1. FELTRI, FERRARA E “IL FATTO” SU BISIGNANI, IL GIORNO DOPO: VELENI E OMISSIONI 2. L’ELEFANTINO: “ALBERTO STATERA DI ‘’REPUBBLICA’’ DA ANNI MI RIMPROVERA DI AVER PRESENTATO UN ROMANZO DI BISI ALL’ELISEO, CON GIULIO ANDREOTTI (ANNI OTTANTA). ORA BISI SI RICORDA DI LUI, GIUSTIZIERE CON I FIOCCHI, PERCHÉ CHIESE E OTTENNE UN APPUNTAMENTO, DICIAMO DI LAVORO, CON UMBERTO ORTOLANI (EDITORE RIZZOLI DEL TEMPO, P2). E LUI, STRONCANDO IL LIBRO, NEANCHE LO RICORDA SU “REPUBBLICA”” 3. “IL FATTO”: “LIBERO” E ‘’GIORNALE’’ DIMENTICANO LE RIVELAZIONI DI BISIGNANI SULLA MANCATA FUSIONE TRA I DUE HOUSEORGAN BERLUSCONIANI, SU CUI LAVORÒ LA SANTANCHÉ, OGGI COMPAGNA DI SALLUSTI MA IN PRECEDENZA INTIMA DEL FACCENDIERE” 4. FELTRI: “L’AUTOREVOLE BURATTINAIO, SOLO PERCHÉ CONSIDERATO FUORI DALLA STANZA DEI BOTTONI, DECLASSATO A PORTINAIO DEL PALAZZO. UN’OPERAZIONE SQUALLIDA”

1. LETTERA AL "FOGLIO"
Al direttore - Ma lei non c'è nel libro nero di Bisignani?
Vincenzo Mastrangelo

Risposta di Giuliano Ferrara
E me ne dispiace. Intanto perché non è un libro nero, è un racconto ricco di humour e uso di mondo, anche fresco e impasticciato, una specie di fiction felliniana con elementi di documentazione non troppo seriosi ma spesso accurati sulla Roma di sempre, indice di una memoria prodigiosa, di un gusto mondano del dettaglio e di un distacco che fanno onore a un molestato da media e giudici come lui (salvo una eccezione di ultradettaglio, di cui dopo dirò).

Grillo emerge per quel che è: la versione rozza e cazzona dell'eterno rapporto spionistico degli italiani molto medi con l'intelligence e la diplomazia americana, alla Di Pietro (so di che cosa parlo). Nessuno deve sentirsi offeso, nemmeno Geronzi o De Bortoli, sfruculiati con l'affetto rancoroso dell'ex: qualcuno si sentirà "pittato", come si dice a Napoli, e non è poi una tragedia nella vena socievole e affabilmente spiritosa di questo superconsulente politico di grandissima qualità e quantità, tra Italia Argentina e Vaticano.

Bisi, radici sudamericane che si vedono, è un altro che abbiamo preso con fortuna dalla fine del mondo. Due notazioni personali. Statera di Repubblica da anni mi rimprovera con petulanza sospetta di aver presentato, ciò che feci con piacere su richiesta del mio amico Jannuzzi, un romanzo di Bisi all'Eliseo, con Andreotti (anni Ottanta).

Ora Bisi si ricorda di lui, giustiziere con i fiocchi, perché chiese e ottenne un appuntamento, diciamo di lavoro, con Umberto Ortolani (editore Rizzoli del tempo, P2). E lui, stroncando il libro, neanche lo ricorda su Repubblica. Bisi poi ricorda che il Cav. negò a Cisnetto la direzione di Panorama perché aveva la pancetta. Voleva solo magri e ben rasati, dice. Al posto di Cisnetto, circostanza pudicamente omessa, fui nominato io. Pancetta? Barba?


1 - OPERE E OMISSIONI, I GIORNALONI NON LEGGONO IL LIBRO DI BISIGNANI
Fabrizio D'Esposito per Il Fatto

Molto probabilmente, Ferruccio de Bortoli continuerà a fare il direttore del Corriere della Sera. Anche dopo l'uscita dell'atteso libro di Luigi Bisignani, faccendiere dalla doppia condanna definitiva: Enimont, ai tempi di Tangentopoli, e scandalo P4, per cui sta scontando l'affidamento ai servizi sociali, non il carcere (un anno e sette mesi per associazione per delinquere, concussione e ricettazione).

Nel volume edito da Chiare-lettere, il pregiudicato Bisignani, intervistato da Paolo Madron, si sofferma lungamente sul suo rapporto con il direttore del Corsera, nato quando de Bortoli ritornò in via Solferino (aprile 2009) sull'onda di un berlusconismo soft alla Rcs garantito dalla "ditta" formata da Geronzi, Letta, Scaroni e Bisignani, che aveva chiesto e ottenuto la testa di Paolo Mieli. E così, dopo le anticipazioni di ieri, qualcuno (Dagospia, per esempio) ipotizzava che a de Bortoli, in vista della delicata assemblea Rcs di oggi, potessero essere fatali le imbarazzanti rivelazioni di questo "cuoco" del potere prima alle dipendenze del clan andreottiano, durante il regime democristiano, poi a quelle di Gianni Letta, il gran visir del Cavaliere. Invece non sarà così, giurano ai piani alti di via Solferino.

Il segnale più forte a favore di de Bortoli arriva dalla lettura della rassegna stampa sul libro. Il rimbombo mediatico non è stato granché sui quotidiani dei poteri forti. In particolare sulla Stampa di Torino, il quotidiano della Fiat diretto da Mario Calabresi, il più accreditato all'eventuale successione di de Bortoli. La Stampa, contrariamente a quello che pronosticavano i più maliziosi, non ha dato ampio risalto alle anticipazioni del libro. Anzi, uno striminzito colonnino a pagina 11  . Tutto qui. Paradossalmente, c'è più spazio per L'uomo che sussurra ai potenti sul Corsera dello stesso de Bortoli, anche se l'ampio articolo è relegato nel basso di pagina 26, con una recensione "oggettiva" che dà conto dell'amicizia tra "Ferruccio" e "Luigi".

Tra i conti regolati dal faccendiere c'è poi anche una doppia e velenosa citazione che riguarda Repubblica: Eugenio Scalfari e Alberto Statera, una delle firme di punte. Il primo avrebbe chiamato Bisignani, all'epoca portavoce di un ministro democristiano, per avere scoop da "ripagare" con bottiglie di champagne. Il secondo per essere raccomandato su un progetto editoriale. A rispondere è lo stesso Statera che liquida le rivelazioni come "piccola spazzatura" e precisa: "Posso garantire che il mio direttore Scalfari (all'Espresso, ndr) parlava direttamente col ministro".

I quotidiani della destra, Libero (editori gli Angelucci) e Giornale di Sallusti dedicano al libro l'apertura della prima pagina, ma entrambi dimenticano le rivelazioni di Bisignani sulla mancata fusione tra i due houseorgan berlusconiani, su cui lavorò Daniela Santanché, oggi compagna di Sallusti ma in precedenza intima dello stesso faccendiere. Racconta Bisignani a Madron: "Una possibile fusione tra Libero e il Giornale avrebbe dato vita a un unico importante quotidiano del centrodestra, con Ostellino e Sergio Romano strappati al Corriere. Berlusconi ne fece cenno anche ad Antonio e Giampaolo Angelucci, in qualità di proprietari della testata Libero, durante una colazione a Palazzo Grazioli alla quale ho partecipato. Progetti, business plan, ipotesi di contratti pubblicitari non si realizzarono mai perché le contingenze politiche non ammettevano la forte riduzione di personale che sarebbe risultata da quel matrimonio".

La sensazione è che la bufera promessa dalla sue rivelazioni non ci sia stata. Colpa delle amnesie del faccendiere (Scaroni citato solo una volta, Montezemolo mai, e poi tutti i buchi sulla golden age berlusconiana) e della sua sorprendente auto-celebrazione. Il Moretti di Habemus papam lo chiamerebbe "deficit di accudimento primario". Caduto in disgrazia, oggi Bisignani si fa le coccole da solo, perché nessuno più lo accarezza come una volta.

3. BISIGNANI, DA BURATTINAIO A CIALTRONE
Vittorio Feltri per Il Giornale

L'ho già scritto su que¬sto giornale, ma ribadi¬sco: mai conosciuto di persona Luigi Bisignani, e un po' me ne dispiace perché deve essere un tipo interessante. Gli parlai una sola volta, al telefo¬no, quando lavoravo a Libero . Conversazione brillante, nono-stante l'argomento: gli intesti¬ni; il suo e il mio, afflitti da un di¬sturbo, diverticolosi. Lui mi suggerì un farmaco risolutivo: Normix, miracoloso. Facendo gli scongiuri, sono guarito.

Esaurita la premessa viscera¬le, utile a precisare che Bisigna¬ni non è mio amico e quindi mi è consentito difenderlo, am¬messo che egli abbia bisogno di un «avvocato» come me, vengo al sodo. I lettori sapran¬no: il signore in questione ha rilasciato una lunga intervista a Paolo Madron che ne ha ricavato un libro pubblicato da Chiarelettere. Mentre stendo il pre¬sente articolo, il volume non è ancora in vendita, lo sarà da oggi.

Tuttavia le anticipazioni divulgate dai quotidia¬ni, incluso il nostro, hanno incendiato il Palazzo. Bisignani racconta cosucce pepate riguardanti uomini politici e di potere e costoro, indignati, si affrettano a smenti¬re, ma con scarsa convinzione. Non pre¬tendo di entrare nel merito di vicende di cui so poco o nulla. Rilevo soltanto una contraddizione stridente.

Nei giorni (re¬lativamente lontani) in cui Luigi,defini¬to impropriamente faccendiere con l'in¬tento di sminuirlo, era sotto inchiesta della magistratura, i giornali gli dedica¬rono pagine e pagine, titoli e titoli, spie¬gando quanto questo personaggio fos¬se influente nel complicato mondo ro¬mano, dove la politica si intreccia con gli affari dando vita a battaglie sotterra¬nee per la conquista di poltrone e pol¬troncine.

Stando alla vulgata, Bisignani era un'eminenza grigia che promuoveva e stroncava carriere più o meno lumino¬se, tirava i fili di mille burattini che gli affi¬davano i loro destini, lo supplicavano di aiutarli, sovente in ginocchio, talvolta sdraiati (o sdraiate), gli chiedevano fa¬vori vari consapevoli che la sua parola era decisiva.

Un deus ex machina in gra¬do di arrivare lassù e di dettare la linea da seguire indicando i nomi più adatti al raggiungimento dello«scopo»:il con¬solidamento del potere. Nessuno dubi¬tava delle capacità del «faccendiere» di ottenere eccellenti risultati, tanto è vero che centinaia di persone ambivano alla sua protezione, affollavano la sua anti¬camera, brigavano per avere un appun¬tamento con lui.

Poi, è noto, egli è finito in disgrazia, nel senso che la magistratura gli ha mes¬so la mordacchia e allora la sua corte (dei miracolati) si è squagliata. Vabbè, succede: la gratitudine è il sentimento della vigilia, mentre la vigliaccheria è l'inossidabile denominatore comune dell'umanità. Ma c'è un limite anche al¬la codardia. Nella presente circostanza è stato superato ampiamente.

Prima an¬cora che le sue memorie fossero giunte in libreria, un sacco di gente- compresa quella beneficata dall'abile manovrato¬re - ha preso le distanze dal proprio be¬nefattore. Leggere, per credere, gli arti¬coli e i commenti che sono usciti ieri sui maggiori organi di stampa. Che dipin¬gono Luigi quale figura di secondo pia¬no, un intruso, una comparsa insignifi¬cante in vena di tardive vendettine.

La Repubblica , che pure si giovò delle sue confidenze, liquida la maxi intervi¬sta così: veleni e piccola spazzatura. Co¬me se esistesse una spazzatura di alto li¬gnaggio. Viene da sorridere. L'autorevo¬le burattinaio che intratteneva rapporti coi vertici, condizionandone le scelte, all'improvviso, solo perché considera¬to fuori dalla stanza dei bottoni, è stato declassato a portinaio del Palazzo. Un'operazione squallida.

Addirittura chi ha riservato spazio alle confessioni di Bisignani, per esempio Il Giornale , è stato accusato di aver sovra¬dimensionato la portata del libro. I no¬stri censori scordano che, all'epoca del¬le indagini sull'autore di quello che sarà un best seller, tutti i media cavalcarono la notizia e ne divulgarono i particolari senza risparmiare carta e inchiostro. Se¬condo i medesimi, oggi, dato che Bisi¬gnani vuota il sacco (non del tutto, pen¬so), dovremmo sfumare, fingere che non sia accaduto nulla, non prenderlo sul serio, condannarlo in dieci righe invi¬sibili.

L'uomo che sussurra ai potenti ( ti¬tolo del libro) va censurato: stia zitto, non abbia l'ardire di fiatare sui peccati al¬trui. Gli è concesso soltanto di riferire i propri. Altrimenti, all'inferno! Buffoni.

 

 

Giuliano Ferrara LUIGI BISIGNANI VITTORIO FELTRI Alberto StateraSANTANCHE E SALLUSTIumberto ortolaniMadron

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...