TOGHE ROTTE - E DUE! NUOVO ESPOSTO DI ROBLEDO CONTRO BRUTI LIBERATI, CHE LO HA ESCLUSO DAGLI INTERROGATORI NELLA SUA INCHIESTA SULL’EXPO. E IL CSM DOVRÀ DI NUOVO (NON?) DECIDERE

Gianni Barbacetto per "il Fatto Quotidiano"

 

Un indagato smette di collaborare con i magistrati. Un secondo vuole essere interrogato soltanto dal procuratore in persona. Un terzo chiede che il suo processo sia spostato a Brescia per legittimo sospetto. Un quarto organizza una conferenza stampa in cui dice che “si sente come un figlio maciullato a causa dei genitori che litigano tra loro”. Sono gli effetti del conflitto interno alla procura di Milano.

 

robledo e bruti liberati 1robledo e bruti liberati 1

Che non accenna affatto a ricomporsi, anzi: il procuratore aggiunto Alfredo Robledo ha aperto un altro fonte, inviando al Consiglio superiore della magistratura un nuovo esposto in cui denuncia come illegittima la decisione del suo capo, il procuratore Edmondo Bruti Liberati, di impedirgli di partecipare agli interrogatori degli indagati nelle sue inchieste: è successo nei giorni scorsi, con i manager Antonio Rognoni e Angelo Paris.

 

Decisione mai vista prima: il capo può togliere tutta l’inchiesta a un magistrato della sua procura, motivando la scelta, ma può proibire soltanto alcuni atti d’indagine? Sarà di nuovo il Csm a rispondere alla questione, riaprendo il caso Robledo-Bruti.

 

a sinistra il procuratore aggiunto di milano alfredo robledo, a destra il procuratore capo edmondo bruti liberatia sinistra il procuratore aggiunto di milano alfredo robledo, a destra il procuratore capo edmondo bruti liberati

Intanto, nelle stanze al quarto piano del palazzo di giustizia milanese si sentono i riverberi del conflitto. Ieri ha fatto sentire la sua voce Vito Gamberale, amministratore delegato del fondo F2i, per cui Robledo ha due giorni fa chiesto il rinvio a giudizio per turbativa d’asta. La vicenda è quella della gara con cui il Comune di Milano ha venduto il 29,75 per cento della Sea (aeroporti di Linate e Malpensa).

 

Gamberale è accusato di aver convinto i concorrenti a farsi da parte e a non partecipare alla gara, promettendo loro compensazioni e altri affari. Assistito dagli avvocati Gianpiero Biancolella e Fabio Giarda (assente per impegni il terzo legale, Paola Severino), ha offerto la sua versione della vicenda, garantendo che si è svolta in maniera limpida e trasparente.

Palazzo di Giustizia a MilanoPalazzo di Giustizia a Milano

 

Alla fine, è arrivato al conflitto che divide Robledo da Bruti, il quale ha tenuto in cassaforte per alcuni mesi il fascicolo d’indagine, prima di passarlo al suo aggiunto, che ha lamentato – anche di fronte al Csm – di aver potuto iniziare l’inchiesta forse troppo tardi: “Ci sentiamo strumenti in questa vicenda di scontro tra magistrati”, ha protestato Gamberale. “Come i figli maciullati da una contesa tra i genitori. Abbiamo finora assistito in silenzio allo scontro in procura, ma adesso, a indagini chiuse, diciamo la nostra”.

 

PALAZZO DI GIUSTIZIA DI MILANOPALAZZO DI GIUSTIZIA DI MILANO

Ha detto la sua anche il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, rinviato a giudizio per le firme false raccolte per presentare i candidati Pdl alle regionali 2010. Ha chiesto che il suo processo sia spostato a Brescia, sostenendo che tutti i giudici di Milano non sono sereni, a causa delle polemiche in procura.

 

expo milano jpegexpo milano jpeg

Ci ha provato anche Gianstefano Frigerio, ex Dc, ora Forza Italia, arrestato l’8 maggio per le presunte corruzioni degli appalti in Lombardia: ha scritto a Bruti una lettera in cui chiede di essere interrogato solo da lui. “Illustre procuratore, Le chiedo umilmente la grazia di venire di persona a interrogarmi”. Indagato dai pm Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio, coordinati da Ilda Boccassini, Frigerio vuole Bruti, “vista anche la recente rinnovata funzione di garanzia assunta sul delicato dossier Expo”.

 

Il riferimento è all’istituzione da parte di Bruti dell’Area Omogenea Expo, da lui personalmente coordinata, con il risultato di escludere Robledo dalla guida di ogni inchiesta sull’esposizione universale.

 

city life milano expo city life milano expo

Antonio Rognoni, invece, vuole Robledo. E ora ha smesso di parlare. Era il potentissimo direttore generale di Infrastrutture lombarde, la stazione appaltante della Regione. Aveva cominciato a collaborare con Robledo, dopo il suo doppio arresto, nell’indagine su Infrastrutture e poi in quella sulla “piastra” (la base dell’Expo, il più grande appalto, da quasi 200 milioni). Aveva iniziato a spiegare come mai, a sorpresa, era spuntata la Mantovani a strappare la vittoria a Impregilo.

 

Giovedì scorso, a interrogarlo sono arrivati, per ordine scritto del procuratore, solo i tre pm Roberto Pellicano, Paolo Filippini e Giovanni Polizzi. Non avendo più Robledo come interlocutore, sostanzialmente estromesso dalle indagini su Expo, Rognoni si è fermato. Non si erano mai viste cose così, nella procura di Mani pulite.

VITO GAMBERALE E MAURO MAIAVITO GAMBERALE E MAURO MAIAGIANSTEFANO FRIGERIO GIANSTEFANO FRIGERIO Gianstefano FrigerioGianstefano FrigerioVITO GAMBERALE VITO GAMBERALE

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....