‘S-MOG’ IN ZONA FARNESINA – FILO-PALESTINESE E DE’ SINISTRA: LA MOGHERINI, LA PIÙ GIOVANE MINISTRO DEGLI ESTERI REPUBBLICANA, È UNA FAN DI ARAFAT E DELL’ISLAM CON LA FISSA DI ‘BELLA CIAO’ CHE FINO A QUALCHE MESE FA SFOTTEVA RENZI - LE PERPLESSITÀ DI NAPO SULLA SUA SCELTA

Giancarlo Perna per "il Giornale"

Due foto di Federica Mogherini, circolanti sulla Rete, riassumono i dubbi che suscita il neo ministro degli Esteri. La prima, inserita dalla stessa Federica nel suo blog, «Blogmog » (mog, sta per Mogherini), la immortala nel giorno del giuramento al Quirinale felice e ridente accanto a Giorgio Napolitano. L'altra, probabile scherzetto di un suo sodale dei tempi della Sinistra giovanile, la raffigura, parimenti ridente e fiera, accanto a Yasser Arafat, il defunto e discusso leader palestinese.

Nella foto con Napolitano colpisce, e dice tutto,l'espressione del capo della Stato che la squadra con così disarmante perplessità da farlo sembrare già pentito di averne accettato un istante prima il giuramento. Forse dubitava delle sue capacità poiché, nonostante si sia sempre occupata di politica estera, Federica aveva un'esperienza tutta interna al Pds-Ds-Pd e, dunque, insufficiente.

O forse Napolitano ne conosceva le passate inclinazioni movimentiste, ipersinistre e gruppettare, che sono agli antipodi del mondo felpato in cui si apprestava a entrare. Fatto sta che il presidente aveva cercato di stopparla, insistendo con il premier incaricato per la riconferma della radicale Emma Bonino, malgrado non fosse un granché. Matteo Renzi ha però puntato i piedi e questo per tre ragioni.

La prima è che lui, da cattolico un po' bigotto, detesta i radicali e non voleva perciò nel suo governo l'iperabortista Bonino. La seconda è che Bonino con i suoi 66 anni avrebbe conferito un che di decrepito alla sua fresca compagine mentre la quarantenne Mogherini rientrava nella media.

Terzo, compiacere Dario Franceschini, di cui Federica è una protetta, ottenendone in cambio l'appoggio contro la parte più sinistroide del Pd. Così, Federica è diventata il più giovane ministro degli Esteri repubblicano, seconda solo, nella storia d'Italia,al gerarca Galeazzo Ciano che ricoprì la carica a 33 anni.

Raggiunta la meta, la neo ministra ha esultato su «Blogmog» con i toni di un'adolescente che si confida col diario: «Una grande responsabilità, un po' di emozione,consapevolezza dell'enormità dell'impresa... Un grande lavoro, immenso». Non poteva dire meglio.

Si sentono gli echi della migliore diaristica dei grandi predecessori, da Sidney Sonnino ( 1847-1922) a Carlo Sforza (1872-1952). Già quando, nel dicembre del 2103, fu nominata da Renzi nella segreteria pd col compito di occuparsi di Europa, Federica si esprimeva con le stesse iperboli: «Sarà un lavoro enorme e bello». Per poi terminare, lei mamma di due bambini, con un'affermazione stralunata: « Bella ciao è la più bella ninna nanna del mondo ».

La foto palestinese con Arafat ci riporta invece agli anni in cui Federica militava nei giovani ds e quelli in cui era, con Piero Fassino segretario (2001-2007), responsabile Esteri del partito. Mogherini è affetta da una sviscerata passione islamista. La scoprì alla facoltà di Scienze politiche di Roma, sua città natale, lavorando a una tesi sul Rapporto tra religione e politica nell'Islam.

La redasse ad Aix-en-Provence durante un Erasmus - precisazione sottolineata nella sua biografia come un merito cosmico - e ottenne la lode. L'Islam le entrò nella pelle. Dalemiana qual era - raccontanodivenne filoaraba come il capo e, mettendoci del suo, pasionaria di Arafat e avversa a Israele. Si recò più volte in Palestina e, al pari di D'Alema con gli hezbollah libanesi, andò a braccetto con chiunque dell'Olp le venisse a tiro.

Come abbia fatto Renzi a ficcarla con questo pedigree agli Esteri non è chiaro, avendo lui fama di amico dello Stato ebraico. Si potrebbe, naturalmente, pensare che l'islamofilia giovanile di Mogherini si sia attenuata. Lo esclude però questa osservazione che ho trovato nel suo imperdibile blog.

Risale appena al 2009 ed è stata fatta durante un viaggio in Libano: «Dal territorio libanese partono verso Israele dei razzi dimostrativi, artigianali che non sono lanciati per colpire davvero ma solo per segnalare la (r)esistenza in vita... ». Cioè scagliati per scherzo, come coriandoli a carnevale. Un'affermazione da inguaribile capatosta.

L'impegno politico di Federica è stato precoce. Al Liceo Lucrezio Caro, zona romana di Ponte Milvio, era rappresentante di istituto. Subito dopo entrò nel Pds e fece una carriera tutta al vertice,all'ombra dei segretari di turno. Fu con D'Alema ai debutti nella Sinistra giovanile. Con Fassino segretario entrò al dipartimento Esteri. Venne in confidenza col successore, Veltroni, fresco fondatore del Pd, grazie al marito, Matteo Rabesani, suo assistente quando sedeva in Campidoglio.

Walter la fece deputata nel 2008, poco prima di essere travolto dalla vittoria elettorale del Cav. Sostituito da Franceschini, Mogherini si appollaiò sull'omero del nuovo venuto, come poi su quello di Bersani e oggi su quello di Renzi. Il suo metodo è lo stesso di Anna Finocchiaro che da trent'anni è in vetta: obbedire e mai compromettersi. Una volta le fu chiesto: «Ha lavorato con D'Alema, Fassino, Veltroni. Chi è il migliore? ». E Federica, prudente e astuta: «Il leader perfetto è una sintesi dei tre». Della serie: ma anche, più o meno, prima o poi.

Mogherini è sempre stata cooptata dai padroni del partito, senza mai nuotare in mare aperto. Ha avuto i sudori freddi quando sono venute di moda a sinistra primarie e parlamentarie, che subordinano le candidature al voto popolare. Per ottenere la rielezione alla Camera nel 2013 le fu chiesto di scegliersi un collegio (nel 2008 era stata eletta a Verona, città del marito) e sottoporsi al giudizio degli iscritti.

Terrorizzata e facendo leva sui suoi interessi globalisti, Federica obiettò: «Il mio collegio è il mondo ». Ossia: con l'occhio all'universo, come posso scegliere tra Sgurgola e Vimercate? Così, riuscì a farsi piazzare nella lista bloccata dei maggiorenti del partito, diventando deputato dell'Emilia-Romagna di cui conosce solo i tortellini.

Con Renzi, l'ultimo cacicco al quale si è abbarbicata, ha però rischiato grosso per questa benedetta mania che ha di spettegolare sul blog. L'anno scorso, per farsi bella con Bersani (da cui dipendeva la sua rielezione), dette addosso a Matteo, reo di averlo sfidato alle primarie 2012, scrivendo: «Renzi ha bisogno di studiare un bel po' di politica estera... non arriva alla sufficienza». Quando Renzi sbaragliò tutti, si sarebbe mangiate le dita. Ma quello, per sua fortuna, ha lo stomaco a prova di bomba e l'ha lasciata rannicchiarsi dalle sue parti come voleva. Questo è, grosso modo, il nuovo ministro degli Esteri.

 

MARIANNA MADIA MARIA ELENA BOSCHI STEFANIA GIANNINI FEDERICA MOGHERINI IN SENATO FOTO LAPRESSE MOGHERINI ARAFAT MOGHERINI ARAFAT federica mogherinigiorgio napolitano e vladimir putin EMMA BONINO E MARTIN SORRELLDario Franceschini VELTRONI-ARAFAT

Ultimi Dagoreport

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VANCANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIN, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, MEZZI SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO