UN PIAZZISTA DE PROVINCIA SOLO AL COMANDO - DALLA “GENERAZIONE TELEMACO” ALL’ULISSE DANTESCO: CON LE CITAZIONI DOTTE RENZI IN EUROPA FA LA FIGURA DELL’ITALIANO MEDIO CHE RICEVE I PARENTI AMERICANI TIRANDO FUORI I GIOIELLI DI FAMIGLIA

Daniela Ranieri per “il Fatto Quotidiano

 

Matteo Renzi e berlusconi Matteo Renzi e berlusconi

   Mi sa che gli spin doctor che lavorano alla costruzione del mito “Renzi grande comunicatore” stanno cercando di superare i record stabiliti da quell’altro, il premier tycoon delle tv guardato con imbarazzata pietà da tutto il mondo ogni volta che apriva bocca. Altrimenti perché consigliargli, o non sconsigliarlo, di chiudere il suo gassoso semestre di presidenza europea con un’altra metafora, dopo quella già imbarazzante con cui l’aveva aperto?

 

Forse la scommessa del semestre italiano è stata persa perché “la generazione nuova che abita oggi l’Europa” non si è “riscoperta Telemaco”, non si è fatta erede, prendendo “la tradizione da cui veniamo e darla ai nostri figli”, come disse nel suo intrepido discorso d’esordio? Sarà per quello.

   

renzi e berlusconi 2 2renzi e berlusconi 2 2

“HO IMPARATO cosa fosse l’Europa nello studiare la storia della mia città”, ha detto rivolto a un’aula semivuota, “e nella mia città c’è un grande personaggio che quando mette in bocca una piccola orazione a Ulisse fa un riferimento che trovo estremamente efficace oggi”. Il grande personaggio è Dante, e la piccola orazione è quella di Ulisse nell’Inferno che Renzi recita a memoria: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute, cioè virtù, e conoscenza”. A

 

 parte che Dante dice “canoscenza”, l’impressione , per noi “che seguiamo da casa” e che siamo il target privilegiato di Renzi, è di estremo imbarazzo. Il risultato è quello di un premier provinciale, saccentone e pittoresco, un ibrido tra il già citato B. e Balotelli, icona di una italianità un po’ spaccona e molto cialtrona che va forte all’estero.

   

Invece di fare una seria autocritica dell’assoluta inconsistenza della sua “avventura” europea, Matteo ha fatto la figura del piccolo borghese tutto intriso di pseudo-cultura, che riceve i parenti americani tirando fuori i gioielli di famiglia.

   

Esattamente come quando al Digital Venice citò Antonio Meucci (“Is e veri gud italian”), con l’agonismo un po’ patetico dell’italiano che nelle barzellette scopre che il telefono non l’ha inventato Bell.

renzi berlusconirenzi berlusconi

   

Ogni volta si trovi a parlare in consessi internazionali, Renzi si sente chiamato a impersonare l’italiano un po’ poeta un po’ navigatore, e davanti agli occhi perplessi dei presenti apre la bancarella dei souvenir nostrani – il grande genio, il grande poeta, il grande inventore. Così il teatrino è allestito: sul palco lui, Burchiello, poeta fiorentino di burle e scherzi, in platea i grigi tecnocrati di Bruxelles che non possono che basire di fronte all’italico ingegno, e in piccionaia la plebe sporca e incolta dei leghisti (“Lo so, è difficile leggere più di due libri per alcuni di voi”), demagoghi anti-europeisti privi di euro-ideali.

   

Siccome “l’Italia non ne può più di andare in Europa e sentirsi fare la lezione da solerti tecnici e oscuri funzionari”, la lezione la fa lui, all’Europa, e non con gli strumenti che avrebbe avuto a disposizione in quanto presidente pro-tempore, ma con quelli del metodo Montessori. Ha tirato fuori il padre di Telemaco (per coerenza con i suoi fumi retorici) imbastendo un discorso da capo-scout e non da leader europeo, e come suo solito ha trovato gli accenti forti nella polemica contro gli avversari politici del renzismo, mai nella visione che secondo lui avrebbe consentito all’Europa “di non essere solo un puntino su Google Maps”.

   

mario balotellimario balotelli

NON CHE ci si aspettasse un’analisi credibile su quanto il suo impegno si sia rivelato inadeguato su tutti i fronti da lui stesso aperti con altrettale retorica – agenda digitale, immigrazione, per non parlare dell’economia – troppo occupato com’era a inturgidire il suo consenso in patria e a fare regali ai frodatori fiscali la notte di Natale. Ma possibile creda che tutti, europei e italiani non renziani, siano incapaci di intendere che la fissazione di “narrare”, di intortare, prima o poi si rivela nella sua natura di provocatoria nullità?

   

In questa parabola della cultura da promozione turistica, da pro loco dei circuiti della classicità da Omero a Dante, si è chiusa degnamente un’occasione mancata, valevole solo come esperimento. La metafora liceale è infatti servita a tenere in piedi il “racconto” che le cosiddette riforme costituzionali italiane fossero un biglietto da visita e una dichiarazione di responsabilità di fronte all’Europa, mentre era vero esattamente il contrario. Renzi non ha usato le riforme (abolizione del Senato, Jobs Act, soppressione dell’art.18) per accreditarsi in Europa, ma ha usato l’Europa per far passare le riforme. E ora questa Europa-zuccherino con cui ci ha indorato il bolo ci torna su con un piccolo borborigmo di indifferenza.

 

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)

putin witkoff marco rubio donald trump zelensky

DAGOREPORT – SI ACCENDE LA RIVOLTA DEL PARTITO REPUBBLICANO CONTRO TRUMP - I DANNI FATTI DA STEVE WITKOFF (SOTTO DETTATURA DI PUTIN), HANNO COSTRETTO L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A METTERE IN CAMPO IL SEGRETARIO DI STATO MARCO RUBIO CHE HA RISCRITTO IL PIANO DI PACE RUSSIA-UCRAINA - CON IL PASSARE DELLE ORE, CON UN EUROPA DISUNITA (ITALIA COMPRESA) SUL SOSTEGNO A KIEV, APPARE CHIARO CHE PUTIN E ZELENSKY, TRA TANTE DISTANZE, SONO IN SINTONIA SU UN PUNTO: PRIMA CHIUDIAMO LA GUERRA E MEGLIO È…

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?