matteo salvini giorgia meloni silvio berlusconi

SI FA PRESTO A DIRE LEADER – SALVINI TWITTA: “IL PROSSIMO PREMIER? FINALMENTE LO SCEGLIERANNO GLI ITALIANI: CHI PRENDERÀ UN VOTO IN PIÙ AVRÀ L’ONORE E L’ONERE DI INDICARE IL NOME” – TUTTO CHIARITO? NEANCHE PER SOGNO – I BERLUSCONIANI NON CI STANNO A CONCEDERE PALAZZO CHIGI ALLA MELONI: “PERCHÉ DOVREMMO REGALARE AL PD LA POSSIBILITÀ DI FARE CAMPAGNA ELETTORALE CONTRO LA "FASCISTA" MELONI?” – E UN DEPUTATO DELLA LEGA CI METTE IL CARICO: “SPETTERÀ A CHI PRENDE PIÙ VOTI INDICARE IL NOME O UNA ROSA DI NOMI” – IL RAGIONAMENTO CHE CIRCOLA NEL CENTRODESTRA: “SIAMO SICURI CHE IL NOME DI GIORGIA NON PROVOCHEREBBE UNA REAZIONE NEGATIVA DI MERCATI, POTERI FORTI, CANCELLERIE STRANIERE?” – IL NODO DEI COLLEGI UNINOMINALI

Dall’account twitter di Matteo Salvini

Il prossimo premier? Finalmente lo sceglieranno gli Italiani: chi prenderà un voto in più avrà l’onore e l’onere di indicare il nome.

BERLUSCONI SALVINI MELONI BY BENNY

 

PROVE DI DISGELO CON SILVIO MA LO SCOGLIO SARÀ SALVINI SUL TAVOLO LISTE E LEADERSHIP

Alessandro Di Matteo per “la Stampa”

 

Il vertice vero e proprio si farà la prossima settimana, in una sede "istituzionale", perché così ha chiesto Fdi, e ovviamente ci sarà anche Matteo Salvini, ma intanto Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni riallacciano un dialogo personale, dopo i mesi complicati seguiti alla rielezione di Sergio Mattarella. Un pranzo solo loro due, a villa Grande, la residenza romana del Cavaliere, per quello che in Fi chiamano il «disgelo» sul piano personale, pre-politico.

 

salvini meloni tesei berlusconi

Premessa necessaria per poi affrontare al vertice con Salvini le questioni delicate da definire prima della corsa elettorale, a cominciare dal tema del candidato - o, in questo caso, della candidata - premier. Su questo Fdi scalpita, teme un "cordone sanitario" da parte di Fi e Lega, fiuta le mille perplessità che tra gli alleati circolano su Giorgia Meloni, nettamente in testa nei sondaggi con il suo partito. Anche ieri Antonio Tajani sul punto ha glissato: «Per ora è importante rafforzare la coalizione, avere un progetto per gli italiani, poi si vedranno quali saranno le regole. Prima bisogna vincere. Poi chi alzerà la coppa, si vedrà».

MUSUMECI SALVINI MELONI BERLUSCONI

 

Il problema è che «le regole» in teoria ci sono da tempo nel centrodestra, e prevedono che sia il partito della coalizione che prende più voti ad esprimere il presidente del Consiglio.

Francesco Lollobrigida, capogruppo Fdi, ci tiene a ricordarlo: «L'incontro tra Giorgia e Berlusconi è stato molto cordiale, ribadisce grande rispetto che lei ha nei confronti del centrodestra. Ma c'è anche l'auspicio che questo rispetto sia reciproco» Tradotto, «Non c'è motivo di cambiare regole: chi prende più voti indica il premier. Una regola che Fdi ha condiviso sempre, anche quando eravamo al 5%».

 

Su questo punto Meloni incassa la presa di posizione di Salvini, che in un tweet ribadisce la "regola" invocata da Fdi: «Il prossimo premier? Finalmente lo sceglieranno gli Italiani: chi prenderà un voto in più avrà l'onore e l'onere di indicare il nome».

 

salvini meloni e berlusconi in conferenza stampa

Ma le cose sono più complicate, come spiega un parlamentare berlusconiano: «Del candidato premier parleremo più in là, adesso concentriamoci sulla costruzione della coalizione. Perché dovremmo regalare al Pd la possibilità di fare campagna elettorale contro la "fascista" Meloni? È chiaro che loro useranno questi argomenti». Insomma, è il ragionamento, meglio formalizzare dopo il voto l'eventuale candidatura di Meloni a palazzo Chigi, per evitare la strumentalizzazione della sinistra sul «fascismo».

 

berlusconi salvini meloni

Distinguo che allarmano Fdi, perché anche un deputato della Lega poi spiega che spetterà a chi prende più voti indicare «il nome O una rosa di nomi». Perché questo è un altro dei ragionamenti che circolano nel centrodestra: siamo sicuri che il nome di Giorgia non provocherebbe una reazione negativa di mercati, poteri forti, cancellerie straniere e via dicendo? Non sarebbe da valutare anche l'ipotesi che lei indichi il premier, ma pescando tra figure che possano garantire una navigazione più tranquilla al governo? Senza contare che qualcuno potrebbe declinare così la "regola": indica il premier chi prende la maggioranza dei voti della coalizione. E Lega e Fi, sommate, potrebbero prendere più di Fdi.

 

SALVINI MELONI BERLUSCONI

C'è poi il tema delle liste, tutt' altro che secondario. Un terzo dei collegi sono assegnati in collegi uninominali, cioè in collegi dove non ci sono le singole liste dei partiti ma solo le coalizioni. Questi posti vanno divisi a tavolino tra gli alleati, per distribuire equamente quelli più sicuri. Anche in questo caso si discute sul metodo: Fi e Lega propongono di assegnare un terzo dei collegi uninominali a ciascuno dei partiti principali della coalizione. Fdi non ci sta e chiede di tenere conto dei sondaggi. Dice ancora Lollobrigida: «L'ultima volta si utilizzarono tre case autorevoli di sondaggi e noi come Fdi non partecipammo nemmeno alla scelta degli istituti di rilevazione. Oggi sulla base della media dei sondaggi Fdi vale circa il 50%». Altro che 33%.

matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 18

 

Sembra sfumata, invece, l'idea di una lista unica tra Lega e Fi. In teoria potrebbe competere con Fdi per il posto di primo partito della coalizione, ma quasi sempre l'unione di due liste produce un risultato inferiore al risultato che avrebbero i simboli separati. Senza contare che una lista unica provocherebbe lo scompiglio in Fi, già provata dall'uscita dei "draghiani" Gelmini, Brunetta e Cangini: impossibile, con una sola lista, garantire abbastanza posti anche ai berlusconiani. -

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)