giancarlo giorgetti e matteo salvini

“IL. MES È UNO STRUMENTO FIGLIO DI UN APPROCCIO SUPERATO FATTO DI ORTODOSSIA E DI AUSTERITÀ” - DITE A GIORGETTI CHE IL SI' ALLA RIFORMA DEL MES NON OBBLIGA UNO STATO AD UTILIZZARLO -  - “LA POLITICA È FINITA IN UNA BOLLA CREATA DAL VIRUS. E IN QUESTA BOLLA UN GOVERNO NATO CONTRO SALVINI E PER ELEGGERE IL NUOVO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA È DESTINATA A SCOPPIARE” - "LA SCELTA DI CONTE SUL RECOVERY E' STUPIDA" 

Andrea Malaguti per “La Stampa”

 

GIANCARLO GIORGETTI MATTEO SALVINI

Nel giorno in cui Silvio Berlusconi annuncia la retromarcia sul Mes, il vicesegretario della Lega Giancarlo Giorgetti spiega in questa intervista a La Stampa perché la scelta di Conte di puntare su una task force per gestire i soldi del Recovery Fund senza coinvolgere le opposizioni, più che sbagliata gli sembri stupida e perché - mentre le categorie meno garantite e aggredite dalla crisi rischiano l' estinzione - l' interventismo senza sosta dello Stato (da Monte dei Paschi ad Alitalia) rischi di riportare indietro le lancette della storia.

 

MUSTIER ELKETTE

«Stiamo vivendo in una bolla che ha congelato la politica, mettendo il governo al riparo. Ma quando questa bolla esploderà dovremo farci trovare pronti, perché troveremo un paese prostrato».

 

Onorevole Giorgetti, che cosa pensa del terremoto Unicredit e del passo indietro di Mustier?

«Penso che si stia preparando qualcosa che il Ceo di Unicredit non gradisce. E cioè un matrimonio di interesse con una realtà in pericolo e per questo in cerca di un marito. Difficile capire se questo avvenga nell' interesse del Paese o solo di un governo pressato dalla commissione europea sugli aiuti di Stato».

giuseppe conte riccardo fraccaro giancarlo giorgetti

 

È normale che la politica spinga Unicredit ad assorbire il Monte dei Paschi di Siena?

«Mettiamola così: è una richiesta che non fa parte delle regole di un sistema classico di economia di mercato».

 

Unicredit è scivolata in Borsa e Mediobanca l' ha declassata.

«Si vede che qualcuno pensa male della dote della sposa».

 

Alitalia, Ilva, Autostrade, Mps, lo Stato è ovunque.

silvio berlusconi

«Da un lato quello che succede è figlio dei tempi e della pandemia. In situazioni di crisi profonda si ricorre agli insegnamenti keynesiani degli anni Trenta cercando di ricostruire la domanda pubblica e di dare sostegno a investimenti che il settore privato non farebbe».

 

Dall' altro lato?

«Torna la cultura dell' invasione pubblica nell' economia. Peccato che lo Stato, che dovrebbe fare il regolatore, abbia già dimostrato la sua incapacità. Spero che ci troviamo all' interno di una fase di transizione per rimettere questi dossier sul mercato, temo invece che stia prevalendo una cultura che riporta indietro le lancette della storia».

 

angelo tofalo silvio berlusconi giancarlo giorgetti

La stupisce il dibattito sulla patrimoniale?

«Nel clima di statalismo imperante qualcuno che si è fatto prendere dalla foga dice: bé se torniamo all' industria di Stato possiamo pure immaginare la patrimoniale. In questo senso c' è persino coerenza».

 

L' opposizione, Lega inclusa, ha presentato tremila emendamenti alla legge di bilancio.

«La Lega vuole contrastare la logica assistenzialista, distinguendo tra chi vive e lavora nei settori protetti, come i dipendenti pubblici, e chi vive e lavora in settori non protetti come il commercio, l' artigianato o la piccola industria. I primi non sono stati praticamente toccati dalla crisi, gli altri sono stati ammazzati. E i nostri emendamenti sono rivolti a loro. Mi pare una cosa persino ovvia».

 

Il governo ha pensato più al Sud che al Nord?

silvio berlusconi

«Il governo non ha pensato né al Sud né al Nord. Ha pensato solo a sé stesso».

 

Avete convinto voi Berlusconi a fare marcia indietro sul Mes?

«No, credo che andando al di là dell' euro-lirismo di moda a sinistra abbia capito che il Mes è la coda terminale di una vecchia Europa che non va più bene».

 

Il centrodestra non è mai stato così spaccato.

«Mi pare piuttosto che abbiamo ritrovato unità. Certo, se qualcuno di Forza Italia vuole fare il portatore d' acqua del governo, allora può serenamente andare per la sua strada».

GIANCARLO GIORGETTI MASSIMO GARAVAGLIA

 

Anche il Recovery Fund fa parte dell' euro-lirismo?

«No, è esattamente l' opposto. Il Mes è uno strumento figlio di un approccio superato fatto di ortodossia e di austerità. Il Recovery Fund è figlio di una Europa diversa che cerca di immaginare delle risposte comuni con strumenti nuovi».

 

I soldi del Mes sanitario però sono lì, quelli deli Recovery restano bloccati da polacchi e ungheresi.

alberto bagnai giancarlo giorgetti

«Se vogliamo dirla tutta, fino a questo momento il sistema si è retto sull' intervento della Bce che ha sostenuto, come giusto e doveroso, una politica espansiva, tanto è vero che siamo in una situazioni di tassi zero o addirittura negativi».

 

È esattamente quello che sostiene chi vuole il Mes sanitario.

«Chi lo dice però si dimentica di specificare che la supposta mancanza di condizionalità ha come unica garanzia la letterina senza alcun valore giuridico di due commissari».

 

Sempre denaro sotto costo rimane.

«Fino a quando qualcuno non scrive una nuova letterina. È come l' abbonamento a certe compagnie telefoniche. Super sconti per tre mesi e poi arriva la mazzata».

angela merkel silvio berlusconi

 

Difficile non pensare che l' Ungheria e la Polonia di Orban e Morawiecki hanno un rapporto speciale con Salvini.

«La Polonia e l' Ungheria fanno parte di famiglie politiche diverse dalla nostra e oggi ritengono di difendere i propri interessi di fronte a una Europa che mette sullo stesso piano finanziamenti e richieste sui diritti civili. Il tema è sacrosanto ma una sintesi arriverebbe solo da una nuova fase costituente. L' Europa paga un prezzo altissimo alla mancanza di una governance efficiente».

 

berlusconi orban

Con l' arrivo di Biden alla Casa Bianca l' Europa ci perde o ci guadagna?

«Con Biden torna un legame maggiore con il Vecchio Continente e si potrebbe creare un fronte occidentale per rispondere alle minacce di chi non conosce la libertà e la democrazia e preme alle frontiere dell' Europa».

 

Chi minaccia l' Europa?

«La Cina con la pressione economica. La Turchia e la Russia con metodi diversi.

In questa logica l' approccio del partito democratico americano, basato più sui valori che sugli interessi, potrebbe funzionare».

 

Non vi piace più la Russia?

«Non è un mistero che gli Stati Uniti rilevino questo tipo di pericolo».

 

putin salvini

Voi no?

«Io vedo più pericolo dalla Turchia perché si affaccia sulle nostre zone di interesse. Se però si fa questa domanda ai paesi dell' est europeo ottiene una risposta diversa».

 

Per stare in Europa serve l' ombrello della Merkel?

«No, in Europa si può e si deve stare, però si deve avere coscienza dell' interesse nazionale per non diventare paesi satelliti. Faccio l' esempio delle migrazioni. Quando alzavamo noi la voce era condiviso. Ora, grazie alla politica della mollezza, Italia e Grecia sono nuovamente sole. L' Europa deve curare gli interessi di tutti. A cominciare dai nostri».

 

Volete o no entrare nel Ppe?

«Lo spiego una volta per tutte: in Europa la Germania è un punto di riferimento e in Germania il punto di riferimento è la Cdu-Csu. Piaccia o non piaccia è difficile sostenere il contrario. Noi siamo il primo partito politico italiano e abbiamo il dovere di parlare con chi oggi e in futuro governerà la Germania influenzando l' Europa. È banale realpolitik».

 

In Italia avete votato lo scostamento. Anche quella è realpolitik?

salvini conte

«Il Recovery Fund condizionerà i nostri prossimi trent' anni, dovrebbe essere ovvio coinvolgere l' opposizione, perché il governo che arriverà tra due o sei anni, dovrà farsene carico e non potrà dire: ripartiamo da zero. Invece arriva la mitica task force e le opposizioni restano escluse. Mi pare quanto meno un modo miope di fare le cose. Peggio, stupido».

 

Quanto dura Conte?

«La politica è finita in una bolla creata dal virus. In questo momento non esiste. E in questa bolla un governo nato contro Salvini e per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica è destinato a resistere. Ma il centrodestra e la Lega saranno pronti quando si scioglieranno i ghiacci e ci sarà da risollevare un paese prostrato».

MATTEO SALVINI E VLADIMIR PUTINangelo tofalo silvio berlusconi giancarlo giorgetti

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