mattia vittorio feltri

FELTRI CONTRO FELTRI - MATTIA RISPONDE ALLA STRONCATURA DEL PADRE: ''IL PROBLEMA DI TANGENTOPOLI, COME DI OGGI, NON SONO MAGISTRATI SPIETATI E GIORNALI. LA MALATTIA SONO GLI ITALIANI. IL COLOSSALE DEBITO PUBBLICO NON FU COLPA DELLE TANGENTI, MA DELL'ASSISTENZIALISMO FATTO DI WELFARE E PUBBLICO IMPIEGO, PIÙ EVASIONE FISCALE DEGLI AUTONOMI''

VITTORIO E MATTIA FELTRI VITTORIO E MATTIA FELTRI

Mattia Feltri per “la Stampa

 

Giovedì scorso è uscito un mio libro - «Novantatré. L' anno del Terrore di Mani pulite», edito da Marsilio - e ieri il «Giornale» ne ha pubblicato un' ampia stroncatura firmata da Vittorio Feltri, cioè mio padre. Non c' è stupore né amarezza, abbiamo un rapporto eccellente e franco: in «Novantatré» lui è «scaraventato nella discarica dei reietti», per usare le sue parole, ma sappiamo entrambi che non c' è niente di personale.

 

MATTIA E VITTORIO FELTRIMATTIA E VITTORIO FELTRI

E poi su Mani pulite discutiamo da decenni, io spretato e critico, mio padre più favorevole, sebbene non entusiasta come quando dirigeva l'«Indipendente»; talvolta pare che ci stiamo avvicinando e invece no, ognuno resta al punto di partenza. Ci resta soprattutto lui, che mi rimprovera di trascurare «furti su furti, per decenni impuniti» da parte dei politici che «spendevano e spandevano senza requie» e per questo «il debito pubblico impazziva e ne soffriamo ancora gli effetti devastanti».

mattia feltri novantatre mattia feltri novantatre

 

Dunque «se la Giustizia ha sbagliato al 30 per cento, i ladri della Prima Repubblica hanno sbagliato al 70». Eppure il pentapartito non pensò mai di «legittimare il finanziamento privato della politica» perché sennò «zero margini per appropriazioni indebite». Infine, «Craxi quando disse che il ladrocinio era un male comune colse nel segno. Sul piano storico e politico pronunciò un discorso condivisibile (...) su quello giudiziario egli aveva torto: non esistono malversazioni a fin di bene».

 

tangentopolitangentopoli

Sono un po' in imbarazzo perché la disputa mi sembra fuori fuoco: la disonestà generale della classe politica non è contestata, ma è il presupposto - nell' introduzione avverto che il libro non è negazionista, «le mazzette c' erano, i colpevoli c' erano, il sistema era talmente diffuso da coinvolgere tutti...» - esattamente come era il presupposto di Bettino Craxi che nel luglio del 1992, all' alba della grande inchiesta, riconobbe davanti a un Parlamento silente e vile che «fioriscono e si intrecciano casi di corruzione e di concussione, che come tali vanno definiti, trattati, provati e giudicati».

tribunale di milano mani pulitetribunale di milano mani pulite

 

Né impunità né «malversazione a fin di bene», piuttosto Craxi aggiunse che nessuno aveva diritto di nascondersi dietro un' onestà provvisoria, e da questa considerazione, politica, non penale, bisognava trarre le conseguenze. Un nuovo regime fondato sulla menzogna delle mani pulite vincenti sulle mani sporche non sarebbe andato lontano. Come poi si è visto.

 

antonio di pietro magistratoantonio di pietro magistrato

Mi spiace che le mie pagine vengano lette come i tempi supplementari del derby politica-magistratura. Non ci credo più da secoli. La magistratura fu pessima come pessimi fummo tutti noi, semmai disponeva di armi micidiali; al linciaggio del pentapartito, che ci aveva tenuti dalla parte giusta della storia, e cioè lontani da Mosca, parteciparono in massa con sanguinario disincanto i giudici e gli ex comunisti, seconde file della politica e imprenditori, giornalisti e popolo eccitato, tutti a ritagliarsi uno spazio e un ruolo nell' Italia che rinasceva, e a ritagliarselo all' ultimo minuto, come al solito.

craxi le monetine all hotel raphaelcraxi le monetine all hotel raphael

 

Si esultava collettivamente a ogni arresto e a ogni suicidio perché avevamo trovato il capro espiatorio. E fummo così inconsistenti e sprovveduti da restare senza fiato quando si andò a sbattere contro l' esito della scalcagnata rivoluzione: nel '93 avevano diritto di cittadinanza soltanto i partiti eredi delle tradizioni assassine del Novecento, postcomunisti e postfascisti, condannati dalla storia, ma assolti in tribunale.

Ed era già troppo tardi.

mani pulite  mani pulite

 

Il mio libro si chiama «Novantatré» (come ha capito perfettamente Gianni Riotta, che lo ha recensito per la «Stampa») ma si potrebbe chiamare Sedici. Perché da ventitré anni continuiamo a raccontarci una favoletta insopportabile: tutta colpa della casta.

 

il pool di mani pulite il pool di mani pulite

Anche mio padre fa risalire il debito pubblico anzitutto alle tangenti, quando invece è stato contratto per garantire un colossale assistenzialismo fatto di welfare e pubblico impiego, per sopportare l' assenteismo degli statali e l' evasione fiscale degli autonomi: chi viveva e continua a vivere al di sopra delle proprie possibilità è un Paese intero. Il problema del «Novantatré» è lo stesso problema del Sedici: la malattia sono gli italiani. Se abbiamo questa politica e questa magistratura e questo giornalismo è perché siamo questa Italia.

 

Brosio davanti al palazzo di giustizia durante tangentopoliBrosio davanti al palazzo di giustizia durante tangentopolicraxi mani pulitecraxi mani pulite

 

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