1. DOMANI, ALLE 8 DELLA SERA, IL PONTEFICE ‘’A TEMPO’’ SMOLLERA’ LA SANTA CROCE. MA PRIMA CHE SI RIFUGI A CASTELGANDOLFO, ECCO LA VERITÀ, TUTTA LA VERITÀ, SU VATILEAKS 2. UN GRUPPO DI PERSONE HA MONITORATO, SPIATO E DERUBATO LA CORRISPONDENZA DEL PAPA CON UN’ATTIVITÀ DI DOSSIERAGGIO DESTINATA A COLPIRE IL PAPATO DI RATZINGER 3. PROBABILMENTE IL FATTO CHE BERTONE AVESSE COLPITO MONSIGNORE CARLO MARIA VIGANÒ, IL CANDIDATO PIÙ IMPORTANTE DI QUESTA ”CONGREGAZIONE”, SENZA FARLO ENTRARE IN CONCLAVE PER MANCATA PORPORA HA FATTO ESPLODERE PRIMA LE POLVERI 5. COME MAI TRA TUTTI I DOCUMENTI SOTTRATTI QUELLI SU BERTONE SONO A FIRMA DI VIGANÒ? 6. SE LA FONTE DEL LIBRO DI NUZZI È PAOLO GABRIELE, PERCHÉ VENGONO PUBBLICATI DOCUMENTI APPARTENENTI NON AL PAPA MA ALLA CORRISPONDENZA PRIVATA DI BERTONE?

RELATIONEM

È un sabato mattina di marzo, anno domini 2011, quando sul quotidiano italiano "Il Giornale" appare uno strano articolo, all'interno della inedita rubrica "Sotto La Cupola".

Ad un lettore poco attento il contenuto di quel articolo diceva poco, ma leggendo attentamente quanto diceva in Vaticano provocò una scossa sismica fortissima. L'articolo raccontava la storia di un alto Prelato, senza mai citarne il nome, che stava strutturando un servizio di sicurezza informativo parallelo all'interno dei Sacri Palazzi.

Nessuno avrebbe mai immaginato che da quel articolo si sarebbe arrivati fino al Corvo, ma l'agitazione che provocò nel monsignore interessato fu grande. Stranamente l'articolo non fu inserito nella rassegna stampa che giunge sul tavolo del Papa, attività monitorata da un Monsignore della Segreteria di Stato, nipote di quel monsignore Carlo Maria Viganò alto Prelato a cui si rivolgevano le accuse dell'articolo "Sotto la Cupola".

Come spesso avviene in Vaticano, qualcuno portò alla conoscenza del Papa il piano di Carlo Maria Viganò, che fu spedito a Washington, e che in risposta alle accuse di dossieraggio e spionaggio interno replicò con lettere che incolpavano di ogni tipo di reato i suoi presunti accusatori in particolare il direttore delle Ville Pontificie accusato di furto, il direttore Amministrativo dei Musei Vaticani Don Paolo Nicolini colpevole di voler rubare il posto a Viganò, uomini di finanza come Pellegrino Capaldo accusati di malagestione nelle finanze vaticane e Marco Simeon, quale regista dell'operazione di siluramento.

L'infuocata corrispondenza tra Viganò e Bertone non finirà mai sulla scrivania del Pontefice, nonostante non sia stata maneggiata dal Corvo Paolo Gabriele, aprirà lo scandalo di VatiLeaks.

Un tribunale interno aprì nella primavera del 2011 un'inchiesta per verificare le accuse di Viganò a quelli che erano tutti gli uomini del Segretario di Stato, tribunale presieduto da un amico di Viganò. Nonostante le accuse gli imputati vennero ritenuti tutti innocenti e vittime di fatti calunniosi.

È a questo punto che Viganò tenta l'ultimo appello al Papa, ormai determinato ad allontanarlo dalla Curia, e cioè invoca a sua difesa le deposizioni di tre Cardinali: Comastri, De Paoli, Sardi. Due di questi tre saranno citati dal Corvo, prima della condanna, come direttori spirituali dello stesso.

Il Papa chiede consiglio al Cardinale Lajolo, il quale emette un giudizio senza appello, Viganò non sarà dichiarato degno della porpora cardinalizia e verrà allontanato definitivamente dalla Curia Romana, con un piccolo strano particolare, non lascerà mai l'appartamento nella Città del Vaticano in dispetto al papa, che non volle mai agire con la forza per farlo liberare, minacciando di possedere casse di documenti da usare.

Come mai tra tutti i documenti sottratti al Papa, quelli da cui parte l'attacco a Bertone sono proprio a firma di Viganò? Se la fonte del libro scandalo di Nuzzi è Paolo Gabriele, perché vengono pubblicati documenti che mai furono sulla scrivania del Pontefice, ma appartenenti alla corrispondenza privata di Bertone?

Quale è la connessione tra i due cardinali citati a difesa di Viganò ed il fatto che gli stessi porporati furono indicati da Paolo Gabriele come sue guide spirituali?

Nella Relationem dei cardinali al Papa non si approfondiscono argomenti quali le divisioni della Curia, o come pubblicato da alcuni quotidiani la presenza di lobby, bensì la gestione delle informazioni ed il modo in cui furono divulgate. Gli argomenti scandalistici sono esclusivamente nel carteggio tra Viganò e Bertone.

Infine c'è da fare una valutazione finale. Come è possibile che il fratello gesuita di Viganò, ridotto su una sedia a rotelle a causa di un ictus, abbia denunciato il fratello per avergli sottratto l'eredità milionaria e per aver tentato di farlo passare come incapace di intendere e di volere, accusando anche la sorella di furto?

Risuonano ancora le dichiarazioni del fratello del Nunzio di America che afferma "non desidero che mio fratello faccia ad altri il male che ha fatto a me". Vedremo il tribunale di Milano cosa deciderà.

Alla fine le conclusioni che verranno fuori saranno ben diverse da come appaiono. Un piccolo gruppo di persone stava monitorando, spiando e derubando il Pontefice per gestire la fine del Pontificato e l'elezione del successore, con un'attività di dossieraggio destinata a colpire il Papato di Ratzinger; probabilmente il fatto che qualcuno avesse colpito il candidato più importante di questa "congregazione" senza farlo entrare in Conclave ha fatto esplodere prima le polveri.

 

vaticano VATICANO CARDINALE TARCISIO BERTONE CARLO MARIA VIGANO

Ultimi Dagoreport

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)

benjamin netanyahu giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – CORRI A CASA IN TUTTA FRETTA, C’È UN CAMALEONTE CHE TI ASPETTA: QUELLA SIGNORINA ALLA FIAMMA CHE VUOLE MANTENERE UN RAPPORTO CON L’EUROPA MA NELLO STESSO TEMPO, TEMENDO DI ESSERE SCAVALCATA A DESTRA DA SALVINI, SBATTE GLI OCCHIONI A TRUMP. LA STESSA CHE IMPLORA LA FINE DELLA TRAGEDIA DI GAZA MA L’ITALIA CONTINUA A FORNIRE ARMI A ISRAELE (SECONDO PAESE DOPO GLI USA DOPO LA DECISIONE DI MERZ DI FERMARE L’INVIO DI ARMI A NETANYAHU) - A UNA DOMANDA SULL'EXPORT MILITARE ITALIANO VERSO ISRAELE, CROSETTO IN PARLAMENTO HA DETTO: "ABBIAMO ADOTTATO UN APPROCCIO CAUTO, EQUILIBRATO E PARTICOLARMENTE RESTRITTIVO". RISULTATO? NESSUNO È PIÙ IN GRADO DI SAPERE CON ESATTEZZA COSA L’ITALIA VENDE O ACQUISTA DA ISRAELE – TRA LA DISCORDANZA DELLE DICHIARAZIONI UFFICIALI E LA TRACCIABILITÀ REALE DELLE FORNITURE BELLICHE A NETANYAHU, C’È DI MEZZO LO SPORT PREFERITO DEL GOVERNO MELONI: IL SALTO TRIPLO DELLA VERITÀ… - VIDEO

elly schlein giuseppe conte goffredo bettini gaetano manfredi piero vincenzo de luca roberto gualtieri silvi salis vincenzo decaro michele emiliano

DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO STA IN MANO AI BAMBINI. E LORO CHE FANNO? CI GIOCANO, SO' BAMBINI. E LO FANNO A PEZZI - CONFONDENDO LA LEADERSHIP CON L'AMBIZIONE, LA SEGRETARIA DEL PD SI E’ RINTANATA IN UN BUNKER: DIFFIDA DI TUTTI E SI CIRCONDA SOLO DEI SUOI “PASDARAN”: BONAFONI, ALIVERNINI E TARUFFI - NON SOPPORTA L’ASSE TRA CONTE E BETTINI; VIVE CON LA PAURA CHE BONACCINI VOGLIA SOSTITUIRLA AL PRIMO PASSO FALSO E CHE SILVIA SALIS LE FREGHI LA SEGRETERIA – SOSPETTI VERSO IL SINDACO DI NAPOLI GAETANO MANFREDI, POSSIBILE “PAPA STRANIERO” DEL “CAMPO LARGO” – ELLY DIFFIDA (EUFEMISMO) DI PRODI, CHE NON LA VEDE CANDIDATA PREMIER, E DI FRANCESCHINI, CHE LA PENSA ALLO STESSO MODO MA NON LO DICE - IL FASTIDIO VERSO MISIANI, GUALTIERI, MANCINI E ONORATO - VOLEVA ELIMINARE I ''CACICCHI'' MA HA RINCULATO CON DE LUCA E SOFFRE LE SMANIE DI EMILIANO IN PUGLIA - QUALCHE ANIMA PIA SPIEGHI ALLA GRUPPETTARA DI BOLOGNA CHE NON SIAMO ALL’OCCUPAZIONE DEL LICEO, NÉ TANTOMENO SUL CARRO DEL PRIDE DOVE SI È ESIBITA IN MODALITÀ “CUBISTA” SULLE NOTE DI “MARACAIBO” (VIDEO)