FORMIGONI, VIAGGI E BIGLIETTONI – LA PROCURA DI MILANO CONTESTA UNA NUOVA CORRUZIONE ALL’EX GOVERNATORE LOMBARDO – DOPO DACCÒ, IL SUO “FINANZIATORE” SAREBBE STATO GUARISCHI: DA LUI 447MILA EURO IN CONTANTI, VACANZE IN SUDAFRICA E CROAZIA, AEREI PRIVATI E UN OROLOGIO DI BULGARI

Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera

 

MASSIMO GIANLUCA GUARISCHIMASSIMO GIANLUCA GUARISCHI

Contanti stimati in 447.000 euro, un orologio Bulgari, viaggi in Sudafrica e Croazia, il noleggio di un aereo privato per la Sardegna e l’affitto di due elicotteri per Sankt Moritz e la Valtellina: quando non poteva più contare su Pierangelo Daccò (causa l’inchiesta su questo mediatore dei fondi stanziati dagli ospedali San Raffaele e Maugeri per assicurarsi favorevoli delibere del Pirellone), l’allora presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni avrebbe iniziato a ricorrere ad un munifico finanziatore di riserva, Massimo Gianluca Guarischi, ex consigliere regionale di Forza Italia diventato intermediario della Hermex Italia srl, impresa distributrice esclusiva dell’acceleratore lineare diagnostico «Vero». 


È quanto la Procura di Milano contesta al senatore Ncd e presidente della commissione Agricoltura nell’«avviso di conclusione» d’indagine su un’ipotizzata corruzione ulteriore rispetto a quella per la quale Formigoni è già a processo: indagine che incrimina per abuso d’ufficio, con l’ex direttore generale della Sanità lombarda Carlo Lucchina, anche l’ex sottosegretario alla Presidenza regionale, Paolo Alli, oggi deputato e tesoriere nazionale del Nuovo centrodestra, e vicepresidente dell’Assemblea parlamentare della Nato. 

DACCO' - FORMIGONIDACCO' - FORMIGONI


Per Formigoni è lo sviluppo di quanto affiorava già nella sentenza che nel novembre 2014 aveva condannato in primo grado Guarischi a 5 anni per corruzione, mentre Giuseppe Lo Presti nel giugno 2013 aveva patteggiato 2 anni e 10 mesi. Ora i pm Gittardi-D’Alessio-Fusco elencano a Formigoni le «utilità ricevute da Guarischi, che operava come intermediario nei rapporti corruttivi con Lo Presti». 


Dopo aver «accettato la promessa di 900.000 euro», Formigoni per i pm «poi ne riceveva» 447.000 in contanti che Guarischi nell’estate 2012 aveva da Hermex grazie a sovrafatturazioni. C’è poi «un orologio Bulgari in acciaio da 3.500 euro acquistato nel dicembre 2010 da Lo Presti in via Montenapoleone su indicazione di Guarischi e consegnato a Guarischi per la successiva dazione» a Formigoni.

 

Quindi le «spese da parte di Guarischi in favore di Formigoni per viaggi e soggiorni turistici all’estero»: come quello in Sudafrica dal 27 dicembre 2011 al 4 gennaio 2012, valore di 55.000 euro di cui «Guarischi sosteneva quota parte riferibile a Formigoni per circa 7.000 euro»; o quello in Croazia (con noleggio di imbarcazioni) dal 23 al 30 giugno 2012 e dal 28 agosto all’8 settembre 2012, «da 11.900 e 17.900 euro». 

GIANLUCA MASSIMO GUARISCHIGIANLUCA MASSIMO GUARISCHI


Guarischi paga il noleggio a giugno 2010 di un aereo per Olbia (11.880 euro), nel marzo 2011 di un elicottero in Valtellina (8.000 euro) e di uno per Sankt Moritz nel dicembre 2011 (6.000 euro). 


In cambio di cosa? Di niente, aveva sempre affermato Formigoni, smentendo di aver mai ricevuto contanti, e sui viaggi distinguendo i suoi rapporti amicali con Guarischi da qualunque possibile riflesso istituzionale e imprenditoriale. Ma Lucchina testimonia di aver dovuto incontrare (in modo del tutto anomalo rispetto alle consuetudini) l’imprenditore Lo Presti perché fu Formigoni «ad attivarsi tramite la propria segreteria facendo fissare l’incontro», al quale ne seguì «un altro diretto a ottenere il finanziamento per l’acquisto del macchinario all’ospedale di Cremona».

 

GUARISCHIGUARISCHI

Con «gli specifici apporti di Lucchina, di Guarischi e dell’allora assessore regionale alla Sanità Luciano Bresciani», Formigoni avrebbe «influito su contenuto e tempi degli atti discrezionali assunti dalla Giunta il 22 dicembre 2011 e il 9 maggio 2012» per «stanziare all’ospedale di Cremona e all’Istituto dei Tumori di Milano 8 milioni ciascuno necessari perché gli ospedali acquistassero il macchinario».

 

Su Cremona, oltre alla «procedura negoziata senza bando di gara e con invito alla sola Hermex», la Regione «omise una preventiva istruttoria e valutazione tecnico-economica sulla congruità del costo dell’apparecchiatura, determinato in 8,3 milioni» quando nel giugno 2010 era stata data all’ospedale di Como una valutazione inferiore di ben 2,6 milioni. 

DON MAURIZIO INZOLI E FORMIGONIDON MAURIZIO INZOLI E FORMIGONI


Su Milano, invece, Lucchina e Alli sono accusati di abuso d’ufficio per aver «fatto convocare nell’ufficio di Alli l’1 marzo 2013, su richiesta di Guarischi attivato a sua volta da Lo Presti, il direttore generale dell’Istituto dei Tumori, Gerolamo Corno, chiedendogli ragione del mancato utilizzo del finanziamento e esercitando pressioni al fine di far avviare da Corno la procedura dell’acquisto del macchinario». 
 

Roberto Formigoni Roberto Formigoni Roberto Formigoni Roberto Formigoni

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?