giuliano ferrara salvini

"LA DECADENZA DEL SENATORE SALVINI È ENTRATA NEL CULO DI SACCO DELLA CECITÀ DEMENZIALE CHE GLI DÈI PROCURANO A COLORO CHE VOGLIONO PERDERE" - GIULIANO FERRARA SMINUZZA SALVINI CHE NON SI PENTE DI NULLA, DA MORISI IN GIU', E NON RIESCE A FARE MEZZA AUTOCRITICA: "COME PUÒ UNO CHE SI PICCA DI RIVESTIRE UN RUOLO PUBBLICO E POLITICO NON CAPIRE CHE LA TRASFIGURAZIONE DRAGHIANA AVREBBE DOVUTO COMPORTARE IL COSTO DI UN RIESAME?"

giuliano ferrara

Giuliano Ferrara per "il Foglio"

 

Non si pente. Tipico atteggiamento di chi affronta con incoscienza una decadenza strategica, peggio di qualsiasi parabola declinante. Salvini non si pente di aver aizzato la Bestia contro gli avversari. Non si pente dei rapporti spuri con Putin o delle scemenze dette sull'ordine in Corea del nord. Non si pente dei rosari portachiave fornitigli dal senatore Pillon, un leghista che levati. Non si pente delle felpe law and order che hanno fatto ridere mezza Italia.

 

MATTEO SALVINI

Non si pente delle conseguenze dell'odio, che come insegna la sparatoria sui negher a Macerata, possono essere persino peggiori delle conseguenze dell'amore, per non dire del chemsex. Non si pente del Papeete, il gesto politico di un perfetto ubriaco da spiaggia. Non si pente della citofonata alla caccia dello spacciatore di quartiere, che gli è costata una delle sue più brucianti sconfitte a Bologna. Non si pente del suo cerchio magico, fatto di personalità pochissimo raccomandabili. Non si pente del bastaeuro.

 

Non si pente del novaxismo allucinato dei suoi, amplificato dalle sue dichiarazioni per fortuna comune ineffettuali. Non si pente di aver suggerito che la Cdu- Csu avrebbe dovuto allearsi con i mezzi nazi dell'afd, sai che successone sarebbe stato. Non si pente degli eccessi banalmente cinici nella difesa dei torturatori di un tossico di strada e del personale aguzzino di un carcere meridionale. Non si pente delle circolari per tenere prigionieri i naufraghi sui barconi della Guardia costiera o delle ong. Non si pente del suo ridicolo, goffo trumpismo della bassa.

 

giuliano ferrara

Non si pente della Nutella, della pizza & fichi, dell'uso sconsiderato del suo ruolo di babbo, dei braccialetti e dei torsi nudi, tutte manifestazioni di conformismo travestito da scorrettezza politica. Che non si penta dell'amicizia sordida con Luca Morisi è il meno, le fragilità esistenziali sono sacre, è forse il suo atto più comprensibile, ma il resto?

 

Come può uno che si picca di rivestire un ruolo pubblico e politico eminente non capire che la Trasfigurazione draghiana avrebbe dovuto comportare il costo di un riesame? La decadenza del senatore Salvini è entrata nel culo di sacco della cecità demenziale che gli dèi procurano a coloro che vogliono perdere.

 

MATTEO SALVINI CONTRO LA DROGA

Aveva portato voti e chiasso di successo a un sistema di potere e di governo radicato nell'italia più ricca e potente. Faceva il garibaldino all'incontrario con il titolo di Capitano, spadroneggiava nel centrodestra, cercando sistematicamente l'umiliazione degli alleati, aveva trasformato in nemici tutti coloro che gli sbarravano il passo ai quali attribuiva la corrosione di una critica ingiusta.

 

giuliano ferrara foto di bacco (2)

Aveva invaso quella fogna a cielo chiuso che sono le tv, prima di tutto la Rai ma non solo, determinando uno stile politico fatto di volgarità e di consapevole culto dell'ignoranza, a parte la decisione di portare gli occhiali da combattimento. Si era scatenato contro i radical chic, i ricchi e viziati signori della sinistra da abbattere. Giocava scopertamente il ruolo del bullo delle periferie, menava le parole come un qualunque guappo mena le mani. E ha ritenuto che tutto questo, in successione e in simultanea, fosse compatibile con la partecipazione a un governo di emergenza nazionale presieduto da un tipo tosto e deciso come Mario Draghi, sollecitato e tutelato da Mattarella e dall'Europa intera.

 

Pensava di potere condurre la danza a suo piacimento, e il bello è che a tratti sembrava perfino riuscirci per insipienza degli avversari, sempre con quell'effimero megafono che se ne fotteva delle fragilità esistenziali altrui. Ora ce l'hanno con Giorgetti che è sleale, con i governatori che non lo seguono nelle sue mattane sempre più estreme, dopate, con la rete dei piccoli e medi imprenditori che secoli di bossismo avevano saldamente ancorato, giù dalle valli verso quel fenomeno popolare nordista che era la Lega, a un'idea di Italia assurda ma che funzionava.

 

matteo salvini e luca morisi 4

Gli atti di pentimento e di contrizione servono appena a chi li compie, e spesso, non sempre, sono encomiabili condizioni di coscienza. Ma il riesame di una politica e di una immagine, anche a prescindere dalla comica, grottesca serie di incidenti che ha innescato la decadenza strategica di un leader capace di ballare una sola estate, è uno di quei requisiti della buona politica che solo un cattivo politico non conosce e non vuole riconoscere.

matteo salvini e luca morisi 3

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...