conte juncker

ALLA FINE CI DOBBIAMO AGGRAPPARE A JUNCKER – IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE E’ PIU’ MALLEABILE DI DOMBROVSKIS E DEGLI ALTRI EURO-FALCHI DEL NORDEUROPA – E’ CON LUI CHE CONTE PROVERA’ A SPINGERE PER EVITARE LA PROCEDURA DI INFRAZIONE – IL GOVERNO VUOLE TENERE LA LINEA MAGINOT DEL 2% NEL RAPPORTO DEFICIT-PIL E L'EUROGRUPPO CHE NON INTENDE CONCEDERE PIÙ DELL'1,9…

Marco Conti per “il Messaggero”

 

CONTE JUNCKER

Più la manovra di Bilancio si avvicina all' Ecofin, e quindi ai governi dell' eurozona, e più i margini di trattativa sembrano ridursi. La constatazione che la coppia Juncker-Moscovici è più comprensiva di quella composta da Valdis Dombroviskis e dalla pattuglia dei falchi del Nord Europa, non è una novità per il ministro dell' Economia Giovanni Tria che ieri a Bruxelles ha avuto con il lettone - e vice presidente della Commissione - l'ennesimo e complicato faccia a faccia. Cosi come la Francia di Macron, a lungo dileggiata, rischia di diventare presto una sponda e un argomento buono per piegare i paesi più duri, non solo per il suo 3% ma anche per le tensioni sociali in atto.

CONTE JUNCKER

 

«L'obiettivo del governo è evitare l'infrazione», ripete il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che il bastone del comando della coalizione lo ha impugnato giorni fa quando, a dispetto di Salvini, ha ribadito sul Global Compact la sua «posizione favorevole».

 

E anche se il Parlamento non riuscirà ad esprimersi prima della conferenza di Marrakech, Conte non considera la faccenda chiusa. Come non reputa ancora conclusa la trattativa con Bruxelles o sulla Tav, sulla quale ieri è riuscito a far battere un colpo a Di Maio e persino a Toninelli. D'altra parte che la situazione con Bruxelles si stesse incartando era noto da tempo. Così come da tempo viene considerata ineluttabile la procedura d'infrazione.

 

Ed invece ieri la dichiarazione dell'Eurogruppo non menziona la procedura e gli stessi ministri Ecofin non escludono che la riunione, dove verrà valutata la manovra licenziata dal Parlamento, si possa tenere anche dopo il 19 dicembre. Le distanze però restano con il governo che cerca di tenere la linea Maginot del 2% nel rapporto deficit-pil e l'eurogruppo che non intende concedere più dell'1,9. Compreso lo 0,2 per investimenti (dissesto, terremoto e ponte Genova), che permetterebbe in tal modo uno 0.1% di correzione al debito strutturale.

CONTE JUNCKER

 

Un braccio di ferro che continua ma con toni e pratiche molto soft e con Conte che non esclude nuovi contatti con Juncker anche prima del Consiglio europeo del 13. L' attesa resta comunque grande per ciò che il governo scriverà nell' emendamento che al Senato correggerà i saldi inserendo Reddito e pensioni nella manovra. Per ora, per dirla con il commissario francese Moscovici, le proposte «fluttuano nell' aria» con i due vicepremier che hanno consegnato a Conte le chiavi della legge di Bilancio e preferiscono parlar d' altro.

 

GIOVANNI TRIA VALDIS DOMBROVSKIS

I due confidano in una soluzione che gli permetta di gioire per l' approvazione delle due misure e non in un epilogo che li costringa - specie Salvini - a non votare la manovra o a farlo turandosi il naso, salvo poi addossare a Conte, Tria e all' Europa le responsabilità di una manovra senza quota 100 - ma con una finestra per andare prima in pensione - e con il Reddito destinato a pochissimi o magari rinviato a dopo maggio. Scenario, quest' ultimo, terrificante per l' Italia e la sua stabilità ma che, unito a ciò che accade in Francia, rischia di terremotare l' eurozona.

 

Ipotesi che a palazzo Chigi non si contemplano. Conte è infatti convinto di farcela a piegare anche chi nell' eurozona «fa la parte del cattivo», come nota il sottosegretario Giancarlo Giorgetti. Il premier sta sfruttando la delega firmata dai suoi due vice in un vorticoso giro di telefonate che intrecciano Bruxelles con Berlino, Parigi e molte altre capitali europee.

 

MOSCOVICI E DOMBROVSKIS BOCCIANO LA MANOVRA ITALIANA

Un compito, quello che all' improvviso i due gli hanno affidato, dovuto anche alle difficoltà che incontra Di Maio per le note vicende familiari e ai rischi che Salvini corre - specie dopo che al Nord il partito del Pil ha battuto un colpo - nel licenziare una legge di Bilancio composta tutta, o quasi, di spesa corrente, con pochi investimenti ma in grado di far schizzare di nuovo lo spread oltre trecento.

 

Lo spettro di una nuova recessione e di una procedura d'infrazione hanno silenziato a tal punto i due leader che ieri nessuno ha replicato alle rampogne di Dombrovskis e agli attacchi del leader di Confindustria Vincenzo Boccia. Ovviamente a palazzo Chigi c' era chi ieri faceva notare come «Confindustria dovrebbe fare il mestiere suo senza suggerire alla politica crisi di governo o quant' altro», ma la sordina resta e fa rumore al pari degli affondi contro Bruxelles che i due vicepremier non hanno a lungo lesinato.

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO