GLI SFIZI DEI POVERI CIELLINI - DACCÒ AVEVA UNA SOCIETÀ, NATURALMENTE OFF-SHORE, DEDICATA A FINANZIARE GLI SFIZI DEL MEDIATORE E DEI SUOI AMICI CIELLINI VOTATI ALLA POVERTÀ (SIMONE E FORMINCHIONI IN PRIMIS): BARCHE E CARAIBI - MAUGERI: LE CONSULENZE VENIVANO AFFIDATE A DACCÒ PER LE SUE CONOSCENZE IN REGIONE - NEL 2007 LA REGIONE VARÒ UNA LEGGE CHE FINANZIAVA LE STRUTTURE PRIVATE RIBATTEZZATA DAI BEN INFORMATI “LEGGE DACCÒ”…

Paolo Colonnello per "la Stampa"

A guardare tra le carte dell'inchiesta sui fondi neri della Fondazione Maugeri, si scopre che Pierangelo Daccò, il mediatore che insieme al ciellino Antonio Simone avrebbe contribuito a far svanire oltre 70 milioni di euro dalle casse delle cliniche private di Pavia, aveva una società dedicata esclusivamente «alla liquidità» personale. Si tratta della Alvinster Corporation, conto presso la Banif del Portogallo, che in pochi anni, rivela il fiduciario svizzero Giancarlo Grenci, avrebbe fatto «girare» in tutto tra i 7 e gli 8 milioni di euro.

A cosa sono serviti questi soldi? In parte, risponde Grenci, per pagare la barca Ferretti 33 e la barca Ad Majora (su cui venne fotografato anche Roberto Formigoni), e in parte, buona parte, per pagare gli sfizi del «mediatore».

«Sfizi» costosissimi: dal vino, ai viaggi esotici in compagnia del Presidente della Regione Lombardia. E poi la nautica, una vera mania per il duo ciellino Simone e Daccò, visto che il loro fiduciario parla dell'acquisto di 6 imbarcazioni in 8 anni: 4 per Daccò (ne possiede una per il Tirreno e una per l'Adriatico) e due per Simone. Insomma, dal voto di povertà dei Memores Domini, il gruppo di elite di Cielle di cui fa parte anche il Governatore e da cui hanno mosso i loro passi nei lontani anni '70 Simone e Daccò, sembra sia rimasto ben poco.

Dunque, si ritorna alla domanda chiave dell'inchiesta: a che titolo la Fondazione Maugeri, ha pagato in pochi anni la vertiginosa cifra di oltre 70 milioni di euro? Non certo per le consulenze scientifiche, come recitavano le false fatture emesse dalle società off shore di Daccò. Ma, come ha ribadito ieri il presidente della Fondazione ora agli arresti domiciliari, Umberto Maugeri, interrogato dal gip Vincenzo Tutinelli, le consulenze venivano affidate a Pierangelo Daccò per le sue conoscenze in Regione.

E non è difficile immaginare con chi: «...Nei locali "à la page" della Costa Smeralda era possibilissimo ammirare il nostro Governatore seguire come un cagnolino al guinzaglio Daccò...», scrive Carla Vites, moglie di Antonio Simone, in una lettera pubblicata ieri dal Corriere.

Un rapporto talmente stretto che, come documentato anche dall'Espresso di ieri, non c'erano solo i locali e le imbarcazioni di lusso della Costa Smeralda ma anche feste di Capodanno ai Caraibi, nelle Antille. Vacanze da favola che stranamente Formigoni non ricorda ma che pure sembrano confermate dall'acquisto dei biglietti aerei a suo nome. Il resort, sostiene l'Espresso, dove Formigoni «in compagnia» avrebbe passato le vacanze nelle Antille, è ad Anguilla e viene considerato uno dei più costosi del mondo.

Ha pagato la sua parte il Governatore? In attesa che controlli la sua agenda, la carta di credito di Daccò nel Capodanno del 2009, ad esempio, proprio ad Anguilla salda dall'albergo, al ristorante, al noleggio auto, al volo interno. Tra le tante, c'è perfino la ricevuta di un conto da 15 mila euro pagato da Daccò al ristorante Lo Squero di Rimini, al termine di uno dei meeting di Comunione e Liberazione il 29 agosto del 2009: ospite d'onore Formigoni, insieme ad altri 90 commensali: 170 euro a testa per una cena in comunione. Reati? Per il momento, zero.

Anche se ieri, oltre a Maugeri, questa volta in gran segreto i magistrati hanno ricominciato ad interrogare l'ex direttore amministrativo della Fondazione, Passerino, l'uomo che da subito ha spiegato come la vera natura dei pagamenti milionari a Daccò fosse dovuta alle sue entrature in Regione: «anche politiche», avrebbe aggiunto ieri.

Di fatto, una delle «consulenze» più ricche contestate nell'ordine di cattura a Daccò - ben due milioni e 950 mila euro - riguarda «l'analisi, impostazione e conclusione di un atto di transazione della causa contro la Regione Lombardia» per «un programma di aumento della normativa di equiparazione degli enti privati nell'assistenza sanitaria». E' il 2007 e proprio in quell'anno la Regione varò una legge che finanziava le strutture private ribattezzata dai ben informati «Legge Daccò».

 

formigoni FORMIGONI formigoni_e antonio simonesalvatore maugeri CARLA VITES MOGLIE DI ANTONIO SIMONE EX ASSESSORE ALLA SANITA' LOMBARDApirelloneANTONIO SIMONE EX ASSESSORE REGIONALE LOMBARDO ALLA SANITA Maugeri

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO