silvio berlusconi marta fascina marina berlusconi licia ronzulli cattaneo

COME DAGO-ANTICIPATO, IL DUPLEX D’ACCIAIO MARINA BERLUSCONI-MARTA FASCINA HA MESSO FINE ALL’ERA RONZULLIANA DI FORZA ITALIA – BERLUSCONI HA RIMOSSO IL CAPOGRUPPO ALLA CAMERA, ALESSANDRO CATTANEO, “RETROCESSO” A VICECOORDINATORE NAZIONALE. AL SUO POSTO PAOLO BARELLI, UOMO LEGATISSIMO A TAJANI – “DIMEZZATA” LICIA RONZULLI: PER ORA SALVA IL POSTO DI CAPOGRUPPO AL SENATO MA PERDE QUELLO CHE LE CONCEDEVA IL VERO POTERE: COORDINATRICE DELLA LOMBARDIA. HA PERSO IL CONTROLLO DELL'AGENDA DEL CAV E LE È NEGATO L'INGRESSO AUTOMATICO AD ARCORE – IL VECCHIO CERCHIO MAGICO DI “FALCHI” INTORNO AL BANANA È RIBALTATO. È IL TRIONFO DELLA NUOVA LINEA “GOVERNISTA”

1 – TRAMONTA L’ERA RONZULLI. SOSTITUITO CATTANEO

Estratto dell'articolo di Tommaso Labate per il “Corriere della Sera”

 

licia ronzulli silvio berlusconi

«Siamo quasi a quota trentatré, non serve andare avanti». Arcore, villa San Martino, ore 17. Marta Fascina e il pacchetto di mischia di parlamentari a lei vicini si passano il foglietto con le firme dei deputati di Forza Italia che hanno sottoscritto la mozione di sfiducia nei confronti del capogruppo Alessandro Cattaneo.

 

Tre ore dopo, una nota di Silvio Berlusconi dà corpo al più imponente reset di partito della storia recente: Cattaneo viene estromesso dalla guida del gruppo di Montecitorio (torna Paolo Barelli, vicino a Tajani) e recuperato come vice coordinatore nazionale al fianco di Anna Maria Bernini; Licia Ronzulli salva in extremis il posto di capogruppo al Senato ma perde quello che le concedeva il vero potere: coordinatrice della Lombardia. L’incarico viene assegnato ad Alessandro Sorte, una delle punte di diamante delle corrente di Marta Fascina.

MARINA BERLUSCONI GIANNI LETTA LICIA RONZULLI - BY MACONDO

 

Il riassetto del partito è totale, ovunque: Claudio Lotito viene spedito a guidare gli azzurri del Molise, Flavio Tosi quelli del Veneto, Marcello Caruso i siciliani in subbuglio, Maria Elisabetta Casellati i lucani.

 

[…] Seguendo quella stessa liturgia che anni addietro aveva portato alla defenestrazione del vecchio cerchio magico guidato da Maria Rosaria Rossi e Francesca Pascale, arriva di fatto al tramonto anche la gestione dei falchi guidati da Licia Ronzulli. Una gestione che politicamente aveva avvicinato Forza Italia alla Lega di Matteo Salvini, prima; e che, nei primi mesi della nuova legislatura, ha marcato sempre più la distanza tra Berlusconi e Giorgia Meloni, sfociata tra ottobre e novembre nelle tensioni sulla composizione della squadra di governo (con Ronzulli depennata dalla lista dei ministri dalla presidente del Consiglio in persona) e nella scelta di Forza Italia di negare a Ignazio La Russa il voto per la presidenza del Senato («Un caso di dilettantismo politico», Gianni Letta dixit).

 

SILVIO BERLUSCONI TRA FRANCESCA VERDINI MARTA FASCINA E ANTONIO ANGELUCCI ALLA FESTA DI COMPLEANNO DI SALVINI

A far cadere il sipario sulla gestione Ronzulli è una tenaglia azionata in contemporanea dalla famiglia Berlusconi e dalla compagna dell’ex premier, Marta Fascina. E Ronzulli — tra le altre cose — avrebbe pagato proprio l’essersi messa contro un pezzo della famiglia del Cavaliere, la figlia Marina e la compagna Marta in particolare. Anche Piersilvio, tra l’altro, si era trovato a gestire delle tensioni tra la capogruppo al Senato e un pezzo del mondo Mediaset.

 

E Berlusconi, confidandosi con un gruppo di persone durante la festa dei cinquant’anni di Salvini, aveva tracciato una linea dritta: «La Licia mi ha fatto litigare con un sacco di gente, creato un sacco di problemi e fatto fuori un sacco di persone che volevo tenere con me. Provo molto affetto per lei ma così non si può andare avanti…».

 

Da quel momento in poi è iniziato il cambio della guardia. A Ronzulli sono stati negati l’ingresso automatico a Villa San Martino, il controllo dell’agenda di Berlusconi, oltre al contatto diretto col Cavaliere.

 

ANTONIO TAJANI - SILVIO BERLUSCONI - MARTA FASCINA

Non sarà più la responsabile della comunicazione del partito e per questo non ha più le password di accesso ai sistemi informatici di Arcore. Ricevuta sì, e anche a più riprese nelle ultime settimane, ma soltanto per appuntamento. Il resto è maturato nel corso dei giorni, con la clamorosa accelerazione in vista dell’uscita di scena di Cattaneo dalla guida del gruppo della Camera, postazione alla quale si prepara a rientrare Paolo Barelli, vicinissimo ad Antonio Tajani e quindi portavoce di una posizione decisamente più dialogante con Meloni.

 

berlusconi marta fascina

[…] eccola la scena a cui il personale di servizio di casa Berlusconi assiste giovedì a tarda sera. Appena Dagospia annuncia la raccolta delle firme per sfiduciarlo, Cattaneo cerca di mettersi in contatto con Berlusconi in persona. Gli viene fissato un appuntamento, quindi l’ex sindaco di Pavia raggiunge in fretta e furia la residenza di Arcore. Dal citofono della villa, però, non arrivano risposte.

 

Solo dopo un’ora, e siamo alle 23 di ieri l’altro, il capogruppo ormai uscente riesce a parlare con Fascina. Che, al freddo della notte brianzola, aggiunge il gelo delle parole che seguono: «Mi dispiace, Alessandro. Ormai sono le 11, il presidente si è ritirato al piano di sopra, a quest’ora non riceve più nessuno».

 

2 – BERLUSCONI E LE NUOVE REGINE DI FI IL PATTO FAMILIARE SANCISCE LA SVOLTA

Estratto dell’articolo di Emanuele Lauria per “la Repubblica”

 

ANTONIO TAJANI LICIA RONZULLI ALESSANDRO CATTANEO SILVIO BERLUSCONI AL QUIRINALE PER LE CONSULTAZIONI

Dopo quaranta giorni di silenzio, lontano dalla tv e senza interventi sulle vicende di governo, Silvio Berlusconi fa la sua mossa: via il capogruppo alla Camera Alessandro Cattaneo, cui viene assegnata la carica di vicecoordinatore nazionale, con una promozione che mal cela una rimozione.

 

Al suo posto torna a guidare i deputati di Forza Italia Paolo Barelli. È una mossa che ha un preciso significato: Barelli è un uomo legatissimo al ministro degli Esteri Antonio Tajani.

 

È il trionfo della nuova linea governista. Si “salva” la capogruppo al Senato Licia Ronzulli: anche lei rischiava di essere travolta da una fase politica che vede oggi, accanto a un Cavaliere sempre più defilato, un ruolo di rilievo per Marta Fascina, compagna di Berlusconi, e per la figlia Marina, garante dell’impero di famiglia.

 

SILVIO BERLUSCONI ALESSANDRO CATTANEO E LICIA RONZULLI VANNO AL QUIRINALE PER LE CONSULTAZIONI

[…]  Il vecchio cerchio magico, che si identificava nella figura di Ronzulli, è stato ribaltato. Lei, Licia, era la regina davanti alla quale persino due ex reginette come Mara Carfagna e Mariastella Gelmini si erano dovute arrendere. Ora deve cedere il passo alla regina madre, quella Marta Fascina che, proprio nei giorni in cui cade l’anniversario delle quasi nozze, ha mandato in soffitta l’immagine della deputata mite e silenziosa e ha sfoderato gli artigli.

 

[…] Ora c’è Marta sullo sfondo dell’assalto ai capigruppo, portatori di una posizione - quella di coscienza critica del governo Meloni - ritenuta obsoleta. Superata. E non da un congresso (perché Fi non ne ha mai celebrati) ma dalla Real casa, appunto. Dalle donne che oggi contano di più, in casa Berlusconi. E se Ronzulli la fa franca, a fare le spese è Cattaneo, oggetto di una richiesta di dimissioni attorno alla quale silenziosamente è stata trovata l’adesione di più della metà del gruppo della Camera.

 

silvio berlusconi bacia marta fascina durante il discorso di giorgia meloni

A promuovere l’iniziativa sarebbero stati Alessandro Sorte e Stefano Benigni, due deputati bergamaschi amici di Fascina che, non a caso, sono stati oggetto dell’unica recente uscita da Villa San Martino di Berlusconi: è avvenuta sabato scorso, al ristorante «Ol Giopì e la Margì», in un meeting dei giovani forzisti. Davanti a un piatto di polenta, è stata congegnata l’operazione che ha portato al siluramento di Cattaneo, il quale invano per l’intera giornata di ieri ha cercato di parlare con Berlusconi.

 

La virata verso una posizione filo- meloniana è (quasi) compiuta: a testimoniarlo anche il ritrovato attivismo di Gianni Letta, in campo per trattare le nomine nelle partecipate di Stato. È stato Letta a sancire a metà febbraio l’accordo che ha mutato il corso del viaggio di Forza Italia. Giorgia Meloni ha concesso il ritiro della costituzione di parte civile da parte del governo nel processo Ruby Ter, Forza Italia ha abbandonato la linea critica nei confronti di Chigi. Peccato che i capigruppo azzurri non ne sapessero nulla.

 

marta fascina e antonio tajani

D’altronde, non da ora il partito non viene più ritenuto un asset fondamentale del gruppo, da parte di Marina e Piersilvio Berlusconi, attenti a non alienarsi i favori dell’esecutivo. In questa chiave si capisce come gli attacchi frontali a Meloni - cominciati con il tentativo di non fare eleggere La Russa alla presidenza del Senato - siano stati vissuti con fastidio dalla famiglia Berlusconi.

 

marina berlusconi presidente del gruppo mondadori

Il resto, nella storia recente di Fi, è costituito da scontri e piccoli dispetti: con Fascina e Ronzulli a litigare sulla giunta regionale lombarda - attorno al nome di Jonathan Lombati - e con la senatrice sempre più lontana dal suo habitat naturale di Arcore. Ma all’improvvisa esclusa anche da eventi mondani come la festa di compleanno di Matteo Salvini.

 

La manovra di assestamento di ieri sera, pur risparmiando Ronzulli, ne ridimensiona di molto l’influenza: la presidente dei senatori azzurri perde la carica di coordinatrice in Lombardia, a favore proprio del rivale Sorte. In un clima di tensione, i parlamentari “ronzulliani”, ovvero di quella che è ormai una minoranza interna, non mancano di sottolineare i guai di Barelli: il prescelto per la carica di capogruppo alla Camera, ex presidente della Federazione nuoto, è stato sospeso e condannato dall’organismo internazionale affliato al Cio a risarcire 300 mila euro, L’accusa è di aver ricevuto per otto anni pagamenti non dovuti.

LICIA RONZULLI SILVIO BERLUSCONI

 

«È partita la riorganizzazione del partito», annuncia Berlusconi nel cimento di un’ennesima ripartenza. «Si sta tentando l’eutanasia politica», commenta invece un deputato vicino a Ronzulli. All’orizzonte il rischio di una nuova scissione.

 

 

 

 

Articoli correlati

LA DERONZULLIZZAZIONE DI FORZA ITALIA PASSA DA MILANO - L'EPICENTRO DELLO SCONTRO E\'...

COME DAGO-RIVELATO, IL DUPLEX MARINA BERLUSCONI-MARTA FASCINA AZZERA LICIA RONZULLI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

marina berlusconiLICIA RONZULLI SILVIO BERLUSCONI MATTEO RENZI licia ronzulli silvio berlusconi LICIA RONZULLI marina berlusconiMARINA BERLUSCONI GIANNI LETTA LICIA RONZULLI - BY MACONDO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

giorgia meloni antonio tajani maurizio casasco marina pier silvio berlusconi salvini

DAGOREPORT - TAJANI, UNA NE PENSA, CENTO NE SBAGLIA. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CI HA MESSO 24 ORE AD ACCORGERSI CHE GIORGIA MELONI HA STRACCIATO UNO DEI SUOI CAVALLI DI BATTAGLIA IN EUROPA: IL SUPERAMENTO DEL DIRITTO DI VETO. IL MINISTRO DEGLI ESTERI È RIUSCITO A PARTORIRE SOLO UNA DICHIARAZIONE AL SEMOLINO (“HA DETTO LA SUA OPINIONE, IO PENSO INVECE CHE SI DEBBA FARE QUALCHE PASSO IN AVANTI”), MENTRE È STATO ZITTO DI FRONTE ALLE INVETTIVE ANTI-RIARMO E CONTRO L’UE DEI PARLAMENTARI LEGHISTI. IL POVERINO È ANCORA STORDITO DALLA PROMESSA, SCRITTA SULLA SABBIA, CON CUI L'HA INTORTATO LA DUCETTA: SE FAI IL BRAVO, NEL 2029 TI ISSIAMO AL QUIRINALE AL POSTO DI MATTARELLA (E CI CREDE DAVVERO) – IN TUTTO QUESTO BAILAMME, TAJANI PROVA A METTERE LE MANI SULLA CONSOB CON UNA MOSSA DA ELEFANTE IN CRISTALLERIA: NOMINARE IL DEPUTATO AZZURRO MAURIZIO CASASCO. MA SI È DIMENTICATO DI COORDINARSI CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON L’HA PRESA BENE…

donald trump vladimir putin benjamin netanyahu volodymyr zelensky

DAGOREPORT – TRUMP HA FINALMENTE CAPITO CHE NON POTEVA PERMETTERSI, COME È SUCCESSO A FERRAGOSTO IN ALASKA, DI FARSI PRENDERE DI NUOVO PER CULO IN MONDOVISIONE DA PUTIN - L’INCONTRO DI BUDAPEST NON POTEVA ASSOLUTAMENTE FINIRE CON UN NUOVO FALLIMENTO, MA DI FRONTE AL NIET DI MOSCA A OGNI COMPROMESSO, HA DOVUTO RINUNCIARE – ORA CI SONO DUE STRATEGIE: O RIEMPIE KIEV DI TOMAHAWK, MISSILI IN GRADO DI COLPIRE IN PROFONDITÀ LA RUSSIA, OPPURE SCEGLIE LA STRADA MORBIDA CHE VERRÀ LANCIATA DOMANI DAL CONSIGLIO EUROPEO (L’INVIO A KIEV DI 25 BATTERIE DI MISSILI PATRIOT) – L’INNER CIRCLE “MAGA” LO PRESSA: “L’UCRAINA? LASCIA CHE SE NE OCCUPI L’UE” –  IN USA MONTA L’ONDATA DI SDEGNO PER LA SALA DA BALLO ALLA CASA BIANCA - LA STRIGLIATA A NETANYAHU DEL TRIO VANCE-WITKOFF-KUSHNER… - VIDEO

niaf francesco rocca daniela santanche arianna meloni claudia conte zampolli peronaci

DAGOREPORT: METTI UNA SERA A CENA…I FRATELLI D’AMERICA! -SEMBRAVA DI ESSERE IN UN FILM DEI VANZINA AL GRAN GALA DEL NIAF, 2180 INVITATI, 218 TAVOLI DA 150MILA DOLLARI OGNUNO, OCCUPATI DAI BOSS DELLE PARTECIPATE DI "PA-FAZZO CHIGI" (DONNARUMMA, CATTANEO, FOLGIERO, ETC.), JOHN ELKANN CHE HA TRASFORMATO IL GIARDINO DELL'AMBASCIATA IN UN AUTOSALONE (TRA MASERATI E FERRARI, TRONEGGIAVA UN TRATTORE!), FINANZIERI VARI E DE LAURENTIIS, IL GOVERNATORE ROCCA E SANTANCHÉ - CAUSA SHUTDOWN DEL GOVERNO USA, NON C'ERA ALCUN TIRAPIEDI DI TRUMP: DELUSI COLORO CHE SOGNAVANO, ATTRAVERSANDO L'ATLANTICO, DI BANCHETTARE CON SUA MAESTÀ "THE DONALD" E LA SUA "RAGAZZA PONPON" GIORGIA MELONI - QUELLI DEL NIAF HANNO "COPERTO" IL BUCO DELLE AUGUSTE PRESENZE INVITANDO ARIANNA MELONI, UNICO SEGRETARIO POLITICO PRESENTE, CHE HA COSÌ RICEVUTO IL SUO BATTESIMO NELL'AGONE INTERNAZIONALE - NON POTEVA MANCARE L’ONNIPRESENTE CLAUDIA CONTE CHE SI È FATTA RITRARRE INSIEME ALL’AMBASCIATORE PERONACI, GIA’ CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI PIANTEDOSI, E A QUEL MARPIONE DI PAOLO ZAMPOLLI, INVIATO SPECIALE DI TRUMP - LA PASTA SCOTTA E L’ESIBIZIONE DEL PREZZEMOLONE BOCELLI - VIDEO

matteo salvini alberto stefani luca zaia

DAGOREPORT - LUCA ZAIA MINACCIAVA DI DIVENTARE UN SERIO “PROBLEMA” PER MATTEO SALVINI E FORSE LO SARÀ: NON POTENDO IL “DOGE”, PER ORDINE DI SALVINI IN COMBUTTA CON MELONI, GUIDARE UNA LISTA A SUO NOME, UNA VOLTA SBATTUTO A CAPOLISTA IL SUO ENTUSIASMO POTREBBE SCEMARE E LA LEGA IN VENETO CORRE IL RISCHIO DI UN SORPASSO DI FRATELLI D'ITALIA - EVENTUALITA' CHE METTEREBBE DI NUOVO IN DISCUSSIONE LA LEADERSHIP DEL "CAPITONE" - I RAS LOCALI HANNO CRITICATO PER ANNI SALVINI, SENZA MAI AVERE IL CORAGGIO DI SFIDUCIARLO. QUESTA VOLTA, TRA UN VANNACCI CHE SI PRENDE I PIENI POTERI NEL PARTITO E I MALUMORI PER LA "CESSIONE" DELLA LOMBARDIA A FDI, UN FLOP IN VENETO POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO - SE SALVINI NON RIDE IN VENETO, ELLY SCHLEIN POTREBBE PIANGERE IN CAMPANIA: IL GRILLONZO ROBERTO FICO NON ENTUSIASMA E FA INCAZZARE DE LUCA CON LE SUE LEZIONCINE ETICHE SUI CANDIDATI. TANT'E' CHE TRA I FEDELISSIMI DI DON VICIENZO È PARTITO IL FUGGI FUGGI VERSO LE SIRENE DELLA DESTRA DI POTERE...