VIENI AVANTI, TONINO! – GENTILE, LA PRIMA ROGNA DEL GOVERNO RENZI, SI ATTACCA ALLA MACCHINA DEL FANGO ED INSULTA I GIORNALI – ALFANO SI REGGE SUI VOTI CALABRESI E NON PUO’ MOLLARE IL SOTTOSEGRETARIO AMMAZZA-QUOTIDIANI

Tommaso Ciriaco per ‘La Repubblica'

La villa di Antonio Gentile detto "Tonino" è in cima a una collina. Da lì domina Cosenza, feudo di un consenso a conduzione familiare. Nelle ore più difficili, resta immobile nella bufera. «È una tempesta in un bicchiere d'acqua, vediamo se passa ». E mentre il pressing aumenta, il sottosegretario dai gessati aggressivi si concede al telefono ai big del Nuovo centrodestra: «Non mi dimetto, non ho fatto nulla - è la linea - Da tre giorni sto male. Resto comunque un uomo di partito, a disposizione. Ma questa è una montatura».

Chiamato in causa in un'indifendibile storiaccia di pressioni e censura, non ha voglia di mollare. Bastone e carota, lunghi silenzi e improvvisi contrattacchi. Si muove così, Gentile. E ieri ha sferrato l'affondo: «La macchina del fango partita dalla mia regione ha contaminato anche i grandi giornali. Sono trasparente e con me lo è la mia famiglia». Sa di poter contare su una folta pattuglia di senatori calabresi. Sono i soldati che voltarono le spalle al Cavaliere - sotto la regia di "Tonino" e del governatore calabrese Giuseppe Scopelliti - salvando il governo Letta. Gli stessi che regalano un prezioso margine di sicurezza anche all'esecutivo di Renzi.

Nel Ncd tutti conoscono il peso specifico di questa cordata meridionale. Una decina di senatori, numeri simili anche alla Camera. La Calabria, poi, è l'unica regione governata dagli uomini di Alfano. Se mai il sottosegretario dovesse capitolare, lo farebbe solo per lasciare il posto a un altro membro del suo manipolo di parlamentari.

La famiglia è tutto, nella saga dei Gentile. Prima socialisti - avversari e poi amici di Giacomo Mancini - per un breve tratto pure repubblicani, poi folgorati dal berlusconismo, infine approdati alla corte di Angelino Alfano. Infrastrutture e sanità sono i cavalli di battaglia di questa armata cosentina.

Il fratello maggiore Pino - più volte consigliere regionale, sindaco e oggi assessore ai lavori pubblici nella giunta di Scopelliti - mette le basi per la rete di relazioni di questa famiglia piccolo borghese cresciuta nel rione Massa, centro storico di Cosenza. Le ville in collina arrivano dopo, al culmine della scalata.

"Tonino", il senatore, affina il meccanismo. Giovanissimo segretario provinciale socialista, entra nel cda della Cassa di risparmio di Calabria. Finisce in un'inchiesta, è oggetto di un ordine d'arresto, ma è prosciolto da tutte le accuse. Costruisce intanto una macchina di consenso da ventimila preferenze. Fisse: «Ci possono contare sempre, indipendentemente dal partito con cui si candidano», ammettono gli avversari non senza un pizzico d'invidia. Il terzo fratello, Lello, guida a lungo la Uil calabrese. E c'è gloria anche per Katia - figlia di Pino - ex vicesindaco di Cosenza. Un mitico spot racchiude l'essenza di questa storia. Il volto del padre si trasforma - fotogramma dopo fotogramma - in quello della figlia. Poi lo slogan: "StoriKamente Gentile".

Oggi che l'attacco mette a dura prova le mura di cinta del feudo, Gentile non resta a guardare. «Ora racconto la mia verità», anticipa allo stato maggiore del Ncd poco prima del pranzo domenicale.Eccola, la verità del senatore. «Mio figlio è stato messo alla gogna sulla base di niente», l'Ora di Calabria è «espressione della corruttela più truce» e «io non ho mai chiesto a nessuno di bloccare notizie». Querela, Gentile.

E mette in fila alcune circostanze: sostiene che la notizia incriminata fu pubblicata sul sito del Corriere della Calabria e il 19 febbraio sulla Gazzetta del Sud. Ricorda i precedenti penali del padre dell'editore dell'Ora, Piero Citrigno, «oggi ai domiciliari per usura». E attacca il figlio, Alfredo: da anni «sono oggetto delle sue intimidazioni».

Chiama pure in causa «i grandi quotidiani , la Fnsi, l'Ordine e l'Inpgi» per la storia di Alessandro Bozzo, «un giornalista che si è tolto la vita dopo che lo stesso Citrigno lo aveva obbligato a firmare un contratto capestro di 800 euro mensili». Sostiene che per il direttore Regolo lavorano cronisti sottopagati e senza contributi. Eppure, conclude, i miei detrattori rappresentano «la libertà di stampa per il Corriere, Repubblica, Sole 24 ore,
il Giornale, per un quotidiano diretto dal figlio di un eroe, ucciso barbaramente da chi, sulle colonne di Repubblica, si erge ad intellettuale nonostante sia stato condannato a 22 anni».

Non è detto che la tempesta passi. «Non sono indagato, non ho fatto nulla - ripete in privato ai colleghi - perché mai dovrei dimettermi? ». Per adesso resiste, "Tonino", anche se l'ascesa impetuosa è andata a sbattere contro la rotativa di un giornale di provincia. E il feudo è sotto assedio.

 

antonio gentile jpegANTONIO GENTILE angelino alfano pennarello argento RENZI ALFANO FIDUCIA AL GOVERNO RENZI IN SENATO FOTO LAPRESSE Giuseppe Scopelliti LUCIANO REGOLO

Ultimi Dagoreport

luigi lovaglio giorgia meloni giancarlo giorgetti alberto nagel milleri caltagirone

FLASH! – ENTRO LA FINE DI LUGLIO, AL MASSIMO ENTRO L’8 SETTEMBRE, ARRIVERÀ IL VERDETTO DELLA PROCURA DI MILANO SULL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO BPM, ANIMA SGR, LA DELFIN DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO E CALTAGIRONE AD ACQUISTARE IL 15% DI AZIONI MPS ATTRAVERSO BANCA AKROS, MERCHANT BANK DEL BPM SU SPECIFICO MANDATO DEL MINISTERO DEL TESORO DI GIORGETTI – UN VERDETTO CONTRO L’OPERAZIONE MPS È RIMASTO L’ULTIMA SPERANZA PER MEDIOBANCA E GENERALI DI NON FINIRE NELLE FAUCI DI CALTARICCONE…

donald trump tulsi gabbard vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVONO LE AGENZIE DI SPIONAGGIO A TRUMP E PUTIN? - ANZICHÉ PROTEGGERE LA SICUREZZA DELLO STATO, ANTICIPANDO RISCHI E CRISI, OGGI LA MISSIONE DI CIA E FBI IN AMERICA E DI FSB, SVR, GRU IN RUSSIA, È DI REPRIMERE IL DISSENSO CONFERMANDO IL POTERE - CIRO SBAILÒ: ‘’PER LA PRIMA VOLTA, IL VERTICE POLITICO NON SI LIMITA A INDIRIZZARE: PUNTA A SVUOTARE LA FUNZIONE DELL’INTELLIGENCE, RIDUCENDOLA A UNA MACCHINA DI STABILIZZAZIONE POLITICA AD USO PERSONALE...’’

ali larijani khamenei vladimir putin xi jinping

A TEHERAN QUALCOSA STA CAMBIANDO – SI NOTANO CURIOSI MOVIMENTI NEL SISTEMA DI POTERE IRANIANO: MENTRE RICOMPAIONO VECCHI VOLPONI COME ALI LARIJANI, STA NASCENDO UN NUOVO CENTRO DECISIONALE NON UFFICIALE, A GUIDARE LE MOSSE PIÙ DELICATE DEL REGIME. I PASDARAN PERDONO QUOTA (LA LORO STRATEGIA È FALLITA DI FRONTE ALL’ANNIENTAMENTO DI HEZBOLLAH, HAMAS E ASSAD), AVANZA UN “CONSIGLIO OMBRA” DI TRANSIZIONE, CON IL CONSENSO DI KHAMENEI – “L’ASSE DEL MALE” CON RUSSIA E CINA PROSPERA: TEHERAN HA BISOGNO DELLE ARMI DI PUTIN E DEI SOLDI DI XI JINPING. ALLA FACCIA DI TRUMP, CHE VOLEVA RIAPRIRE IL NEGOZIATO SUL NUCLEARE…

matteo salvini luca zaia giorgia meloni

DAGOREPORT – COSA SI SONO DETTI GIORGIA MELONI E LUCA ZAIA NELL'INCONTRO A PALAZZO CHIGI, TRE SETTIMANE FA? - TOLTA SUBITO DI MEZZO L'IDEA (DI SALVINI) DI UN POSTO DI MINISTRO, LA DUCETTA HA PROVATO A CONVINCERE IL “DOGE” A PRESENTARE UNA SUA LISTA ALLE REGIONALI IN VENETO MA APPOGGIANDO IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA (ANCORA DA INDIVIDUARE) - MA TRA UNA CHIACCHIERA E L'ALTRA, MELONI HA FATTO CAPIRE CHE CONSIDERA ZAIA IL MIGLIOR LEADER POSSIBILE DELLA LEGA, AL POSTO DI UN SALVINI OSTAGGIO DELLE MATTANE DI VANNACCI – UN CAMBIO DI VERTICE NEL CARROCCIO EVOCATO NELLA SPERANZA CHE IL GOVERNATORE ABBOCCHI ALL’AMO...

elly schlein giorgia meloni beppe sala ignazio la russa maurizio lupi marcello viola

DAGOREPORT - NESSUNO VUOLE LE DIMISSIONI DI BEPPE SALA: DA SINISTRA A DESTRA, NESSUN PARTITO HA PRONTO UN CANDIDATO E TRA POCHI MESI A MILANO COMINCIANO LE OLIMPIADI MILANO-CORTINA – MA SALA VUOLE MANIFESTARE ALL'OPINIONE PUBBLICA UNO SCATTO DI DIGNITÀ, UN GRIDO DI ONESTÀ, UNA REAZIONE D'ORGOGLIO CHE NON LO FACCIA SEMBRARE  ''LU CIUCCIO 'MIEZZO A LI SUONI'' - L’UNICO A CHIEDERE IL PASSO INDIETRO DEL SINDACO È IGNAZIO LA RUSSA, CHE INVECE UN CANDIDATO CE L’HA ECCOME: MAURIZIO LUPI. METTENDO SOTTO LA SUA ALA IL PARTITO DI LUPI, "NOI MODERATI", ‘GNAZIO SOGNA IL FILOTTO: CONQUISTARE SUBITO IL COMUNE DI MILANO E NEL 2028 LA REGIONE LOMBARDIA – MOLTO DELL’INCHIESTA SULL’URBANISTICA DIPENDERÀ DALLA DECISIONE DEL GIP, PREVISTA PER MERCOLEDI': SE IL GIUDICE NON ACCOGLIERÀ LE RICHIESTE DEI PM (CARCERE O DOMICILIARI PER GLI INDAGATI), LA BUFERA PERDERÀ FORZA. VICEVERSA…

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM