MINZO SPIA! – DIETRO LE QUINTE I ‘ROTTAMATI’ PD PROVANO A ROTTAMARE RENZI, ‘’PIÙ PARACULO DEL CAVALIERE’ - BERSANI: ‘MATTEO È UN PAZZO, HA VINTO SOLO LE PRIMARIE E PENSA DI POTER FARE LA RIVOLUZIONE’ – D’ALEMA: ‘HO UN SOLO PARTITO, SOLO CHE STA IN EUROPA: IL PSE’

Augusto Minzolini per "il Giornale"

Per comprendere quello che si muove nella palude dei Palazzi romani bisogna parlare con un ex-ministro trombato come Mario Mauro, amico del Colle e gran conoscitore del ventre moderato. «Renzi spiega con un sorriso beffardo- si è innamorato di Palazzo Chigi. Durante le consultazioni mi disse: "Voglio andare al governo solo per fare le elezioni da Premier".

Gli risposi che non ero d'accordo, ma che la sua posizione era legittima. Ora, invece, credo che alle urne non ci pensi proprio. Gli è piaciuto il giocattolo. Se si logorerà? Credo che tutto resterà com'è ora. Una legge elettorale per la Camera e un'altra proporzionale, il Consultellum, per il Senato. Un sistema anfibio che, nei fatti, garantisce il ruolo dei partitini di centro che si metteranno insieme. Anche perché il Senato resterà. Calderoli già ha fatto capire che come ci sono le proposte per abolire Palazzo Madama, ci sono anche quelle per abolire la Camera».

Gira che ti rigira il fascino del Potere contagia tutti. E, a quanto pare, anche il rottamatore non ne è immune. E se non si ha l'antidoto per evitare il contagio dall'insidioso virus denominato «poltronum», si finisce per essere ingoiati, adottando il lessico renziano, proprio dalla «palude».

I sintomi ci sono tutti. La decisione di accettare l'emendamento della minoranza del Pd e degli alfaniani che rende l'Italicum utilizzabile solo per la Camera, è stata la dimostrazione plateale che il contagio è avvenuto. E gli effetti sulla capacità di Renzi di imporre una svolta, saranno devastanti. Il premier è disarmato. La sua arma più micidiale, cioè la minaccia di elezioni anticipate, è diventata una pallottola spuntata.

Se si andasse a votare con il sistema anfibio (Italicum più Consultellum), i partitini non sarebbero più terrorizzati dal rischio di estinzione: mettendosi insieme in una federazione centrista, infatti, manterrebbero almeno in Senato un ruolo politico, visto che sarebbero necessari per mettere in piedi una maggioranza (è difficile che uno dei partiti maggiori arrivi da solo al 51%).

E che alla fine resti il Senato con il Consultellum è un epilogo molto probabile. Bastava leggere ieri sul Corriere della Sera Marzio Breda, quirinalista doc, per capire che il Quirinale è già pronto a legittimare il sistema anfibio, un sistema che, secondo gli uomini di Napolitano, ha una sua logica politico- istituzionale intrinseca: «La Camera fungerà da motore politico e il Senato avrà una funzione moderatrice ». Se si pensa a tutte le esternazioni di questi anni sull'impossibilità di andare al voto con il Porcellum per il rischio di avere due maggioranze diverse, viene da ridere.

Già, il Palazzo contagia. Vale anche per Renzi. Risultato: se fai il segretario del Pd puoi anche essere il capo del partito delle elezioni anticipate; se fai il premier diventi il leader del partito del «non voto». Purtroppo è quello che rischia di avvenire. Anche perché Renzi è meno forte di quanto sembri.

Lo ha ammesso lui stesso con il Cav quando gli ha spiegato che non poteva mantenere i patti alla lettera,che doveva accettare l'emendamento della minoranza Pd che limitava l'utilizzo della nuova legge elettorale, l'Italicum, solo alla Camera: «A scrutinio segreto i miei mi votano contro. Vado sotto e va in crisi il governo». Così, l'uomo che prometteva sfracelli è stato costretto ad abbozzare.

Ha ceduto ad Alfano, ma, soprattutto, ha subito la sua minoranza interna: quella dei Bersani,D'Alema,Letta,Fassina.... Insomma, è venuto a più miti consigli. Anche perché, a parte la simpatia del Cav, il neopremier ha contro tutti. Ce l'hanno con lui tutti quelli che ha rottamato, dentro il Pd e fuori. Una sorta di «fronte del rancore ».

«Tutti i rottamati- osserva una fedelissima del Premier come Rosa Maria Giorgi - hanno fatto fronte comune e vogliono togliersi la soddisfazione di rottamare il rottamatore ». Appunto, il rancore. Basta grattare un pochino ed esce fuori. L'altro giorno in un bar Bersani non nascondeva la sua insoddisfazione con alcuni amici.

«Renzi è un pazzo - si sfogava - . Io ho vinto alla grande le primarie, ho vinto le elezione sia pure di poco. Lui ha vinto solo le primarie e pensa di poter fare la rivoluzione». Non parliamo poi di D'Alema che, con l'inconfondibile sarcasmo, comunica a chiunque di aver dato l'addio al Pd renziano: «Io ho un solo partito. Ma è in Europa: il Pse».

Tanta freddezza nasconde tanta voglia di rivalsa. E Renzi? Il rottamatore, per pacificare gli animi, usa gli stessi mezzi dei suoi predecessori: ha adottato il manuale Cencelli delle correnti del Pd per scegliere i ministri; lusinga Bersani con la presidenza del partito e D'Alema con un posto in Europa. E, ovviamente, promette alla «palude» che si andrà a votare alle calende greche: «Non si voterà prima del 2025 - ironizza un renziano acquisito come Nicola Latorre - . Il giovanotto è più paraculo del Cavaliere».

Magari questo è da vedere, sicuramente somiglia sempre più ad un premier qualunque. Basterà? Il Matteo nazionale deve farsi bene i conti: arrivare a patti con «il fronte del rancore », non significa che si sopisca il rancore; e se per far questo deve venir meno alla parola data, potrebbe allungarsi l'elenco dei potenziali nemici. Gli annali di Palazzo Chigi sono pieni di premier «rottamati », nel tentativo di restare attaccati alla poltrona. Enrico Letta docet.

 

 

BERSANI LETTA RENZI IL SALUTO TRA RENZI E BERSANI RENZI dalemagiorgio napolitano e vladimir putin Nicola Latorre

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO