fedez travaglio scanzi

IL FEDEZ QUOTIDIANO - “LIBERO” STRONCA IL NUOVO ALBUM DEL RAPPER CHE SPUTA VELENO IN RIMA SUI POLITICI MA SALVA PD E GRILLINI: “INSULTA SOLO I NEMICI DEL POLITICAMENTE CORRETTO, DEL PENSIERO DOMINANTE, DELL'IDEOLOGIA LGBT E GLOBALISTA. IL RIVOLUZIONARIO FEDEZ È ORMAI ORGANICO ALL'ESTABLISHMENT GIALLOROSSO. VIENE IL SOSPETTO CHE LE SUE CANZONI SIANO STATE SCRITTE DA MARCO TRAVAGLIO. O FORSE, VISTO CHE SONO MOLTO BRUTTE, DA ANDREA SCANZI…”

1 - FEDEZ CANTA TRAVAGLIO

Gianluca Veneziani per “Libero Quotidiano

 

le foto promo di fedez sul nuovo disco 6le foto promo di fedez sul nuovo disco 5

Ormai è un disco rotto e sinceramente ha anche un po' rotto. Federico Lucia in arte Fedez ha capito da tempo che il segreto per mantenere il successo, cioè per continuare a far parlare di sé in una caccia continua alla visibilità, è sparlare degli altri. E, se possibile, insultarli.

 

Ovviamente non tutti, ma solo quelli che risultano nemici del politicamente corretto, del pensiero dominante, dell'ideologia Lgbt e globalista, quelli insomma che non sono di sinistra, buonisti e perbenisti.

 

le foto promo di fedez sul nuovo disco 4

Eccoli là i suoi bersagli. Con i quali può riempire i testi delle sue canzoni, peraltro inascoltabili. Sfornando il suo ultimo album, Disumano - anche se il verso sforzo disumano è mettersi lì a sentirlo - il marito della Ferragni trasforma in note (discutibili) le sue invettive social degli ultimi tempi.

 

E tira giù il suo catalogo di "mostri" della politica e non solo da colpire. Il primo è Matteo Renzi, al quale già la consorte di Fedez aveva dedicato il non troppo simpatico «Politici, fate schifo».

 

Il marito ci va ancora più pesante, definendo il leader di Italia Viva, nel brano Un giorno in pretura, un cantore dei dittatori dell'Arabia Saudita.

 

PER LE RIME

le foto promo di fedez sul nuovo disco 3

«Io e mia mia moglie siam tutti esauriti, tutti i desideri esauditi, come Renzi quando si è preso 80 mila petroldollari sauditi», rappa Fedez. «Anche se Renzi non lo vuole ammettere, i sauditi non amano mettere ai giornalisti il bavaglio, li mettono direttamente nel bagaglio a mano», continua alludendo all'assassinio del giornalista Khashoggi.

 

Quindi l'affondo diretto contro il politico fiorentino, «un ex premier che fa complimenti sotto dettatura a una cazzo di dittatura che cattura e taglia la testa ai gay perché contro natura».

 

Ma non c'è insulto a un Matteo che non possa fare il paio con un attacco all'altro Matteo. Da qui l'accusa alla Lega, colpevole secondo Fedez di aver sdoganato il far west fai date. «Ieri volevo informarmi su tutte le nuove proposte fatte dalla Lega», canta sempre in Un giorno in pretura.

 

le foto promo di fedez sul nuovo disco 2

«E pensare che l'eutanasia in Italia sembrava una cosa utopistica quando per morire qui basta dare un pugno in faccia a un assessore leghista». Il riferimento è alla vicenda di Voghera dove l'assessore leghista Massimo Adriatici ha ucciso con un colpo di pistola un immigrato che lo aveva aggredito.

 

Se ce n'è per Salvini, ce ne deve essere anche per la Meloni: è la par condicio degli attacchi ai sovranisti. A Giorgia, Fedez addebita la "colpa" grave di aver criticato Amazon ma di usarlo per promuovere i suoi libri: «La Meloni che grida allo scandalo: "Boicottate la mafia di Amazon, e comprate il mio libro Io sono Giorgia". Oddio ma è primo su Amazon!».

 

L'occasione è ghiotta per fare il gradasso, ammettendo di essere strapagato dalla multinazionale: «Quanto m'hanno rotto il c-Amazon. Voi lo arricchite sto Amazon, io mi faccio arricchire da Amazon». Buon per te, Fedez, ma perché questa spacconata?

 

le foto promo di fedez sul nuovo disco 1

Evidentemente il rapper si crede sopra tutto e tutti. E si permette di gettare fango pure sui suoi colleghi. Come Andrea Bocelli, accusato di essere un complottista No Vax per aver partecipato lo scorso anno a un convegno anti-lockdown: «Andrea va a un'assemblea che è una messa in scena dove si grida: "Bill Gates è un'aliena, che ci spara il 5G in vena"».

 

FRECCIATE PER (QUASI) TUTTI

Una frecciata viene destinata anche a J-Ax, liquidato come ex amico: «Siam davvero convinti che fossero amici come ai tempi di J-Ax», canta con una punta di veleno Fedez in Stupido Stupido.

 

Male parole più dure sono riservate al Vaticano, i cui prelati vengono descritti come dediti a masturbazioni e fellatio seriali: «Si dice il peccato ma non il cardinale. C'è una festa in Santa Sede, ci si siede, ci si fa le seghe. In Vaticano non c'è la banca del seme perché da quelle parti hanno troppa... sete», recita il brano La cassa spinge 2021, in cui Fedez ironizza pure sul Codacons, solito denunciarlo: «Sono veramente euforico, non mi ha ancora querelato il Codacons».

 

fedez su alfonso signirini e l'aborto 1

Magari dopo questi attacchi non lo querelerà nessuno, perché il miglior disprezzo verso Fedez sarebbe la noncuranza. Ma è da notare come, sebbene l'annuncio della sua discesa in campo fosse una presa in giro, il cantante sia divenuto un politico a tutti gli effetti. Di parte, come tutti i politici.

 

Nei suoi testi non c'è un minimo sfottò né una vaga critica verso Pd e grillini. Il rivoluzionario Fedez è ormai organico all'establishment giallorosso. Tant'è che viene il sospetto che le sue canzoni siano state scritte da Marco Travaglio. O forse, visto che sono molto brutte, da Andrea Scanzi. Magari, per peggiorare ulteriormente il giornale, potrebbero arruolarlo e riservargli una rubrica, Il Fedez quotidiano.

 

2 - A TUTTO FEDEZ

Chiara Maffioletti per il “Corriere della Sera

 

Il primo aspetto curioso è che forse mai come in «Disumano» Fedez si è mostrato tanto umano. Lo è nel disco, assolutamente autobiografico, ma lo è stato anche per come ha scelto di presentarlo: una diretta Instagram da casa sua, avviata a mezzanotte e mezzo (il disco usciva all'una), con al suo fianco la moglie Chiara Ferragni e un piccolo gruppo di amici.

 

FEDEZ IN VERSIONE POLITICO PER IL SUO NUOVO ALBUM 1

Un piano sequenza di oltre mezz'ora sulla sua vita in cui il cantante è apparso umano, anzi, umanissimo. Nessuna traccia dell'imponente influencer in grado di dettare l'agenda di ciò di cui si parla (o si twitta) e spostare le opinioni, ma spazio invece a un 32enne decisamente emozionato e anche un po' spaventato (confessione sua) nel momento in cui il suo lavoro degli ultimi due anni stava per vedere la luce.

 

«Sono un po' brillo», ripeteva quasi a schermirsi, con un bicchiere di vino in mano, durante quegli attimi di attesa che trasudavano una tensione sincera, senza filtri. Un'immagine lontana anche dal battage super mediatico che ha preceduto l'uscita del disco, scattata dopo l'acquisto di un dominio fedezelezioni2023.it che ha subito fatto pensare a una sua discesa in campo.

 

FEDEZ IN VERSIONE POLITICO PER IL SUO NUOVO ALBUM 2

«Non entrerò in politica, né oggi, né domani, né mai», ha detto ieri invece Fedez, spiegando che dietro tutta questa trovata non c'era «chissà quale team creativo», ma solo una sua intuizione. «Anche l'idea dei manifesti, della campagna elettorale, è stata una cosa mia. Ma adesso smetto eh».

 

Adesso basta pseudo politica, insomma, spazio alla musica. In cui però la politica torna, eccome. Nel disco c'è l'attacco a Renzi, annunciato. Nel brano «Un giorno in pretura» (Vauro ha realizzato il video), Fedez parlando di lui dice che «si è preso ottanta petroldollari sauditi... Un ex premier che fa i complimenti sotto dettatura a una dittatura che cattura e taglia la testa ai gay perché contronatura... Anche se Renzi non lo vuole ammettere, i sauditi non amano mettere ai giornalisti il bavaglio. Li mettono direttamente nel bagaglio a mano».

 

fedez 2

Estendendo poi la critica a tutta la categoria: «D'altra parte sappiamo che i capi di stato sono un poco ingenui. Di fatti non hanno dubbi sulle cause ufficiali di morte di Giulio Regeni». Nella stessa canzone risponde, con una manciata di rime, anche alla valanga di critiche che gli sono arrivate per essere un volto di Amazon: «Amazon, quanto m' hanno rotto il c-Amazon. Voi lo arricchite sto Amazon, io mi faccio arricchire da Amazon. La Meloni che grida: "Allo scandalo, boicottate la mafia di Amazon, e comprate il mio libro "Io sono Giorgia"... Oddio ma è primo su Amazon!”».

 

Poi bordate contro la Lega: «Ieri volevo informarmi su tutte le nuove proposte fatte dalla Lega: se ti dà un pugno sei legittimato a sparare nel petto della tua collega. E pensare che l'eutanasia in Italia sembrava una cosa utopistica, ma quando per morire ti basta dare un pugno in faccia ad un assessore leghista». In «La cassa spinge 2021» c'è invece un riferimento al Codacons e agli infiniti contenziosi che ci sono stati nel corso degli anni («Sono veramente euforico, non mi ha ancora querelato il Codacons») mentre in «Stupido stupido» in un passaggio canta la fine della sua collaborazione con J-Ax, evocando l'Ultima cena: «Siamo davvero convinti che fossero amici, come ai tempi di J-Ax».

 

DISUMANO FEDEZ

In «Disumano» c'è dunque moltissima critica della società, ma anche tanto racconto della vita di Fedez, della sua famiglia (compreso un brano per la figlia di pochi mesi, Vittoria), di quello in cui crede e quello che disapprova. In «Fede e Speranza» il cinismo lascia spazio all'idealismo che, nel suo caso, sembra essere basato su valori come l'impegno e la costanza: «Se non lotti per quello a cui tieni, non l'ottieni. Non si lasciano impronte indelebili, camminando in punta di piedi». Uno sguardo poco indulgente anche quando è rivolto su sé stesso, dal momento che una canzone (le tracce in tutto sono venti) si intitola, senza girarci attorno, «Mi sto sul cazzo».

 

Nel brano, oltre ad ammettere di dormire «una media di tre ore a notte», dice: «Cosa rimane? Dei tatuaggi che non fanno male. Non mi riguardo, mi sto già sul cazzo. Amo 'sta vita anche se è quella di un altro, che nove su dieci abbiamo problemi, che dieci su nove non siamo sinceri. Un selfie allo specchio e mi sto già sul cazzo, però c'ho due figli così non mi ammazzo». È la canzone che chiude l'album.

 

MORIRE MORIRE FEDEZ MORIRE MORIRE FEDEZ

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…

silvia toffanin francesca fialdini giorgia cardinaletti tommaso zorzi alessandro giuli pietro tatafiore barbara castorina

A LUME DI CANDELA - TOMMASINO ZORZI NON SARÀ OPINIONISTA AL “GRANDE FRATELLO”: NONOSTANTE LE SPINTE DI CASCHETTO, IL SUO NOME È STATO BOCCIATO – CI MANCAVA IL MINISTRO GIULI-VO IN VERSIONE OFFICIANTE: HA CELEBRATO IL MATRIMONIO DEL SUO CAPO UFFICIO STAMPA, PIERO TATAFIORE, CON BARBARA CASTORINA, TITOLARE DELL'AGENZIA VISVERBI CHE HA ASSISTITO IN PASSATO PROFESSIONALMENTE GIULI (AVRÀ RIFILATO UN ALTRO PIPPOZZO SUL “PENSIERO SOLARE”?) - BIANCA BERLINGUER E ILARIA D'AMICO (CHE LASCIA CASCHETTO) NELL'AGENZIA DI PRESTA - GIORGIA CARDINALETTI AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI - DOPO LA CHIUSURA DI TANGO, COSTAMAGNA OSPITE SU RETE 4 (NEL PROGRAMMA DOVE LAVORA IL SUO COMPAGNO) - LUI È UN POLITICO DI PRIMO PIANO, LEI È UNA BELLA GIORNALISTA. I DUE SONO STATI AMANTI E LUI HA FAVORITO LA SUA ASCESA. DURANTE UNA RECENTE INTERVISTA HANNO FATTO FINTA DI NON CONOSCERSI DANDOSI DEL LEI. DI CHI STIAMO PARLANDO?

luca zaia matteo salvini francesco acquaroli conte bonelli schlein fratoianni matteo ricci

DAGOREPORT - DALLA RIFORMA ELETTORALE AL RIMPASTO DI GOVERNO, IL FUTURO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È APPESO COME UN CACIOCAVALLO AL SUO PRIMO TEST CRUCIALE: LE REGIONALI – SCATENEREBBE UNO SCONQUASSO NELLA LITIGIOSA COALIZIONE DI GOVERNO SE FRATELLI D'ITALIA DOVESSE PERDERE LE MARCHE, DOVE LA RICONFERMA DEL MELONIANO ACQUAROLI E' INCERTA - A QUEL PUNTO, A NOVEMBRE, LA MELONA VORRÀ ASSOLUTAMENTE IMPORRE UN CANDIDATO ALLA FIAMMA NEL VENETO LEGHISTA - LA DUCETTA HA BEN RAGIONE DI PRETENDERLO: MALGRADO IL SUO 28-29%, ATTUALMENTE FDI GOVERNA SOLO IN TRE REGIONI: MARCHE, ABRUZZO E LAZIO - PER FARCELA, LA DUCETTA DOVRA' CONVINCERE LUCA ZAIA AD APPOGGIARE, COL 40% DI CONSENSI DI CUI GODE LA SUA LISTA, IL SUO CANDIDATO ALLA PRESIDENZA - NEL CASO IN CUI IL "DOGE" NON ACCETTI LA PROPOSTA, A QUEL PUNTO, GIÀ TAGLIATO FUORI DA SALVINI, LE AMBIZIONI DI ZAIA DI RICOPRIRE UN DOMANI LA PRESIDENZA DELL'ENI O MAGARI LA CARICA DI MINISTRO DOVRA' RIPORLE NEL CASSETTO DEI SOGNI...

stefano belingardi clusoni belen rodriguez

DAGOREPORT - LA ''FARFALLINA'' DI BELEN È TORNATA A BATTERE. DOPO UN’ESTATE TURBOLENTA DI SCAZZI E POLEMICHE, PER LA "SCIO-GIRL" ARGENTINA È ARRIVATO UN NUOVO E AITANTE  BELLIMBUSTO - LUI È STEFANO BELINGARDI CLUSONI, ARCHITETTO MILANESE CHE, CON IL SUO STUDIO "BE.ST", NEGLI ULTIMI ANNI HA RIDISEGNATO LO SKYLINE DELLA CITTÀ MENEGHINA - GALEOTTO UN LOCALE IN SARDEGNA, DOVE I DUE SONO STATI PIZZICATI A BACIARSI CON PASSIONE, INCURANTI DEGLI SGUARDI INDISCRETI - A CONFERMARE LA LIASON È LA STESSA BELEN CON UN CAROSELLO DI FOTO SU INSTAGRAM SULLE SUE "HERMOSAS VACACIONES” -DALLO SCAZZO CON IL BENZINAIO ALLE PATATINE LANCIATE IN UN LOCALE: L’ESTATE IRREQUIETA DELL'EX DI CORONA E DE MARTINO - VIDEO

stefano de martino striscia la notizia antonio ricci gerry scotti la ruota della fortuna pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - PIER SILVIO, QUESTA VOLTA, HA VINTO. PIAZZARE LA “RUOTA DELLA FORTUNA” NEL VUOTO PNEUMATICO DELLA PROGRAMMAZIONE ESTIVA, È STATA UNA MOSSA SCALTRA ALL’INSEGNA DI UN SOLO IMPERATIVO: FIDELIZZARE IL PUBBLICO DEI TELE-MORENTI - L’OPERAZIONE È RIUSCITA, IL PAZIENTE È ANCORA IN VITA, MA È SOLO IL PRIMO ROUND DI UNA GUERRA ANCORA MOLTO LUNGA: GIÀ IN SOVRAPPOSIZIONE, IERI SERA, “AFFARI TUOI” ERA LEGGERMENTE IN VANTAGGIO SUL PROGRAMMA DI GERRY SCOTTI, E LA SCELTA DI FAR RIPARTIRE LA TRASMISSIONE DI DE MARTINO DI MARTEDÌ, ANZICHE' DI LUNEDI', HA LASCIATO INTERDETTI GLI ADDETTI AI PALINSESTI - COMUNQUE VADA IL DUELLO NEI PROSSIMI DUE MESI, “PIER DUDI”, ALLA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, ERA STATO CATEGORICO: "'STRISCIA LA NOTIZIA' INIZIERÀ A NOVEMBRE. ANCHE SE CIÒ CHE VA IN ONDA, E NON SARÀ COSÌ, DOVESSE FARE UN TRILIONE DI ASCOLTI" - GLI ESORDI CON MARIA DE FILIPPI, IL FLOP ALL'''ISOLA DEI FAMOSI'' CONDOTTA DALLA MARCUZZI, PRESTA CHE LO SBOLOGNA E LA RISCOSSA CON CASCHETTO (E TANTI ''PACCHI'' A MO' DI CULO): L'IRRESISTIBILE ASCESA DI STEFANO DE MARTINO, ALFIERE DI RAI-MELONI, CHE SOGNA IL FESTIVAL DI SANREMO - VIDEO