FUTURO E LIBERTA’ CON ANGELINO - I “DIVERSAMENTE BERLUSCONIANI” E LA LORO MISSION IMPOSSIBLE: RIUSCIRE DOVE FINI HA FALLITO

1. UGUALMENTE ITALIANO
Mattia Feltri per "La Stampa"

Angelino Alfano: diversamente falco, diversamente colomba, diversamente pennuto, diversamente segretario, diversamente ministro, diversamente democristiano, diversamente siciliano, diversamente fedele, diversamente autonomo, diversamente oltranzista, diversamente trattativista, diversamente liberale, diversamente moderato, diversamente giovane, diversamente vecchio, diversamente scilipotico, diversamente berlusconiano. Ugualmente italiano.

2. I DIVERSAMENTE BERLUSCONIANI - NUOVA FRONTIERA DI ANGELINO & C.

Francesco Merlo per "La Repubblica"
Alfano "diversamente berlusconiano" sembra il Sordi dell'otto settembre: «Inaudito. L'alleato è passato al nemico». Di sicuro nessuno ha il linguaggio degli Scilipoti e dei Di Gregorio, ma tutti hanno quello della sofferenza vera. Certo, il «siamo e restiamo berlu- sco-nia-ni» ci fa sorridere perché è un paradossale rimprovero a Berlusconi di non essere più berlusconiano, con l'idea pasticciona e comica che il vero Berlusconi sono loro.

E tuttavia il loro lessico non è da traditori ma da traditi e da umiliati. Cicchitto, per esempio, che è stato il primo a tirare fuori la testa dalla trincea, si sente ferito, non solo nella sua intelligenza e nella sua storia, ma anche nella sua qualità di consigliori: «Una decisione così importante non si può prendere senza discuterne con il gruppo dirigente», cioè con lui.

E si capisce che Cicchitto, come dice, resterà con Berlusconi, o per lo meno con il Berlusconi a immagine e somiglianza di Cicchitto, il quale a sua volta pare diventato improvvisamente Habermas e dunque non più fedele a quell'altro Berlusconi al quale giura di restare fedele (e scusate il pasticcio che, davvero, non è mio): «Berlusconi avrebbe bisogno di un partito serio, radicato sul territorio, democratico nella sua vita interna, un partito di massa, dei moderati, dei garantisti, dei riformisti e non un partito di alcuni estremisti di destra dall'inaccettabile tonalità anche nel confronto con gli avversari politici».

E va sempre bene buttarla in dottrina crociana, ma prima ancora che politica qui la disfatta è esistenziale: è Cicchitto in carne e sangue che non vuole essere trattato «come delle semplici pedine da manovrare, in modo per di più disordinato, ad opera di pochi dirigenti del partito».

E però la frase che entrerà nella storia politica è «sarò diversamente berlusconiano» che è un capolavoro di "angelina" fedeltà e di "diavolino" tradimento, ed è la prima volta che Alfano mostra il quid, che è l'orgoglio ferito dell'ortodosso.

I diversamente abili sono, nel linguaggio del politicamente corretto, gli handicappati, e infatti così si sente Alfano: un berlusconiano azzoppato. E conoscendo Alfano, che è stato sempre il più servizievole, in quel "diversamente" non c'è il voltafaccia su cui la macchina del fango sta già lavorando, ma c'è la morte di una identità. Più che un eufemismo dunque è un ultimo respiro sotto forma di ruggito, anche perché Alfano non è Martelli di fronte a Craxi, ma è il soldato ridotto a carne da macello dal suo generale, è il carabiniere abbandonato dal re.

La cosa che sorprende anche noi è che tutte queste dichiarazioni non hanno il frastuono del fuggi fuggi, non c'è il panico dentro il teatro che dove ciascuno cerca l'uscita ma nessuno la trova, e tutti si calpestano. C'è invece la rivolta del loggione che alla Scala è occupato dai fedelissimi e dai veri intenditori e persino dai generosi come è, secondo noi, Beatrice Lorenzin che non è mai stata in discoteca, non è mai stata una pin up in tacchi a spillo, ma è una maschiaccia di periferia che ci ha creduto per davvero e che ora dice, povera figlia, «tentano di distruggere tutto quello che Berlusconi ha costruito e rappresentato».

Ecco: quando i loggionisti non applaudono più a comando ma mugugnano e persino fischiano, significa che il bluff è svelato: «Fi non può essere un movimento estremista in mano a degli estremisti. Vogliamo stare con Berlusconi ma non con i suoi cattivi consiglieri » dice infatti il ministro Lupi che è stato un capo claque, un superloggionista.

Ma anche lui come Cicchitto scopre, solo adesso, di avere assecondato un'illusione cocente, e ancora non capisce che opporre Berlusconi a Berlusconi è uno stilema che la storia ha già consumato con sdoppiamenti ben più importanti e con ben altra forza tragica: il Napoleone dell'Elba, il Mussolini del 25 luglio, e lo Stalin del «resto irri-du-ci-bil-men-te comunista» che era il refrain dei profughi della cortina di ferro, quelli di "Ho scelto la libertà".

E l'idea di purificare il Berlusconi di oggi innaffiandolo con il Berlusconi d'antan, la certezza di epurare un giorno chi li epura oggi sembra satira: riprenderanno il loro cammino e Berlusconi rinascerà dalle proprie ceneri.

E infatti Beatrice Lorenzin come gli altri «accetta senza indugi la richiesta di dimissioni da ministro» ma non si riconosce «in una destra radicale che mette fuori i moderati senza alcuna riflessione culturale segnandoli come traditori». Sono parole pesate, dove le dimissioni non sono certo uno sfregio ad Enrico Letta, ma il modo più efficace per togliere argomenti ai falchi che li stanno già linciando, in una gara a chi scaglia la pietra più grossa contro gli adulteri. E sul sito di Libero e sul Giornale sono «attaccati alla cadrega» che è un misto di cattedra e bottega, visibilità e guadagno.

E ovviamente «traditori» e «comunisti». E la Lorenzin viene accusata di seguire il marito comunista perché, notoriamente disinformati, i fanatici la confondono con la De Girolamo che ha anche il peccato originale di essere sposata con Francesco Boccia, comunista. E Quagliarello diventa Quagliarella e Quaquaraquà perché ha detto che «piuttosto che far parte di una specie di Lotta Continua di destra preferisco occuparmi del club Napoli della Salaria» che è la frase più sferzante contro la presunzione dei nuovi mostri, senza l'ipocrita venerazione come premessa e anche il biasimo è divertito, l'intelligenza critica è persino scanzonata, a un passo dalla verità.

E mentre Cicchitto viene malmenato da Galan, «ogni volta che parlava ci faceva perdere voti», la Carfagna vince la gara dei servi zelanti: è stata la prima a metterli tutti «fuori dal partito». È il linguaggio della canea, la solita gogna, hanno tutti il fangolino in bocca e lo sputo in canna. Parte la macchina del fango su ordine di Berlusconi (quale?) che di buon mattino, essendo, come ricorda la Gelmini, «ancora e sempre il punto di riferimento dei moderati» aveva affidato la sua minaccia a tutti quelli che gli facevano gli auguri: «Si ricordino la fine di Fini».

 

BERLUSCONI VERDINI ALFANO INAUGURAZIONE SEDE FORZA ITALIA FOTO LAPRESS ANGELINO ALFANO alfano berlusconi alfano lupismorfia cicchitto rinalduzzi foto mezzelani gmt Franceschini, Quagliariello e Lettalorenzin NICOLA DE GIROLAMO

Ultimi Dagoreport

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

marina paolo berlusconi antonio tajani ursula von der leyen antonio angelucci

DAGOREPORT – GETTATA DALLO SCIROCCATO TRUMP NEL CESTINO DELL'IRRILEVANZA, MELONI ARRANCA IMPOTENTE, E SI SPACCA PURE LA FAMIGLIA BERLUSCONI: ALL’EUROPEISTA MARINA SI CONTRAPPONE IL TRUMPIANO ZIO PAOLO (TRA I DUE C’È STATO UN BOTTA E RISPOSTA TELEFONICO CON CAZZIATONE DELLA NIPOTINA: MA TU, CHI RAPPRESENTI?) – UNICO MINISTRO DEGLI ESTERI EUROPEO AD ESSERE IGNORATO DAL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO MARCO RUBIO, TAJANI E' IMPOTENTE DAVANTI ALLE SBANDATE ANTI-UE DI SALVINI (IN COMPAGNIA DI MARINE LE PEN) E AL CAMALEONTISMO-BOOMERANG DELLA ''GIORGIA DEI DUE MONDI", FINITA "ESPULSA'' DALL'ASSE MACRON-MERZ-TUSK – E QUANDO RICICCIA LA QUESTIONE DEL MES (L'ITALIA E' L'UNICO DEI 27 PAESI EU CHE NON L'HA RATIFICATO), SI APRE UNA NUOVA CREPA TRA FORZA ITALIA E LEGA – L’ASSALTO DI “LIBERO” E “TEMPO” A URSULA VON DER LEYEN (IL MELONIZZATO ANGELUCCI È TORNATO SALVINIANO?) - UNICA SODDISFAZIONE: FINCHE' L'ALTERNATIVA SI CHIAMA ELLY SCHLEIN, GIUSEPPE CONTE E FRATOIANNI-BONELLI, IL GOVERNO DUCIONI CAMPA TRANQUILLO...

donald trump - mohammed bin salman - netanyahu al jolani

DAGOREPORT - QATAR-A-LAGO! A GUIDARE LE SCELTE DI DONALD TRUMP, SONO SOLTANTO GLI AFFARI: CON IL TOUR TRA I PAESI DEL GOLFO PERSICO, IL TYCOON SFANCULA NETANYAHU E SI FA "COMPRARE" DA BIN SALMAN E AL-THANI – LA FINE DELLE SANZIONI ALLA SIRIA, LE TRATTATIVE DIRETTE CON HAMAS PER LA LIBERAZIONE DELL'OSTAGGIO ISRAELIANO, IL NEGOZIATO CON L’IRAN SUL NUCLEARE E GLI AIUTI UMANITARI USA A GAZA: ECCO COSA DARA' TRUMP AGLI STATI ARABI IN “CAMBIO” DEL FIUME DI PETROLDOLLARI IN DIREZIONE WASHINGTON - IL TYCOON MANIPOLA LA REALTÀ PER OCCULTARE IL FALLIMENTO DELLA POLITICA DEI DAZI: MA SE ENTRO IL 30 GIUGNO NON SI TROVA L'ACCORDO, L’UE È PRONTA ALLA RITORSIONE – APPUNTI PER LA DUCETTA: COME DIMOSTRA L’ISRAELIANO “BIBI”, SEDOTTO E ABBANDONATO, NON ESISTONO “SPECIAL RELATIONSHIP” CON IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO MA SOLO CIO' CHE GLI CONVIENE… - CIRCONDATO DA YES MEN E MILIARDARI IN PREDA AI DELIRI DELLA KETAMINA COME MUSK, A FAR RAGIONARE TRUMP È RIMASTO SOLO IL SEGRETARIO AL TESORO, SCOTT BESSENT...

andrea delmastro emanuele pozzolo

FRATELLI D'ITALIA HA ESPULSO EMANUELE POZZOLO! - IL PARLAMENTARE GIÀ SOSPESO DAL PARTITO, IMPUTATO PER PORTO ABUSIVO DI ARMI PER LA SPARO DEL CAPODANNO 2024, HA RACCONTATO A "REPORT" LA SUA VERITA’ SULLA VICENDA (PER POI FARE DIETROFRONT: "MAI DATO INTERVISTE, MI HANNO REGISTRATO") - POZZOLO HA CONTRADDETTO LE VERSIONI DEGLI ALTRI PARTECIPANTI ALLA FESTA, SOSTENENDO CHE DELMASTRO ERA PRESENTE AL MOMENTO DELLO SPARO - DONZELLI, CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA, AVEVA CONVOCATO IL DIRETTIVO DEL PARTITO CHE HA DECRETATO ALL'UNANIMITÀ L’ESPULSIONE DI POZZOLO...

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…