta accarezzando l'idea di spostare le riserve valutarie del Paese fuori dal Belgio.
A gettare acqua sul fuoco ci ha pensato l'ultimo arrivato, l'euroscettico ma pragmatico Babiš, che pur chiudendo alla possibilità di usare gli asset russi immobilizzati, ha aperto al debito comune. Su un punto, esplicitato dal premier ceco, concordano tutti: il Belgio, che ha in pancia la maggior parte degli asset russi è "il paese più importante in questo dibattito".
Gli ha fatto eco la leader del Rassemblement national. "Bart De Wever ha ragione a resistere" ha commentato Le Pen che ha accusato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen di aver blandito Bruxelles per "ottenere una violazione dei trattati". Analoga valutazione per l'intesa in bilico con il Mercosur. Il comportamento di von der Leyen sulla questione - ha detto Le Pen - è assolutamente inaccettabile: stiamo assistendo a vere e proprie manovre per aggirare la regola dell'unanimità".
Matteo Salvini inizialmente previsto in presenza, è intervenuto al vertice in videocollegamento a causa dell'udienza in Cassazione per il caso Open Arms. Accolto tra gli applausi, il leader della Lega è tornato a battere sulla necessità che le armi lascino quanto prima spazio alla diplomazia. Putin permettendo.
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