LE PEN-E DI PARIGI - HOLLANDE INVITA SARKOZY ALL’ELISEO MA LA FRANCIA SI DIVIDE: MARINE LE PEN, ESCLUSA DALLA MARCIA DI DOMENICA, SPARA: “L’UNITÀ NAZIONALE È GIÀ MORTA” - QUELLA VIGNETTA DI “CHARLIE” CONTRO IL FRONT CON UNA GRANDE CACCA E LA SCRITTA: “LE PEN, IL CANDIDATO CHE VI ASSOMIGLIA”

Cesare Martinetti per “la Stampa

 

LETTA SARKOZY HOLLANDE LETTA SARKOZY HOLLANDE

Parigi ritrova un suono umano verso le 7 di sera, in piazza République, dove qualche centinaia di ragazzi cantano con le loro voci belle e chiare: «On a pas peur», non abbiamo paura.
 

Hanno le facce con i colori del mondo che si incontrano nel metro, la gaiezza dell’età, cambiano il tono di una giornata segnata dal grigio, dalla pioggia, da uno strano e irreale silenzio. Sui marciapiedi, nei bar e anche nel traffico, caotico, rallentato. Era come se tutta la città si fosse data la consegna di parlare a bassa voce. Polizia ovunque.
 

saluti e baci tra carla bruni sarkozy hollande e trierweiler saluti e baci tra carla bruni sarkozy hollande e trierweiler

È stata un’altra giornata pesante che si è aperta con un’altra sparatoria. Niente a che fare con l’assalto al giornale satirico Charlie Hebdo. Ma ancora il marchio della banlieue - Montrouge - ormai divenuta simbolo di un abisso. E ancora uno sparatore in fuga armato di fucile mitragliatore ed equipaggiato con un giubbotto antiproiettile. Di nuovo un poliziotto - questa volta una donna - ucciso barbaramente e senza una ragione. 
 

La scuole blindate
Radio, tv, social media per tutto il giorno hanno rimbalzato in un ossessivo tamtam i frammenti della caccia all’uomo, anzi agli uomini: nei dintorni di Parigi il killer solitario, nella campagna della Piccardia i due fucilieri, killer spietati dei vignettisti di Charlie Hebdo.

marine le penmarine le pen

 

A sera i tg mostrano i servizi sulle teste di cuoio che compiono inutili irruzioni in anonimi condomini provinciali. Nelle scuole di quelle zone si racconta che i bambini «sono stati messi in sicurezza», come assicurano le maestre intervistate, tutti riuniti nelle classi che non hanno finestre sulla strada. Non si sa mai che partisse un colpo... 
 

Alle redazioni dei giornali arrivano notizie e segnalazioni di piccoli gesti irrazionali da tutta la Francia: scritte e qualche sassaiola contro le moschee, contro quella di Le Mans addirittura una granata e un proiettile.

 

marine le pen  marine le pen

I francesi di origine immigrata sono comprensibilmente nervosi, in una riunione di deputati e sindaci dell’Ump (il partito di Sarkozy) si segnalano i timori di quello che in francese si chiama «amalgame» e cioè che si faccia di tutta l’erba un fascio: musulmano uguale assassino e terrorista. Jerôme Fenoglio, direttore della redazione di «Le Monde», prima di cominciare la riunione, ci dice che i segnali di tensione sono tanti e preoccupanti.
 

All’Eliseo François Hollande ha fatto quello che tutti si aspettavano e cioè ha invitato il suo grande avversario Nicolas Sarkozy, ora tornato a tempo pieno in politica e leader dell’opposizione, per un gesto di unità nazionale. Domenica si farà a Parigi una «marcia repubblicana», una manifestazione di tutta la Francia contro terrorismo e integralismi. Sarkozy ha chiesto che la manifestazione sia «degna, raccolta e ferma». 
 

TORRE EIFFEL spentaTORRE EIFFEL spenta

La vignetta contro il Front
Anche Marine Le Pen aspettava un segno dall’Eliseo, sarebbe stato uno «sdoganamento» storico per il Front, mai coinvolto in nessuna iniziativa politica. Madame Le Pen, in sintonia con il nuovo corso del Front aveva reagito con ragionevole moderazione all’attentato, nessuna sconsiderata chiamata alle armi.

 

Anche sull’inverosimile ma eppure evocato ritorno alla pena di morte (vecchio cavallo di battaglia del padre) è stata evasiva: forse un referendum. Come dire mai. Ma non è bastato, l’ostracismo nei confronti del Front resta totale. Pascal Lamy, il deputato socialista che sta organizzando la manifestazione, è stato definitivo: «Non ci può essere posto per un partito politico che da anni divide i francesi stigmatizzando i cittadini in base alla loro origine e della loro religione».
 

Vero, ma come si fa a non coinvolgere in questo programmato grande abbraccio nazionale il quarto dei francesi che ora vota per il Front? Madame Le Pen ha subito dichiarato che l’unità nazionale era già morta. Sarkozisti e centristi le hanno dato ragione: o è unità o non è.

 

lo staff di charlie hebdolo staff di charlie hebdo

Il segretario socialista Cambadelis ha chiuso la querelle dicendo che tutti i cittadini possono partecipare a una marcia se si sentono coinvolti. Ma è chiaro che tra il Front e i cattivissimi disegnatori di Charlie Hebdo non ci poteva essere nessuna vicinanza. Il Nouvel Osbervateur è andato a cercare nell’archivio del settimanale ed ha trovato una grande cacca disegnata sullo sfondo del tricolore francese sul quale si legge questa scritta: «Le Pen, il candidato che vi assomiglia». Niente di sorprendente. Ma l’impressione è che anche questo incidente vada ad allargare quel solco sempre più grande che divide i francesi. 
 

la redazione di charlie hebdola redazione di charlie hebdo

Il pianto della moglie
In serata la caccia all’uomo rimaneva senza risultati. Ma intanto i tg avevano macinato decine di interviste, ipotesi, discussioni. Non s’è parlato d’altro. Il momento più toccante è stato quando è comparsa in tv Jeannette Bougrab, la compagna di Stéphane Charbonnier, detto «Charb», il direttore e disegnatore di Charlie Hebdo, uno dei quattro uccisi. «Era ed erano - ha detto la signora singhiozzando - dei veri eroi. Meritano il Pantheon».
 

la finestra di charlie hebdola finestra di charlie hebdo

E una frase di Charb è diventata uno degli slogan delle manifestazioni: «Preferisco morire in piedi che vivere in ginocchio». L’aveva detta a «Le Monde» quando cominciarono le minacce per le caricature di Maometto. È una frase retorica ma le circostanze sono queste.

 

Ai ragazzi di République piace, la cantano insieme alla Marsigliese e ad altri slogan di buona educazione repubblicana come «Non cederemo all’oscurantismo». Da una panchina di République un uomo solitario grida: «È l’ipocrisia nazionale». Nessuno gli dà retta, ma è un grido sinistro che turba perché c’è del vero, come questa giornata di piombo e di paura. 
@cesmartinetti

 

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