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LE GIRAVOLTE DI GIORGIA – ALLA FINE LA CAMALEONTE MELONI DOVREBBE COLLEGARSI IN VIDEO AL “VERTICE DEI VOLENTEROSI” A LONDRA, ORGANIZZATO DA STARMER, PER DISCUTERE DI UCRAINA E RIARMO EUROPEO – DOPO AVER ANNUNCIATO UN SECCO NO, È ARRIVATO UN RIPENSAMENTO PIENO DI TENTENNAMENTI: “SOSTENGO L'EUROPA, ANCHE SE È POCO LUCIDA”. LA STATISTA DELLA GARBATELLA SI È RESA CONTO DI ESSERE RIMASTA SCHIACCIATA DAL DECISIONISMO DELL'ASSE LONDRA-PARIGI E PROVA DISPERATAMENTE A USCIRE DALL’ANGOLO – IL DAGOREPORT: RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA, LA DUCETTA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO MA…

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Estratto dell’articolo di Federico Capurso e Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

keir starmer giorgia meloni foto lapresse

A Londra, a poche ore dall'inizio del vertice dei volenterosi organizzato dal primo ministro Keir Starmer, iniziano a pensare che Giorgia Meloni, alla fine, parteciperà. Non di persona, solo in videocollegamento. Ma la presidente del Consiglio ha trasformato quel che prima era un secco no in un probabile sì, seppur pieno di dubbi e di tentennamenti.

 

«Sostengo l'Europa, anche se è poco lucida», ha spiegato la premier ai suoi più stretti collaboratori. E poi, a differenza del presidente francese Emmanuel Macron, Starmer è un alleato con cui Meloni si sente più in sintonia. Le dispiacerebbe, dice ancora, fare uno sgarbo proprio a lui, anche «alla luce dell'impegno che ha profuso in queste settimane».

 

GIORGIA MELONI DONALD TRUMP - IMMAGINE CREATA CON GROK

Quell'ultimo velo di incertezza lasciato da Meloni, tuttavia, rende impossibile a chiunque di poter escludere un ripensamento dell'ultimo minuto. […]

 

Si sono tutti resi conto che sui continui scivolamenti di posizione la premier poggia gran parte della sua strategia, almeno in questa fase. Ha deciso di attendere l'evoluzione dei negoziati tra Washington, Kiev e Mosca, evitando di prendere posizione prima di capire i contorni di una possibile tregua, e allora deve soprattutto evitare di restare schiacciata dal decisionismo dell'asse Londra-Parigi.

 

Ha quindi bisogno, oggi, che sul tavolo al quale (virtualmente) si siederà non ci sia solo il tema di una missione militare di peace keeping in Ucraina, alla quale ha già opposto la sua «ferma contrarietà». […]

 

VERTICE DI LONDRA - ZELENSKY STARMER MACRON

Il cambio di verso di Meloni avrebbe coinciso, infatti, con la disponibilità di Starmer ad aggiungere ai temi in discussione anche un riferimento agli impegni sul fronte della Difesa. Qualcosa che vada quindi incontro, in qualche modo, ai nuovi equilibri Nato ora che gli Stati Uniti chiedono all'Europa di iniziare a pensare come difendersi da sola.

 

[...]

 

D'altra parte, senza l'Italia, il fronte dei volenterosi avrebbe mostrato una crepa che non può permettersi di avere. Specie a poche settimane dalla sua formazione. Insieme a questo format si sarebbe fortemente indebolita la speranza di poter conquistare un ruolo per l'Europa, più avanti, nelle trattative di pace in Ucraina. Quest'ultimo obiettivo è condiviso da tutti. È la strada scelta dall'asse Londra-Parigi per centrarlo, però, che continua a non convincere Meloni.

 

DONALD TRUMP - MATTEO SALVINI - GIORGIA MELONI - MEME BY EDOARDO BARALDI

Qui la premier vede «poca lucidità». Dal suo punto di vista lo scenario evolve troppo in fretta per continuare a discutere di una missione di peace keeping a Kiev quando ancora non si è chiuso neanche un accordo per il cessate il fuoco. È pronta a dirsi favorevole - come ha già annunciato - se sarà l'Onu a metterci il cappello. Parla, insomma, di uno scenario ancora lontano.

 

Un modo per archiviare la discussione. Finora però non ha portato alternative migliori, in grado di convincere gli alleati. E quando anche la Germania entrerà sul campo di gioco con il cancelliere in pectore Friedrich Merz, ora impegnato nella costruzione di un governo dopo le elezioni, trovare spazio sarà ancora più difficile.

 

DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI A MAR-A-LAGO

L'ambiguità mostrata finora in Europa è un'arma utile, tutto sommato, anche nella gestione delle divisioni interne al centrodestra, emerse con chiarezza a Strasburgo, mercoledì scorso, quando al momento del voto sul piano di riarmo e sul sostegno all'Ucraina i tre partiti di maggioranza si sono mossi in tre direzioni diverse.

 

[...]  Anche da qui passano le difficoltà per chi è chiamato a costruire una risoluzione di maggioranza sul Libro bianco della futura Difesa europea. Si dovrà convincere soprattutto Salvini, che si è detto fermamente contrario al piano di riarmo presentato da Ursula von der Leyen.

 

Le trattative sul testo entreranno nel vivo lunedì e a trattare dovrebbero essere direttamente i leader. E già si cerca di smussare gli angoli leghisti, accarezzando l'idea di inserire dei chiari riferimenti alla priorità della pace e al sostegno degli sforzi diplomatici da parte di Donald Trump per arrivare a una tregua.

emmanuel macron keir starmer vertice europeo sull ucraina foto lapresse giorgia meloni keir starmer foto lapresse

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