de benedetti

CI VUOLE UNA FACCIA DA DE BENEDETTI PER DIRE “LE ELITE FACCIANO AUTOCRITICA” (IL MEA CULPA E’ SEMPRE DEGLI ALTRI…) - E INFATTI L’INGEGNERE LO DICE: “NEGLI ULTIMI 20 ANNI SIAMO STATI TUTTI TROPPO INNAMORATI DELLA GLOBALIZZAZIONE E DELLE TECNOLOGIE. TENENDO IN SCARSA CONSIDERAZIONE I DANNI CHE QUESTA COMBINAZIONE DI FATTORI AVREBBE AVUTO SULLA CLASSE MEDIA E SUI LAVORATORI. POLITICAMENTE, LA RESPONSABILITÀ È DA ATTRIBUIRE A BLAIR E AL BLAIRISMO CHE HA CONTAGIATO LA SINISTRA EUROPEA…”

Alessandro Graziani per “il Sole 24 Ore”

 

de benedetti

«L'euro è stato la salvezza dell' Italia. Che Paese saremmo oggi se 20 anni fa fossimo rimasti con la lira? Simili all'Egitto, finanziariamente. Criticare l'euro è da folli anche se è vero che la moneta unica, come l'Europa, è un'incompiuta». Carlo De Benedetti, 84 anni, uomo di impresa e di finanza, è europeista da sempre. Il suo network di relazioni internazionali lo ha portato a essere amico, tra gli altri, di Jacques Delors, uno degli architetti della costruzione europea. E proprio da qui parte l' intervista al Sole 24 Ore sui 20 anni della moneta unica europea.

 

La nascita dell' euro è stata una fuga in avanti in un edificio europeo ancora da costruire?

FRANCOIS HOLLANDE E IL SUO PADRE POLITICO JACQUES DELORS

Ero molto legato a Jacques Delors, ricordo che una sera a cena a Bruxelles sostenevo che il progetto della moneta unica senza un supporto istituzionale mi sembrava un azzardo. Mi spiegò che si trattava di un azzardo necessario perché la politica, da sola, non avrebbe mai avuto il coraggio di procedere all'integrazione europea. Lanciare la moneta avrebbe accelerato il processo di unificazione. Delors aveva ragione, anche se poi bisogna ammettere che l'euro è rimasto incompiuto per la mancanza di iniziativa politica verso una maggiore integrazione europea.

ROMANO PRODI

 

L'euro e l'Italia. Fu un bene entrare?

L'euro è stato la salvezza dell' Italia. Pensi a cosa sarebbe avvenuto nel nostro Paese se fossimo rimasti fuori dalla moneta unica. Svalutazioni della lira ogni due anni? Un disastro. Dal punto di vista finanziario avremmo fatto la fine dell'Egitto. Ricordo che Ugo La Malfa, ben prima che si parlasse dell' euro, ripeteva sempre che «dobbiamo rimanere avvinghiati con le unghie alle Alpi».

 

All'epoca c'era chi sosteneva che fosse meglio se l'Italia fosse entrata in un secondo momento. Lei che opinione aveva?

In linea di principio, l' idea che l'Italia entrasse nell'euro in una seconda fase non era sbagliata. Ma non potevamo essere i soli a restare fuori e la Spagna non ci aiutò. Ho avuto occasione di riparlarne poco tempo fa in Andalusia con l'allora premier spagnolo José Maria Aznar. Prodi andò a Madrid e gli chiese di rinviare insieme l'entrata nell' euro ma Aznar rifiutò. Ricordo che Prodi rientrò a Ciampino in tarda serata e convocò una riunione d'urgenza. Furono momenti drammatici, l'Italia non poteva essere l'unico Paese avanzato del Continente a restare fuori dall'euro.

 

aznar prima e dopo

Tremonti sostiene che l'Italia entrò nell'euro per volontà della Germania. E in particolare degli industriali tedeschi, che temevano di perdere competitività. È d'accordo?

No. Ricordo benissimo che all'epoca in Italia tutta la classe dirigente e politica voleva entrare nell'euro. Lo voleva Gianni Agnelli, lo voleva l' establishment, la Confindustria. È vero invece che poi la Germania ha beneficiato più dell'Italia dei vantaggi dell'euro. Ma la colpa è solo nostra, non abbiamo mai fatto le politiche per migliorare la produttività a differenza di Berlino dall' era Schröder in poi. E si è trascurato il fatto che i salari non hanno mantenuto il potere d'acquisto, creando nuovi poveri e nuove ingiustizie.

 

Gianni Agnelli 05

I cittadini sono in maggioranza a favore dell' euro, ma criticano "questa" Europa. Lei ha citato la perdita di potere d' acquisto che ha colpito la classe media e i ceti più poveri. Lo si vede anche in Francia con la rivolta dei "gilet gialli". Le élite europee si sono dimenticate dei popoli?

Il caso francese è diverso, non è una protesta contro l'Europa ma contro Macron che ha commesso vari errori come togliere l'imposta sui patrimoni in un periodo di disuguaglianze. Quanto alle élite europee, credo che sia necessaria un' autocritica. Negli ultimi 20 anni siamo stati tutti troppo innamorati della globalizzazione e delle nuove tecnologie.

Tenendo in scarsa considerazione i danni che questa combinazione di fattori avrebbe avuto sulla classe media e in generale sui lavoratori. Politicamente, la responsabilità di questa accettazione acritica della globalizzazione è da attribuire a Blair e al blairismo che ha contagiato la sinistra europea.

 

de benedetti 2

Torniamo all'euro. La moneta unica ha rischiato di saltare nel 2011, sotto l'attacco della speculazione internazionale, anche per colpa della crisi italiana. È una moneta fragile?

L'euro è zoppo e incompiuto e lo resterà finché non vi sarà un rafforzamento della costruzione europea. In quel periodo la speculazione constatò che c'erano difficoltà e fece il suo mestiere. L'euro ha rischiato ed è stato salvato da Mario Draghi con l'attivazione del quantitative easing e il dispiegamento di forze dell' arsenale della Bce. Merito a Draghi che, salvando l'euro e l' Europa, ha salvato anche l'Italia.

 

In Italia c'è chi sostiene che l'attacco all'euro di quel periodo fosse parte di un "golpe finanziario" per far cadere il governo Berlusconi? Che ne pensa?

Ma quale golpe. Il governo Berlusconi era totalmente delegittimato presso tutte le cancellerie europee, l'Italia era allo sbando, tutti ricordano i risolini a Nizza di Merkel e Sarkozy nei confronti di Berlusconi che era ormai diventato un clown della politica.

 

angela merkel silvio berlusconi

Guardiamo al futuro. Le prospettive dell'euro sono strettamente connesse a quelle di un'Europa in cui crescono i movimenti politici sovranisti. Le prossime elezioni di maggio saranno uno snodo decisivo per la storia?

La costruzione europea è in evidente difficoltà ed è possibile che con le prossime elezioni il primo raggruppamento parlamentare a Bruxelles sia di impostazione sovranista. Mi auguro che il Partito popolare europeo non pensi di blandire i sovranisti, arrivando a qualche tipo di alleanza. Lo considererei un errore della portata di quello del primo ministro britannico Chamberlain che nel 1938 pensò di ammansire Hitler.

SARKOZY E MERKEL RIDONO DI BERLUSCONI

 

Ricordiamo che nel '900 in Europa abbiamo vissuto due guerre devastanti che sono nate da scontri tra nazioni. Nel Dopoguerra con saggezza chi governava ha creato organizzazioni sovranazionali in Europa, partendo nel 1951 dalla Commissione per il carbone e l'acciaio, proprio per evitare i contrasti tra le nazioni. Non so quanto tempo servirà, ma bisogna aspettare che passi il vento sovranista.

Ultimi Dagoreport

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin terre rare

FLASH! – L’EX COMICO ZELENSKY SI È RIVELATO MOLTO PIÙ ABILE DI TANTI DIPLOMATICI - LA POLIZZA SULLA VITA DELL’UCRAINA È STATA LA FIRMA DELL’ACCORDO SULLE TERRE RARE, CHE RAPPRESENTA UNA “GARANZIA DI SICUREZZA” DI AVERE TRUMP DALLA SUA PARTE - COME POTRANNO GLI AMERICANI PERMETTERE A PUTIN DI PRENDERSI IMPIANTI E MINIERE IN COMPROPRIETÀ USA-UCRAINA? L’INTESA SUI MINERALI HA SORPRESO "MAD VLAD": ERA CONVINTO CHE ZELENSKY NON AVREBBE MAI MESSO DA PARTE L’ORGOGLIO, FERITO CON L’UMILIAZIONE ALLA CASA BIANCA…

marina paolo berlusconi antonio tajani ursula von der leyen antonio angelucci

DAGOREPORT – GETTATA DALLO SCIROCCATO TRUMP NEL CESTINO DELL'IRRILEVANZA, MELONI ARRANCA IMPOTENTE, E SI SPACCA PURE LA FAMIGLIA BERLUSCONI: ALL’EUROPEISTA MARINA SI CONTRAPPONE IL TRUMPIANO ZIO PAOLO (TRA I DUE C’È STATO UN BOTTA E RISPOSTA TELEFONICO CON CAZZIATONE DELLA NIPOTINA: MA TU, CHI RAPPRESENTI?) – UNICO MINISTRO DEGLI ESTERI EUROPEO AD ESSERE IGNORATO DAL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO MARCO RUBIO, TAJANI E' IMPOTENTE DAVANTI ALLE SBANDATE ANTI-UE DI SALVINI (IN COMPAGNIA DI MARINE LE PEN) E AL CAMALEONTISMO-BOOMERANG DELLA ''GIORGIA DEI DUE MONDI", FINITA "ESPULSA'' DALL'ASSE MACRON-MERZ-TUSK – E QUANDO RICICCIA LA QUESTIONE DEL MES (L'ITALIA E' L'UNICO DEI 27 PAESI EU CHE NON L'HA RATIFICATO), SI APRE UNA NUOVA CREPA TRA FORZA ITALIA E LEGA – L’ASSALTO DI “LIBERO” E “TEMPO” A URSULA VON DER LEYEN (IL MELONIZZATO ANGELUCCI È TORNATO SALVINIANO?) - UNICA SODDISFAZIONE: FINCHE' L'ALTERNATIVA SI CHIAMA ELLY SCHLEIN, GIUSEPPE CONTE E FRATOIANNI-BONELLI, IL GOVERNO DUCIONI CAMPA TRANQUILLO...

donald trump - mohammed bin salman - netanyahu al jolani

DAGOREPORT - QATAR-A-LAGO! A GUIDARE LE SCELTE DI DONALD TRUMP, SONO SOLTANTO GLI AFFARI: CON IL TOUR TRA I PAESI DEL GOLFO PERSICO, IL TYCOON SFANCULA NETANYAHU E SI FA "COMPRARE" DA BIN SALMAN E AL-THANI – LA FINE DELLE SANZIONI ALLA SIRIA, LE TRATTATIVE DIRETTE CON HAMAS PER LA LIBERAZIONE DELL'OSTAGGIO ISRAELIANO, IL NEGOZIATO CON L’IRAN SUL NUCLEARE E GLI AIUTI UMANITARI USA A GAZA: ECCO COSA DARA' TRUMP AGLI STATI ARABI IN “CAMBIO” DEL FIUME DI PETROLDOLLARI IN DIREZIONE WASHINGTON - IL TYCOON MANIPOLA LA REALTÀ PER OCCULTARE IL FALLIMENTO DELLA POLITICA DEI DAZI: MA SE ENTRO IL 30 GIUGNO NON SI TROVA L'ACCORDO, L’UE È PRONTA ALLA RITORSIONE – APPUNTI PER LA DUCETTA: COME DIMOSTRA L’ISRAELIANO “BIBI”, SEDOTTO E ABBANDONATO, NON ESISTONO “SPECIAL RELATIONSHIP” CON IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO MA SOLO CIO' CHE GLI CONVIENE… - CIRCONDATO DA YES MEN E MILIARDARI IN PREDA AI DELIRI DELLA KETAMINA COME MUSK, A FAR RAGIONARE TRUMP È RIMASTO SOLO IL SEGRETARIO AL TESORO, SCOTT BESSENT...