xi jinping vladimir putin joe biden

CHE FARÀ BIDEN IN POLITICA ESTERA? – IL VECCHIO JOE HA GIÀ DUE BELLE GRANE DA SBROGLIARE: L’ONDATA DI ARRESTI IN RUSSIA ALLE PROTESTE PRO-NAVALNY E LE MANOVRE MILITARI CINESI SUI CIELI DI TAIWAN. E IN ENTRAMBI I CASI GLI USA CONFERMANO LA LINEA DURA - IL SEGRETARIO DI STATO BLINKEN LO DICE CHIARAMENTE: “NON C’È DUBBIO CHE LA CINA RAPPRESENTI LA SFIDA PIÙ SIGNIFICATIVA. DOBBIAMO AFFRONTARLA DA UNA POSIZIONE DI FORZA E NON DI DEBOLEZZA…” 

 

1 – LE SFIDE DI CINA E RUSSIA UNA PARTITA DOPPIA PER L'AMERICA DI BIDEN

Federico Rampini per “la Repubblica”

 

JOE BIDEN E XI JINPING

Le prime sfide internazionali per Joe Biden arrivano da Xi Jinping e Vladimir Putin.

La Cina sceglie il primo weekend di Biden alla Casa Bianca per lanciare manovre militari sui cieli di Taiwan: due squadroni di 13 aerei da guerra sabato, poi 15 domenica, hanno lungamente sorvolato lo stretto che divide la Cina continentale dall' isola di Taiwan, costringendo Taipei a mettere in stato di allerta le batterie di difesa antiaerea.

 

jet cinesi j 15

Putin da parte sua ha fatto seguire l' arresto del suo principale oppositore Aleksej Navalnyj ad una ondata di repressione contro le manifestazioni di protesta. E così l' esordio ufficiale della nuova politica estera americana segue un copione obbligato: due attacchi a Cina e Russia.

 

proteste per la liberazione di navalny 8

Un assaggio delle priorità dell' Amministrazione Biden. Diritti umani in primo piano contro Putin, come si addice alla tradizione democratica. Su Taiwan il messaggio è duplice, da un lato Washington sottolinea la legittimità democratica del governo di Taipei; d' altro lato ribadisce una logica geostrategica che impone all' America di non abbandonare un piccolo alleato alle mire espansioniste cinesi.

tony blinken joe biden

 

Sono i due primi comunicati del dipartimento di Stato sotto la guida di Antony Blinken, concordati anche con Jake Sullivan che dirige il National Security Council. Il primo è un severo avvertimento a Pechino per le intimidazioni verso i Paesi vicini, a cominciare da Taiwan. Il secondo è una forte condanna per la repressione di Mosca contro le manifestazioni di protesta per l' arresto di Navalnyj.

 

JOE BIDEN VLADIMIR PUTIN

Non si è ancora conclusa la conferma della nomina di Blinken da parte del Senato, e già la sua diplomazia lancia i primi segnali verso le superpotenze rivali. «Gli Stati Uniti - si legge nella nota rivolta alla Cina - osservano con preoccupazione i tentativi in corso da parte della Repubblica Popolare cinese di intimidire i suoi vicini, inclusa Taiwan.

 

Sollecitiamo Pechino a cessare le sue pressioni militari, diplomatiche ed economiche contro Taiwan e ad impegnarsi invece in un dialogo con i rappresentanti democraticamente eletti di Taiwan. Noi saremo schierati con amici e alleati per promuovere la nostra comune prosperità e sicurezza nell' area dell' Indo- Pacifico - e questo include un rafforzamento dei nostri legami con la democratica Taiwan».

proteste per la liberazione di navalny 7

 

Il comunicato riafferma i principi che l' America segue nei rapporti con l' isola che Pechino considera come una «provincia ribelle» destinata alla riunificazione. Per quanto non esista un formale trattato di difesa - sul modello della Nato - che obblighi l' America a intervenire in caso di aggressione, Washington sotto tutte le Amministrazioni democratiche e repubblicane ha sostenuto che un' aggressione cinese a Taiwan non sarà tollerata.

 

parata dell esercito cinese

La riunificazione ricorre spesso nei discorsi ufficiali di Xi Jinping, e si teme che il presidente cinese possa far salire la tensione quest' anno, nel centesimo anniversario della fondazione del partito comunista. Il dossier è in cima alle preoccupazioni del Pentagono: i militari temono che il riarmo della Cina abbia reso problematico, quasi impossibile, difendere Taiwan da un' invasione.

 

proteste per la liberazione di navalny 6

A Putin, l' Amministrazione Biden manda a dire che «condanna con forza l' uso di metodi duri contro manifestanti e giornalisti». Il comunicato ricorda la lunga serie di atti repressivi contro proteste pacifiche e libertà di espressione, gli abusi contro i diritti civili, gli arresti arbitrari. La nuova Amministrazione segnala così che intende dare maggiore importanza ai diritti umani; anche se non erano mancate le sanzioni nell' era Trump-Pompeo.

tony blinken

 

Un altro elemento di continuità è in Medio Oriente: oltre alla decisione di mantenere l' ambasciata a Gerusalemme, già annunciata da Blinken nella sua audizione al Senato, l' Amministrazione Biden conferma di essere favorevole agli accordi di Abramo tra Israele e diversi Paesi arabi e musulmani, firmati sotto la mediazione di Trump.

 

proteste per la liberazione di navalny 55

2 – BIDEN NON CAMBIA LINEA SULLA CINA "BASTA PROVOCAZIONI CONTRO TAIWAN"

Francesco Semprini per “La Stampa”

 

All' inaugurazione di Joe Biden era presente Hsiao Bi-khim, primo ambasciatore di Taiwan a essere invitato ufficialmente a una cerimonia di insediamento del presidente degli Stati Uniti. Poche ore dopo Emily Horne, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, spiegava che l' impegno americano nei confronti di Taiwan rimane «solido come una roccia», rispetto alla precedente amministrazione.

 

james fanell

Donald Trump ha infatti rafforzato molto la cooperazione con Taipei irritando Pechino che considera l' isola suo territorio, da prendere con la forza se necessario. Il nuovo dipartimento di Stato è intervenuto anche per condannare il fatto che jet e bombardieri cinesi siano entrati nella zona di difesa aerea di Taiwan per due giorni di fila, come denunciato dalle autorità dell' isola.

 

Le posizioni del segretario di Stato Anthony Blinken sono in continuità con il predecessore Mike Pompeo, il quale come ultimo atto di mandato ha condannato la persecuzione nei confronti della minoranza musulmana degli Uiguri definendola un genocidio. Segnali che sollevano timori da parte del Dragone sul fatto che Biden non sia poi così collaborativo.

proteste per la liberazione di navalny 53

 

«Non c' è dubbio che la Cina rappresenti per gli Stati Uniti la sfida più significativa», ha spiegato Blinken, nel corso dell' audizione di conferma dinanzi alla commissione Esteri del Senato. Gli Usa devono affrontare Pechino «da una posizione di forza e non di debolezza». Una linea che nasce dall' osservazione di alcune criticità interne al Dragone.

 

cina taiwan

La Cina è l' unico Paese ad aver registrato un segno positivo davanti al Pil nell' anno del flagello pandemico, ma si tratta di una crescita non bilanciata perché fa leva su spesa pubblica e investimenti statali, mentre la spesa privata rimane debole.

 

JOE BIDEN E XI JINPING

Secondo il Fmi, questo sta amplificando il già preoccupante calo di incremento della produttività. A cui si aggiunge lo squilibrio del credito alle imprese che solo marginalmente arriva al settore privato, il quale però contribuisce per oltre i due terzi alla creazione della ricchezza nazionale. «Dinanzi a tali dinamiche - spiegano le fonti - il regime tradisce nervosismo, come dimostra il giro di vite sulla grande impresa privata».

 

A preoccupare gli osservatori occidentali sono anche altri segnali, come la strana sparizione per alcuni giorni di Jack Ma, idolatrato dai giovani cinesi, e visto da una parte dell' establishment del Partito comunista come un potenziale "concorrente" di Xi Jinping.

 

proteste per la liberazione di navalny 52

«Alcuni non escludono che il regime possa ricorrere a prove muscolari o azioni militari, in particolare nei confronti di Taiwan che con la sua ricchezza tecnologica rappresenterebbe un ottima fonte da cui attingere per la Cina».

 

proteste per la liberazione di navalny 51

A conferma è giunta sabato una nota in cui la Casa Bianca esprime «preoccupazione per i tentativi in corso da parte della Repubblica Popolare di intimidire i vicini, incluso Taiwan».

In un quadro di questo genere Biden non può esporsi alla critica interna con un approccio di tipo moderato, costretto così a mantenere dritta la barra del timone sulla linea draconiana ma invocando modi e azioni diversi, come conferma Blinken.

 

JOE BIDEN VLADIMIR PUTIN

«Credo che il presidente Trump avesse ragione riguardo a un approccio più duro verso la Cina - spiega il nuovo capo di Foggy Bottom -, sono però in disaccordo sui modi», ovvero aggressioni social ed eccessivo utilizzo di dazi.

 

Il nuovo corso della Casa Bianca farà ricorso a rapporti di forza che facciano perno su strategie più improntate al multilateralismo: «Parte di questa forza consiste nel collaborare con gli alleati e nell' impegno nelle istituzioni internazionali», dice Blinken. Un chiaro messaggio a Bruxelles.

proteste per la liberazione di navalny 47proteste per la liberazione di navalny 39XI JINPING E JOE BIDENproteste per la liberazione di navalny 4proteste per la liberazione di navalny 43proteste per la liberazione di navalny 45proteste per la liberazione di navalny 40proteste per la liberazione di navalny 41proteste per la liberazione di navalny 42proteste per la liberazione di navalny 46proteste per la liberazione di navalny 44proteste per la liberazione di navalny 5proteste per la liberazione di navalny 48proteste per la liberazione di navalny 50

 

proteste per la liberazione di navalny 49

Ultimi Dagoreport

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...

antonio tajani edmondo cirielli

ALTRO CHE GOVERNO COESO: È GUERRA APERTA IN CASA! – IL PIÙ INCAZZATO PER L’INVESTITURA DI EDMONDO CIRIELLI A CANDIDATO DEL CENTRODESTRA IN CAMPANIA È ANTONIO TAJANI. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CONSERVA UN’ANTICA ANTIPATIA (RICAMBIATA) CON IL SUO VICEMINISTRO – E IL SEGRETARIO REGIONALE AZZURRO, FULVIO MARTUSCIELLO, MINACCIA GLI ALLEATI: “PRIMA ANCORA DI SEDERCI AL TAVOLO CON EDMONDO CIRIELLI, DEVE CHIEDERE SCUSA PER GLI INSULTI RIVOLTI A SILVIO BERLUSCONI E RIPORTATI NEL LIBRO ‘FRATELLI DI CHAT’” – TAJANI TEME CHE, CON CIRIELLI CANDIDATO, FDI SCAVALCHI, E DI PARECCHIO, FORZA ITALIA IN CAMPANIA, STORICO FEUDO AZZURRO...

tridico giuseppe conte matteo salvini occhiuto giorgia meloni calabria fico antonio tajani

DAGOREPORT! IN CALABRIA, COME NELLE MARCHE, SI REGISTRA LA SCONFITTA DI GIUSEPPE CONTE: HA VOLUTO FORTISSIMAMENTE LA CANDIDATURA DI PASQUALINO TRIDICO CHE NON HA PORTATO CONSENSI NÉ AL CAMPOLARGO, NÉ TANTOMENO AL M5S CHE HA PRESO GLI STESSI VOTI DEL 2021 - LA DUCETTA ROSICA PERCHÉ FRATELLI D’ITALIA HA UN TERZO DEI VOTI DI FORZA ITALIA, CHE CON LA LISTA OCCHIUTO ARRIVA FINO AL 30% - LA SORPRESA È LA CRESCITA DELLA LEGA, CHE PASSA DALL’8,3 AL 9,4%: MOLTI CALABRESI HANNO VOLUTO DARE UN PREMIO A SALVINI CHE SI È BATTUTO PER IL PONTE SULLO STRETTO - ORA LA BASE DEI 5STELLE E' IN SUBBUGLIO, NON AVENDO MAI DIGERITO L'ALLEANZA COL PD - LA PROVA DEL FUOCO E' ATTESA IN CAMPANIA DOVE IL CANDIDATO CHE CONTE HA IMPOSTO A ELLY E DE LUCA, ROBERTO FICO, NON PARE COSI' GRADITO AGLI ELETTORI DEL CENTROSINISTRA...    

giuseppe marotta giovanni carnevali

DAGOREPORT! GIUSEPPE MAROTTA STRINGE ANCORA PIÙ LE MANI SULLA FIGC. IN SETTIMANA SI VOTA LA SOSTITUZIONE NEL CONSIGLIO FEDERALE DI FRANCESCO CALVO, EX MARITO DI DENIZ AKALIN ATTUALE COMPAGNA DI ANDREA AGNELLI, E IL PRESIDENTE DELL’INTER STA BRIGANDO PER PORTARE AL SUO POSTO IL SODALE, NONCHÉ TESTIMONE DI NOZZE, GIOVANNI CARNEVALI, AD DEL SASSUOLO (MA C'E' ANCHE L'IDEA CHIELLINI) - IN CONSIGLIO FEDERALE SIEDEREBBERO COSÌ MAROTTA, CARNEVALI E CAMPOCCIA, IN QUOTA UDINESE MA LA CUI FEDE INTERISTA È NOTA A TUTTI. MILAN, JUVENTUS, NAPOLI E LE ROMANE RIMARREBBERO CON UN PALMO DI NASO…

giorgia meloni pro palestina manifestazione sciopero

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI QUESTA VOLTA SBAGLIA: SBEFFEGGIARE LA MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA È UN ERRORE DI CALCOLO POLITICO. IN PIAZZA NON C’ERANO SOLO I SOLITI VECCHI COMUNISTI IPER-SINDACALIZZATI O I FANCAZZISTI DEL “WEEKEND LUNGO”. TRE MILIONI DI PERSONE CHE IN TRE GIORNI HANNO SFILATO E MANIFESTATO, NON SI POSSONO IGNORARE O BOLLARE COME "DELINQUENTI", COME FA SALVINI. ANCHE PERCHÉ SEI ITALIANI SU DIECI SONO SOLIDALI CON IL POPOLO PALESTINESE – LA DUCETTA È LA SOLITA CAMALEONTE: IN EUROPA FA LA DEMOCRISTIANA, TIENE I CONTI IN ORDINE, APPOGGIA L’UCRAINA E SCHIFA I SUOI ALLEATI FILORUSSI (COME IL RUMENO SIMION, A CUI NON RISPONDE PIÙ IL TELEFONO). MA QUANDO SI TRATTA DI ISRAELE, PERDE LA PAROLA…