renato brunetta giancarlo giorgetti

CHI COMANDERÀ NEL NUOVO GOVERNO? – A GUARDARE LE FOTO DI IERI AL SENATO È LAMPANTE L’INTESA TRA DRAGHI E GIORGETTI, CHE SEDEVA ALLA DESTRA DI "MARIOPIO" E SI MUOVEVA DA VICE DI FATTO. I DUE HANNO GIOCATO CON IL TELEFONINO E HANNO LETTO SORRIDENDO UN ARTICOLO DI DAGOSPIA – BRUNETTA SEDUCE I CINQUE STELLE: “CONOSCO I PROBLEMI DELLA BUROCRAZIA E SO COME RISOLVERLI”. E UNA GRILLINA NON SI TRATTIENE: “LA SUA RIFORMA DELLA PA È STATA STUPENDA…”

 

1 – FLASH! – TUTTI LEGGONO DAGOSPIA! AL SENATO UN SORRIDENTE GIANCARLO GIORGETTI MOSTRA A MARIO DRAGHI UN ARTICOLO TRATTO DA QUESTO DISGRAZIATO SITO

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/flash-ndash-tutti-leggono-dagospia-ieri-senato-sorridente-261548.htm

 

2 – C'ERAVAMO TANTO ODIATI: GIORGETTI OMBRA DI MARIO, BRUNETTA SEDUCE I GRILLINI

Mario Ajello per "il Messaggero"

 

GIANCARLO GIORGETTI E MARIO DRAGHI LEGGONO DAGOSPIA

Cravatta verde, spilletta di Alberto da Giussano, ma il cuore padanista di Giorgetti batte fortemente, pragmaticamente, per Draghi. Si muove da suo vice. Gli siede affianco nel discorso del premier in aula al Senato il numero due della Lega, quando Draghi demolisce il sovranismo. Insieme, addirittura, giocano con il telefonino. Che tandem.

 

giancarlo giorgetti mario draghi stefano patuanelli

E del resto non s' era quasi mai visto nella storia repubblicana che, accanto al premier nel giorno dell'investitura, non ci fossero il ministro degli Esteri e quello dell'Interno. Stavolta invece Giorgetti, titolare del Mise, alla destra di Draghi, e alla sinistra il grillino Patuanelli (dimagritissimo, prodigi della crisi di governo) e sembra quasi una riedizione del governo gialloverde.

 

mario draghi e giancarlo giorgetti in senato

Anche se Draghi non è Conte e fa capire in tutti i modi (soprattutto dicendo che il potere non serve per durare ma per fare) di non volergli somigliare affatto. Questa è appunto la giornata delle stranezze. Una in particolare: i perfetti sconosciuti che diventano stranissimi partner.

 

renato brunetta giancarlo giorgetti

E al netto del fatto che ogni partito applaude la parte del discorso di Draghi che gli piace e che i ringraziamenti di Draghi a Conte suscitano un lungo buuu da parte della destra mentre Pd e M5S scattano nel battimani, ci si sforza obtorto collo a volersi bene. Il ministro Guerini fende il Transatlantico con passo marziale e dice: «Vanno superate le vecchie divisioni e i vecchi schemi, cerchiamo di capirci e di procedere insieme sennò non facciamo un buon servizio al Paese». E ha ragione il titolare della Difesa. Ma è una parola.

mario draghi luigi di maio 1

 

LA VISIONE DI EMMA

Però tutti insieme alla fine del discorso del premier (lo vivono come un commissario della politica, e per ora devono abbozzare ma poi chissà) si uniscono in una standing ovation piuttosto moscia.

 

EMMA BONINO - VOTO DI FIDUCIA A MARIO DRAGHI

Emma Bonino, alle nove del mattino già operativa a Palazzo Madama, l'aveva previsto: «Questi fino all'altro giorno, e parlo del Pd e di M5S, erano per il Conte Ter. Ora gli tocca sorbirsi il governo Draghi, ed è gustoso vederli sdraiati poco volenterosamente, ma l'importante è non darlo troppo a vedere, davanti a lui».

 

RENATO BRUNETTA

Tra ex nemicissimi ci si sforza di farsi vicendevolmente accettare. In un angolo del Transatlantico si svolge questa scenetta. Brunetta, neo-ministro della Pubblica Amministrazione, viene fermato da un gruppo di grillini guidati dalla senatrice Maria Laura Mantovani della commissione affari costituzionali. Loro a lui: «Ministro Brunetta, non la stimiamo». Risposta: «Non vedo l'ora di lavorare con voi. Chiamatemi quando volete». «Ma non abbiamo il suo numero di telefono». «Eccolo».

 

MATTEO SALVINI IN SENATO APPLAUDE DRAGHI

E il forzista Brunetta comincia a distribuire il suo biglietto da visita, dicendo: «Lo so, sembro il prete che dà l'ostia, ma vabbé. L'importante è trovare una buona sintonia sulle cose da fare. Io non sarà Superman né Nembo Kid ma sono un professore di lungo corso che conosce i problemi della nostra burocrazia e sa come risolverli». Una grillina non si trattiene: «La sua riforma della PA è stata stupenda...».

 

NICOLA ZINGARETTI ANDREA MARCUCCI

Siamo al se son rose fioriranno. Ma non sarà facile la fioritura. Si sparge la notizia che, nella svolta moderata di Salvini, nel draghismo dell'ex Truce, nella Lega folgorata sulla via del Signore (inteso come SuperMario) ci abbia messo lo zampino il cardinal Ruini, che domani compie 90 anni e resta un politico sopraffino, convincendo Salvini a farsi europeisti e a rendersi in questa maniera potabile come possibile premier dopo Draghi.

 

luigi zanda

E i grillini che stanno bevendo un caffè alla buvette quasi si strozzano per la rabbia: «Ma Ruini è un reazionario! No il governo che bacia la pantofola del cardinal Ruini non è il nostro governo»!». Invece lo è, perché poche ore dopo lo voteranno. Quanti mal di pancia. Nel Pd si vive malissimo - ecco l'unica cosa con cui sono d'accordo con Renzi che dice: «E' una cavolata!», anche se l'ha fatta il suo amico Marcucci capogruppo dem - la creazione dell'Intergruppo, cioè una sorta di sub-governo, tra Pd, M5S e Leu, in cui alcuni vedono in luce il partito di Conte e altri vedono come un pasticcio.

 

mario draghi al senato

Luigi Zanda, davanti a una finestra di Palazzo Madama che gli serve a prendere aria e da cui spera arrivi il soffio della saggezza per i suoi colleghi, osserva: «Sono irritato, perché non sono stato avvertito della nascita dell'Intergruppo tra noi e i 5 stelle. Il coordinamento parlamentare tra i gruppi deve essere tra tutti quelli che sostengono il governo. Sennò, si generano divisioni e problemi a non finire. Se anche Forza Italia e la Lega fanno il loro Intergruppo, abbiamo raggiunto proprio un bel risultato!».

 

C'è chi dice che neanche Zingaretti fosse stato avvertito che Marcucci - il meno grillo-dem di tutti - aveva creato questo organismo. Il che la dice tutta sulla condizione confusionale del Pd. Ma ecco Renzi in Transatlantico. Gode. Gongola. «La vedete la mia faccia?». Si abbassa la mascherina ed esplode in un sorriso.

il senato riunito per la fiducia a mario draghi

 

«Ecco che cosa penso del discorso di Draghi e del governo Draghi. Ora facciamolo lavorare sui vaccini, sul Recovery e su tutto il resto e noi pensiamo a rifondare il sistema dei partiti in chiave europea. Con un centro liberale, alla Macron, alla Vestager, alla Charles Michel, in cui ci sarà anche Italia Viva». Con Forza Italia? «Boh, con Berlusconi non si sa mai».

 

TERAPIA DEL DOLORE

La centrista Binetti ha appena raccontato ad alcuni colleghi di come la Commissione sanità del Senato, di cui fa parte, si sia appena occupata della terapia del dolore e a sorpresa l'argomenti suscita grande interesse davanti alla buvette: «Come si supera il dolore di dovere, e perfino di volere, votare un governo che vuole divorare i partiti senza neppure sputare le ossa e scrivere un messaggio di cordoglio ai parenti dei cari estinti?».

giancarlo giorgetti

 

Che esagerazione. Ma un po' il mood di molti questo è. L'entusiasmo del nuovo inizio a nodo suo, che è sobrio, lo vive Draghi: gli altri, no. Anche se lo stellato Patuanelli ce la mette tutta: «Io con certi leghisti ho sempre lavorato bene». E Romeo, capogruppo del Carroccio, infonde coraggio ai suoi: «Poteva andare peggio».

 

Ossia con un governo Ursula. Quello che il Pd sognava (senza Lega) e Orlando che ora siede tra i neo-ministri (lui è al Lavoro) diceva meno di un mese fa: «Io in un governo con Salvini? Neanche se venisse Superman!». SuperMario non è Clark Kent, ma Orlando e gli altri sono con Giorgetti e gli altri. E per ora non sembrano viversela alla grande.

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO