pietrangelo buttafuoco giorgia meloni

LA DESTRA DEI PARA-GURU – "QUANDO NEL 2015 LA MELONI SI OPPOSE ALLA CANDIDATURA DI BUTTAFUOCO ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE SICILIA PERCHÉ MUSULMANO (AL CONTRARIO DI SALVINI CHE LO CONSIDERAVA UNO DEI TEORICI DI PUNTA DEL CARROCCIO), IL NOVELLO GIAFAR AL-SIQILLI, CIOÈ GIAFAR IL SICILIANO REPLICÒ: “IO FACCIO POLITICA, MA CON I MIEI LIBRI E I MIEI ARTICOLI. NON SONO ADATTO AL MERCATO ELETTORALE DOVE LA PUR FORMIDABILE MELONI È POI COSTRETTA AD ARGOMENTARE DA PEZZENTE PER SALVAGUARDARE IL PROPRIO ORTICELLO” - PER DIVENTARE UN’INSALATINA NELL’ORTICELLO DELLA MELONI, A BUTTAFUOCO-GIAFAR BASTÒ POCO, UN’INTERVISTA A “REPUBBLICA” (28/6/2023): “MELONI È L’EREDE DI BERLUSCONI E PORTERÀ LA DESTRA FUORI DAI RECINTI. E SARÀ DATO SPAZIO A CHI FINORA È STATO CENSURATO” – QUATTRO MESI DOPO (26/10/2023), ARRIVÒ PUNTUALE LA NOMINA A PRESIDENTE DELLA BIENNALE…

PIETRANGELO BUTTAFUOCO - MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA

ARCHEO /1 - PB SULLA MELONI

Ottavio Cappellani per mowmag.com – articolo 31 ottobre 2023

 

Quando la Meloni si oppose alla candidatura di Buttafuoco alla presidenza della regione Sicilia perché musulmano: “Io faccio politica, me ne rendo conto, ma con i miei libri e con i miei articoli. Non sono adatto al mercato elettorale dove la pur formidabile Meloni è poi costretta ad argomentare da pezzente per salvaguardare il proprio orticello”. Domanda: con la nomina a presidente della Biennale, non è che è diventato un’insalatina nell’orticello della Meloni?

 

ARCHEO /2 - BUTTAFUOCO CANDIDATO IN SICILIA? MELONI: NO, È CONVERTITO ALL’ISLAM. NOI LEPENISTI NON POSSIAMO PROPORRE UN INFEDELE

Amedeo La Mattina per "La Stampa" – articolo del 28 Luglio 2015

 

meloni buttafuoco

L’estate riserva sempre dibattiti e polemiche politiche più eccentriche del solito (per la verità abbondano anche d’inverno), ma questa ha quantomeno il merito di far capire, in parte, cosa bolle nel pentolone della destra che incrocia la Lega di Salvini versione nazional-sudista e i Fratelli d’Italia.

 

Tutto nasce dalla proposta niente affatto provocatoria dell’onorevole Angelo Attaguile, coordinatore di «Noi con Salvini» in Sicilia, ex democristiano di lungo corso, una volta legato all’ex governatore dell’isola Raffaele Lombardo: candidare il giornalista scrittore Pietrangelo Buttafuoco alla presidenza siciliana nella previsione di un crollo imminente di Rosario Crocetta.

 

pietrangelo buttafuoco beatrice venezi

Attiguile dice che si tratta di una proposta personale ma che non dispiace a Matteo, che considera Pietrangelo uno dei teorici di punta del Carroccio. Quando l’altro giorno è stato fatto il nome di Buttafuoco alla prima convention dei salviniani siciliani, la platea è esplosa in una standing ovation per l’autore di «Buttanissima Sicilia» (critica al vetriolo dei mali dell’isola).

 

Ma c’è un piccolo particolare (oltre al fatto che gli vengono le bolle a sentire parlare di una su candidatura) è che Buttafuoco si è convertito alla religione di Maometto (lui però disdegna il termine conversione e nel suo ultimo sofisticato libro «Il feroce saracino, la guerra dell’Islam, il califfo alle porte di Roma» preferisce parlare di «Tradizione» che affonda nelle radici arabe siciliane).

 

pietrangelo buttafuoco foto di bacco (4)

Un islamico a Palazzo d’Orleans di Palermo? Per i leghisti in salsa sicula non ci sarebbe nulla di male. Per Giorgia Meloni, che dovrebbe fare asse lepenista con Salvini, invece sì.

 

«A parte il fatto che non credo che il mio amico Pietrangelo sia interessato e premesso che lo stimo molto come intellettuale, ma ci rendiamo conto del messaggio culturale, prima ancora che politico, che daremmo al mondo? È come se a Istanbul venisse candidato ed eletto un cristiano. Io sono per la libertà di culto, non ho nulla contro i musulmani e l’Islam... ma santo Dio!».

 

Quale messaggio passerebbe se venisse candidato Buttafuoco che si è dato il nome di Giafar al-Siqilli, cioè Giafar il siciliano?

 

pietrangelo buttafuoco Aziza Chaouni alessandro giuli Debora Rossi

«Il messaggio - spiega Meloni - di un cedimento culturale ai quei fanatici che vorrebbero sottomettere noi infedeli. Nel libro «Sottomissione», lo scrittore francese Michel Houellebecq racconta della vittoria alle elezioni presidenziali di un candidato musulmano contro un candidato del Front National. La Francia in mano agli estremisti jihadisti, la resa, l’incapacità di difendere la propria cultura occidentale e nazionale. Qui invece siamo al paradosso che il fronte lepenista candiderebbe in Sicilia un convertito all’Islam».

 

Meloni evoca le nostre origini ebraico-cristiane, sembra richiamare tesi care di Oriana Fallaci: è la sponda cattolica più dura della destra. «Mi fa specie che un partito come la Lega cada in questa contraddizione con tutte le implicazioni che ci sono nella comune battaglia contro l’immigrazione e il proliferare di minareti in Italia».

 

luigi brugnaro - federico mollicone - gennaro sangiuliano - diego della valle - PIETRANGELO BUTTAFUOCO - BIENNALE DI VENEZIA 2024

Forse Meloni mette le mani avanti rispetto a future scelte politiche in Sicilia della Lega. «Nessuna rottura e nessun risentimento. Discutere tra alleati è sempre salutare e poi sulla Sicilia non mi sento messa fuori campo perchè la partita ancora non si è aperta».

 

La leader di Fdi ripete che non ha nulla contro Buttafuoco-Giafar e la sua riscoperta del passato arabo in Sicilia . «Non entro nelle sue scelte religiose e filosofiche, ma oggi siamo dentro un’altra storia, in un contesto diverso. Non possiamo farci trovare impreparati».

 

ARCHEO/3 - BUTTAFUOCO: “MELONI È L’EREDE DI BERLUSCONI E PORTERÀ LA DESTRA FUORI DAI RECINTI”

Carmelo Lopapa per “La Repubblica” – 28 giugno 2023

 

pietrangelo buttafuoco Aziza Chaouni alessandro giuli Debora Rossi 1

«La destra di Giorgia Meloni conquista il mondo della cultura», ha scritto con una certa enfasi Le Monde nei giorni scorsi. Dalle istituzioni culturali, appunto, alla Rai.

 

Non avranno esagerato, Pietrangelo Buttafuoco?

«Secondo me bisogna distinguere la sottocultura mediatica, quindi la vetrina percepita, da quella che è la sostanza della produzione, della ricerca e della formazione culturale».

 

Ovvero?

«Io credo che il trauma politico maturato con la vittoria di Giorgia Meloni abbia aperto i recinti. E che sia accaduto sul piano culturale quel che si verifica in ambito economico: ha presente gli ascensori sociali che salgono e che consentono agli esclusi di raggiungere i piani alti? Ecco, sta succedendo qualcosa di molto simile».

 

SVEVA ALVITI - PIETRANGELO BUTTAFUOCO - MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA

Vuole dire che staremmo passando dal complesso di inferiorità all’egemonia culturale della destra?

«In realtà si è dimostrato che una vera e propria sudditanza culturale non c’è mai stata. Quella che a noi sembrava onnipotenza culturale della sinistra era solo sottocultura mediatica. Per voler fare nomi e cognomi, di Lucia Annunziata - da qui a qualche tempo - che è stata in Rai, non le patrie lettere, ma l’Inps se lo ricorderà.

 

Riconoscendole le quote maturare da presidente di Viale Mazzini al tempo del governo Berlusconi. Vogliamo chiamare cultura le uscite di Roberto Saviano la domenica sera da Fabio Fazio? Nel cinema abbiamo avuto l’Oscar di Roberto Benigni, certo, ma nessuno ricorda che ben più importanti, nella storia del cinema, sono stati quelli a Pietro Germi, che non era della parrocchietta, e a Federico Fellini, l’anti-ideologico per antonomasia».

 

Fogli consanguinei di Pietrangelo Buttafuoco - pubblicato da Aristocrazia Ariana

Sul filo delle sue provocazioni, mi scusi, ma se c’è stata addirittura un’egemonia culturale della destra, va detto che è stata giocata abbastanza male. Se ne sono accorti in pochi.

«Non dico e non ritengo che ci sia stata un’egemonia della destra. Ma sono convinto che la sinistra abbia sempre fatto più che altro dell’ottimo marketing culturale. Fatto davvero bene, eh... Senza occuparsi mai di scavare nel profondo di quel che è l’umile fatica della letteratura, della scienza e dell’arte. Ebbene, ribadisco, questa stagione farà crollare i recinti. Sarà data casa a chi casa finora non ne ha avuta una».

 

Vuol dire posti e poltrone, nelle istituzioni culturali come in Rai?

«Mi riferisco a qualcosa di più alto, se mi permette: all’opportunità di dare spazio a chi finora è stato censurato. Un po’ come avveniva intorno all’anno Mille: in un mondo che dava alle fiamme i manoscritti di Platone e Aristotele, nella mia Sicilia degli emiri e del pluralismo culturale quei manoscritti venivano copiati e tramandati».

PIETRANGELO BUTTAFUOCO - ALBERTO BARBERA - MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA

 

La pensa come il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che parla di una “nuova narrazione” possibile, capace di avviare la riabilitazione del sentimento nazionale? Alla fine, giriamo sempre lì, a destra, intorno al concetto di Dio, patria e famiglia.

«Più che di una nuova narrazione, termine che mi fa subito pensare a Nichi Vendola, parlerei di grandi trasformazioni in atto, che poi, come sempre, si traducono in grandi opportunità».

 

Resta un problema di fondo, per la destra: fare cultura, d’accordo, ma con chi? Giusto lei e pochi altri intellettuali di area riconosciuti. Davvero poca cosa, non pensa?

matteo renzi pietrangelo buttafuoco foto di bacco

«Ma questo è un luogo comune alimentato dal gioco mediatico della sinistra, insisto. Molti anni fa Eugenio Scalfari a Otto e Mezzo dalla Gruber aveva chiesto di potersi confrontare con me: “Hai letto libri che noi non conosciamo”, mi diceva. Basta avere la curiosità intellettuale di confrontarsi con altri. Poco o tanto conosciuti, non importa. Basta avere la curiosità e la pazienza di cercare e riconoscere il nuovo».

 

Ci sarà un posto anche per Buttafuoco nel gotha culturale della nuova destra?

«Un posto già c’è, non nel gotha, ma nei cataloghi delle case editrici. In quota scrittore di nicchia».

 

pietrangelo buttafuoco foto di bacco (1)

Pochi giorni fa la morte e i funerali di Berlusconi. È stato appena pubblicato il suo libro “Beato lui”, edito da Longanesi. Che ne sarà del berlusconismo dopo Berlusconi e cosa del centrodestra dopo la morte del padre?

«Io ho scritto il libro partendo da un’idea ben precisa: la politica per Berlusconi è stata un pretesto. Lui si è trasformato da persona in personaggio, per incastonarsi nella viva vena della tradizione letteraria italiana. La sua leadership politica è stata un dettaglio».

 

Pietrangelo, così siamo oltre la beatificazione alla quale si è assistito in questi giorni al Senato e alla Camera in occasione delle sedute di commemorazione.

«Ma no, io ho scritto un panegirico che non fa sconti, non un’agiografia che affresca ed omette. Berlusconi lo capisci e lo racconti attraverso le lenti e la penna di Balzac, di Donizetti o del vostro Filippo Ceccarelli. Con quelle categorie lì, letterarie più che di cronaca politica.

 

PIETRANGELO BUTTAFUOCO ALLA BIENNALE DI VENEZIA - MEME BY EDOARDO BARALDI

È uno di quegli individui che quando irrompono in scena trascinano tutto: ha mutato la società, si è impadronito di un lessico e ha cambiato la storia italiana di questi decenni. E non la racconti come un capitolo dell’antipolitica, né del popolarismo europeo. Lui ha introdotto l’individualismo nell’era della politica corale».

 

Non è detto sia stato un bene. Ad ogni modo, perché “Beato lui”?

«È un’espressione di invidia senza cattiveria. Beato lui che se l’è goduta. Che ha preso l’Italia e se l’è disegnata a modo suo, da arcitaliano quale è stato. Non mi aspettavo, mentre scrivevo, che morisse così presto, lo confesso».

 

Qual è stato il suo merito?

pietrangelo buttafuoco

«Aver liberato l’Italia dall’obbligo guelfo. Eravamo costretti a una sorta di destino: avevamo due grandi chiese apparentemente contrapposte, la tradizione comunista e quella democristiana. Lui sfascia questo ingranaggio e crea un nuovo riformismo».

 

Non pensa che il peggior difetto del Berlusconi politico invece sia stato aver curato, a tratti esclusivamente, i suoi interessi?

«Lui nasce e in fondo muore imprenditore. E quella cultura porta al governo. Ma è stato come la cuoca di Lenin: dalle cucine è passato ai vertici dello Stato».

pietrangelo buttafuoco alberto bagnai stefano candiani foto di bacco

 

Lei è convinto che Giorgia Meloni sia l’erede di Berlusconi. Perché?

«Lei erediterà e in parte ha già ereditato il suo blocco elettorale. Berlusconi ha dato la possibilità alla maggioranza silenziosa di avere un orizzonte e un destino. L’elettorato di Giorgia è semplicemente lo stesso. Transita dal berlusconismo al conservatorismo di Meloni».

 

Non è che la leader di FdI, anche in vista delle Europee, si converte progressivamente al popolarismo europeo abbandonando la sponda destra?

pedrosa buttafuoco biennale 2024

«No, secondo me lei sta conducendo un’operazione un po’ più sofisticata. Quella di creare e realizzare e perfezionare il bipolarismo italiano. La sinistra non esce dalla sua crisi e lei in fondo con la costruzione del partito conservatore le dà la possibilità di strutturarsi. Il bipolarismo del futuro sarà più maturo, dopo passaggi se non virtuosi obbligati».

 

Buttafuoco

In un’intervista a Repubblica lo scrittore Pietrangelo Buttafuoco, esponente del pensiero “ribelle” di destra (ma da sempre con consensi anche a sinistra), intona un peana verso la “nuova stagione culturale” sotto l’era di Giorgia Meloni, perché prima l’egemonia di sinistra sarebbe stata solo “sottocultura mediatica”. “Questa stagione farà crollare i recinti. Sarà data casa a chi finora non ne ha avuta una”

ANTONIO MONDA - GENNARO SANGIULIANO - HOARA BORSELLI - ALESSANDRO GIULI - PIETRANGELO BUTTAFUOCO AD ATREJU 2023PIETRANGELO BUTTAFUOCO

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