“IL METODO BELGA RESISTE: ISOLAMENTO, ACCUSE VAGHE, ABUSO DELLE MISURE CAUTELARI” – L'EX VICEPRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO EVA KAILI, FINITA AL CENTRO DEL QATARGATE, CHE DOPO TRE ANNI SI TROVA ANCORA NEL LIMBO DELLE INDAGINI PRELIMINARI, SENZA RINVII A GIUDIZIO NÉ ARCHIVIAZIONI, SI DICE “NON SORPRESA” DAL CASO MOGHERINI: “SE PUÒ SUCCEDERE A UN'EX ALTA RAPPRESENTANTE O A UNA VICEPRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO, NESSUNO NELL'UE È AL SICURO. QUANDO UNO STATO OSPITANTE CONSIDERA DIPLOMATICI ED EURODEPUTATI COME BERSAGLI DI OPERAZIONI DI INTELLIGENCE, LO STATO DI DIRITTO E LA DEMOCRAZIA SONO A RISCHIO…” – LA STOCCATA AI SOCIALISTI EUROPEI
(ANSA) "Il metodo in Belgio non è cambiato: isolamento, accuse vaghe, abuso delle misure cautelari e allontanamento forzato dai figli come nel mio caso. In Belgio le garanzie vengono applicate in modo arbitrario, secondo l'utilità politica. E' uno schema troppo ricorrente per essere ignorato".
Lo afferma all'ANSA l'ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili, finita al centro dell'inchiesta sul cosiddetto Qatargate, che dopo tre anni si trova ancora nel limbo delle indagini preliminari, senza rinvii a giudizio né archiviazioni, i metodi della giustizia belga finiti a loro volta sotto esame.
Il caso Mogherini, agli occhi della politica greca, "suscita tristezza, ma nessuna sorpresa: conferma che il metodo sopravvive e, se può succedere a un'ex Alta rappresentante o a una vicepresidente del Parlamento europeo, allora nessuno nell'Ue è al sicuro". In particolare, in Belgio. "Quando uno Stato ospitante considera diplomatici ed eurodeputati come bersagli di operazioni di intelligence, lo stato di diritto e la democrazia sono a rischio", evidenzia, chiedendo un intervento deciso alle istituzioni comunitarie.
"L'Ue deve difendere con fermezza le immunità dei suoi rappresentanti e pretendere prove concrete prima di avanzare qualsiasi accusa - sostiene -. E' essenziale sanzionare le fughe di notizie che inquinano i procedimenti e introdurre un controllo effettivo sulle azioni delle autorità belghe che riguardano funzionari Ue. E occorre ristabilire chiaramente il confine tra diplomazia, lobbismo e corruzione".
Una stoccata, infine, anche ai Socialisti di cui per lungo tempo Kaili ha fatto parte. "A Bruxelles i partiti politici seguono i titoli dei giornali, non i principi. E' più facile condannare mediaticamente che difendere la presunzione d'innocenza".
EVA KAILI CON LA FIGLIA
federica mogherini
federica mogherini
EVA KAILI
KAILI MINOGUE - BY CARLI
EVA KAILI
EVA KAILI
eva kaili lascia il carcere di bruxelles
EVA KAILI LASCIA IL CARCERE
EVA KAILI LASCIA IL CARCERE
eva kaili il peccato di eva libro cover

