giorgia meloni

I MELONI NON SONO MATURI - PERSA ROMA, SPARITI A MILANO, SFUMATO LO ‘SCIPPO’ A BOLOGNA, “FRATELLI D'ITALIA” DIVENTA ''FARDELLI D'ITALIA'' - VENERDÌ DIREZIONE GENERALE DEI MELONCINI CHE POTREBBERO ANCHE DECIDERE DI TORNARE SOTTO LA POMPETTA DEL BANANA PER UN CENTRODESTRA UNITO

GIORGIA MELONI CON IL PANCIONEGIORGIA MELONI CON IL PANCIONE

Pier Francesco Borgia per “il Giornale”

 

l ecografia con photoshop di giorgia melonil ecografia con photoshop di giorgia meloni

Dalla notte del 5 giugno, dove tutto era ancora possibile, sono passati quindici giorni. Allora Fratelli d' Italia era legato al sogno di conquistare il ballottaggio alle comunali romane. Un trionfo non solo simbolico. Sfumato quello si torna al consueto bilancio. Tutti chini sui fogli dei risultati elettorali per stabilire successi e insuccessi. In attesa della direzione generale in programma venerdì a Roma.

 

Il bottino può sembrare magro. Persa Roma, partito sparito a Milano, sfumato lo «scippo» a Bologna, bisogna ritornare a parlare di alleanze e di programmi politici. Qualcosa da sistemare di sicuro c' è. L' alleanza con la Lega di Salvini non ha prodotto i frutti sperati. E ritornare a parlare di alleanza di un centrodestra compatto sembra ancora troppo presto.

 

giorgia meloni vota no alle unioni civiligiorgia meloni vota no alle unioni civili

I numeri, però, possono essere piegati a differenti modi di lettura. «Se facciamo un confronto tra il voto di queste amministrative e il voto europeo di due anni fa - spiega Giovanni Donzelli, coordinatore dell' esecutivo nazionale e capogruppo nel Consiglio regionale toscano -, siamo in netta ascesa». Dal 3,7% nel 2014 al 6,4% di adesso. Non sono grandi numeri ma nascondono indicazioni molto cogenti.

giorgia meloni ascolta daniela santanchegiorgia meloni ascolta daniela santanche

 

«Ovvio che l' exploit di Giorgia Meloni a Roma - aggiunge Donzelli - alza di parecchio la media. Però ci pensano poi realtà come Milano, Torino e Napoli ad abbassarla». Insomma dove si è presentato il presidente del partito (è il caso di Roma) le percentuali sono volate verso l' alto mentre nelle altre grandi metropoli chiamate al voto la lista di Fratelli d' Italia è rimasta ben al di sotto della media nazionale (a Milano ha raccolto solo il 2,4%, a Napoli si è fermato all' 1,2% e a Torino all' 1,4%).

 

giorgia meloni e la panciagiorgia meloni e la pancia

«Senza dubbio c' è qualcosa da rivedere - spiega Donzelli -. Anche la nostra classe dirigente deve prendere atto che qualcosa va cambiato. Però è sul piano delle alleanze politiche che bisogna concentrare le strategie prossime future. Un'alleanza di centrodestra deve essere credibile ma soprattutto deve essere alternativa alla sinistra. E questa connotazione è mancata a mio avviso soprattutto nelle grandi città».

 

Da toscano Donzelli gongola nel citare come esempio «virtuoso» quello di Grosseto, dove il centrodestra ha espugnato il capoluogo con un esponente della società civile molto vicino a Fratelli d'Italia. Non basta insomma avere punti in comune con la Lega di Salvini (fuori dall'Europa, sicurezza e immigrazione), serve trovare maggiori convergenze su candidati credibili. Candidati, ribadisce Donzelli, «vincenti».

 

GIORGIA MELONIGIORGIA MELONI

«Giorgia a Roma poteva arrivare al ballottaggio e, chissà, magari vincere - conclude -. Stessa sorte quando proponemmo Guido Crosetto per le Regionali in Piemonte nel 2014. Era un candidato vincente ma non fu accettato dalla coalizione». E poi, aggiunge, dovremmo riparlare delle primarie. Questo tema non deve essere un tabù.

 

Anche Marco Marsilio, coordinatore regionale nel Lazio di Fratelli d'Italia, sottolinea il problema delle alleanze. Perdere Latina (se pur al ballottaggio dove il candidato era diretta espressione di Fratelli d'Italia) è un fatto che brucia. «La sconfitta di Latina è una pagina dolorosa per quello che la città pontina rappresenta per la storia del centrodestra».

 

GIORGIA MELONIGIORGIA MELONI

Ora è tempo di ricostruire e di ripartire. «Se le dichiarazioni di pentimento di quanti, nel centrodestra romano, non hanno voluto sostenere la candidatura della Meloni sono sincere lo scopriremo a breve nei fatti. Noi siamo disposti a condividere la strada di chi vuole ricostruire un' alleanza vincente».

 

 

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...