giorgia meloni duce ducetta fascista mussolini

IL DISCORSO VERGOGNOSO ALLA CAMERA DI GIORGIA MELONI DEVE ESSERE ACCOLTO NON DA GRIDA "VERGOGNA" E "NON C'È SPAZIO IN QUEST'AULA PER IL FASCISMO", MA DA UNA “STANDING OVATION”, PERCHÉ HA SMASCHERATO CHI C’È DAVVERO DIETRO QUEI BOCCOLI DA MESSA IN PIEGA E QUEL SORRISO DA "FURBETTA DEL QUARTIERINO" – PER COPRIRE LE DIVISIONI DI FRATELLI D'ITALIA E LE BORDATE DI SALVINI, LA CERCHIOBOTTISTA MELONI HA OLTRAGGIATO IL MANIFESTO DI VENTOTENE, TESTO SACRO PER L’ITALIA REPUBBLICANA E ANTIFASCISTA, RECUPERANDO NELL’ARMADIETTO DEI RICORDI IL MANGANELLO E L’OLIO DI RICINO - MEJO COSÌ: CADUTA LA MASCHERA, ORA COLORO CHE ALLE ELEZIONI DEL 2022 A SUON DI VOTI L’HANNO ISSATA A PALAZZO CHIGI FINALMENTE POSSONO CAPIRE CHI È, CHI NON È E CHI SI CREDE DI ESSERE IL NOSTRO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO…  - VIDEO

 

DAGOREPORT

giorgia meloni foto lapresse

Alla presenza dei cosiddetti leader dell’opposizione (Schlein, Conte, Fratoianni, etc.), oggi alla Camera si è presentata una Giorgia Meloni in modalità “Fronte della Gioventù”, metaforicamente carica di olio di ricino e armata di manganello, molto diversa dalla premier cerchiobottista di ieri al Senato.

 

Leggendo alcuni passaggi del ‘’Manifesto di Ventotene’’ scritto da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni nel 1941 sull’isola del Lazio dove il fascismo li aveva messi al confino, tenendo fede al nomignolo “Ducetta”, ha dichiarato: “Non so se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia”

 

M - LA SORELLA DEL SECOLO

Poi, tira fuori gli artigli per rivolgersi direttamente al Pd-Elly, di cui sottolinea le "contraddizioni" (“Non mi è chiarissima neanche la vostra idea di Europa”) spiegando di voler attendere il suo successivo intervento per capire qual è la linea dei dem. Una manganellata non poteva mancare per il travagliato Conte: ‘’Francamente non ho tempo per la vostra lotta nel fango".

 

Fiato alle trombe e rullo di tamburi per il gran finale: “Nella manifestazione di sabato a piazza del Popolo e anche in quest’Aula è stato richiamato da moltissimi partecipanti il Manifesto di Ventotene: spero non l’abbiano mai letto, perché l’alternativa sarebbe spaventosa”.

 

Un’uscita che ha fatto ovviamente scoppiare il caos alla Camera, manco avesse urlato “Viva il Duce!”. Seduta più volte sospesa con le opposizioni che insorgono, gridano "vergogna", "Meloni chieda scusa", "Non c'è spazio in quest'Aula per il fascismo". Sull’altra sponda, il capogruppo di FdI, Galeazzo Bignami, quello che si divertiva a carnevale a camuffarsi da SS, che sbotta: "E basta con sto fascismo...".

IL DISCORSO DI GIORGIA MELONI SU VENTOTENE - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

 

A quel punto gli occhi di Federico Fornaro del Pd si riempiono di lacrime e la voce si spezza quando afferma: "Non è accettabile fare la caricatura degli uomini protagonisti del Manifesto di Ventotene.

 

Lei, presidente Meloni, siede in questo Parlamento anche grazie a loro. Noi siamo qui grazie a quei visionari di Ventotene che erano confinati politici. Si inginocchi di fronte a questi uomini e queste donne, non insulti la loro memoria".

 

Intanto, scrive l’Ansa, ”la presidente del Consiglio, impegnata nella tradizionale colazione al Quirinale che anticipa i Consigli europei (in cui Mattarella ha evitato un incontro con la Meloni, ndr), posta sui suoi canali social il video in cui parla in Aula di Ventotene con la scritta "Giudicate voi””.

 

galeazzo bignami

Spiazzata dalla piazzata meloniana anche la Lega di lotta e di governo (in aula erano presenti solo Giorgetti e Calderoli mentre il principale avversario della Meloni, Matteo Salvini, era assente, impegnato a Bruxelles). Così alcuni ingenui esponenti della Lega, a microfoni spenti, hanno commentato che "si poteva evitare di spostare la discussione dall'Europa ad una battaglia ideologica".

 

federico fornaro in lacrime dopo il discorso della meloni contro il manifesto di ventotene

Ci pensa il dem Peppe Provenzano a illuminare le meningi ritardate del Carroccio sulla bombastica mossa della Statista di Colle Oppio: "Pur di coprire le divisioni della destra, le bordate di Salvini, la patriota Meloni è disposta a irridere i padri della Patria e dell'Europa".

 

Da parte nostra, siamo felicissimi che la premier, spostare l’attenzione mediatica via dalle difficoltà in FdI e dalla battaglia quotidiana con la Lega, abbia recuperato nell’armadietto dei ricordi il fez e vomitato tale oltraggio al testo sacro per l’Italia repubblicana e antifascista.

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni foto lapresse.

Così finalmente tutti coloro che alle elezioni del 2022 a suon di voti hanno portato a Palazzo Chigi Giorgia Meloni finalmente capiscono chi è, chi non è e chi si crede di essere il nostro presidente del Consiglio.

 

La signorina si è tolta la mascherina da ‘’conservatrice e democratica”: è uscita dalla zona grigia del camaleontismo ed ora costringerà alle prossime elezioni i cittadini a prendere una posizione: o di qua o di là. 

 

Quel gioco truffaldino di avere quattro maschere ed usarle tutte e quattro, è finito oggi alla Camera. E’ scomparsa la leader di FdI, in modalità Zelig, che nel 2016 su Facebook si camuffava da “democratica” citando il Manifesto di Ventotene, come riporta il sito Lettera43:

 

QUANDO GIORGIA MELONI LODAVA IL MANIFESTO DI VENTOTENE

“Allora non c’era una Piazza da combattere, ma “solo” l’Europa di Renzi, Hollande e Merkel. “Da Renzi, Hollande e Merkel solo parole e buoni propositi, non una sola azione concreta.

 

Sull’Europa avevano le idee più chiare nel 1941 i firmatari del manifesto di Ventotene, detenuti in un carcere, che non questi tre premier europei nel 2016”.

MANIFESTO DI VENTOTENE

 

Il discorso vergognoso alla Camera sia quindi accolto da una “standing ovation” perché ha finalmente smascherato chi c’è davvero dietro quei boccoli da messa in piega e quel sorriso da furbetta del quartierino.

GIORGIA MELONI IN VERSIONE DUCETTA - MEME

giorgia meloni galeazzo bignami meme by edoardo baraldi

federico fornaro in lacrime dopo il discorso della meloni contro il manifesto di ventotene

GIORGIA MELONI ALLA CAMERAgiorgia meloni xxi secolo. giorgia meloni alla camera foto lapressesergio mattarella a ventotene giorgia meloni alla camera foto lapresse giorgia meloni alla camera foto lapresse. GIORGIA MELONI ALLA CAMERA giorgia meloni foto lapresse giorgia meloni alla camera foto lapresseguido crosetto giorgia meloni alla camera foto lapresse.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…