renzi pd franceschini

I “NOTABILI” DEL PD PER MANCANZA DI PROVE (E DI VOTI) PROVANO A FARE IL CULO AL DUCETTO A SETTEMBRE - TUTTI CONTRO LA LINEA AUTARCHICA DEL PD IMPOSTA DA RENZI. DA PRODI A LETTA, PER PASSARE A “PREZZEMOLO” GRASSO. SEGNATEVI GLI APPUNTAMENTI PER I CONGIURATI: CAMALDOLI, ASSISI E LE FESTE DELL’UNITA’

 

Fabio Martini per La Stampa

 

ORLANDO PISAPIA PRODIORLANDO PISAPIA PRODI

Non è, per ora, una rete organizzata destinata a trasformarsi in un nuovo partito. Ma nel mese di settembre i personaggi più autorevoli del centrosinistra italiano, tutti quelli attualmente fuori della mischia, eserciteranno da diverse postazioni una sorta di "ultimo appello" a Matteo Renzi: guai a tagliare i ponti con i possibili alleati, guai alla tentazione "autarchica" del Pd.

 

Dalle località più diverse - alcune intrise di spiritualità come Camaldoli e Assisi, altre di tradizione rossa come Imola - Romano Prodi, Enrico Letta, Pietro Grasso, Laura Bodrini, Giuliano Pisapia eserciteranno un fuoco concentrico, anche perché prima di prendersi qualche giorno di vacanza il leader del Pd aveva spento ogni velleità "unitaria". L' idrante più energico utilizzato da Renzi è stato il no lapidario ad una nuova legge elettorale che contempli la possibilità di coalizione tra diversi partiti: «Un dibattito assurdo, il premio c' è già al Senato».

 

RENZI LETTARENZI LETTA

Quella della legge elettorale è l' unica cartina di tornasole per misurare la volontà dei protagonisti in campo - il Pd di Renzi, l' Mdp di Bersani e D' Alema, il Campo progressista di Pisapia - di trovare un minimo comun denominatore. Per ora Renzi non ha voluto una riforma per una ragione comprensibile dal suo punto di vista: una (eventuale) alleanza tra forze diverse presuppone un leader unitivo. Quindi non lui. Ma nelle prossime dovrà subire un piccolo "assedio".

 

matteo renzi pietro grassomatteo renzi pietro grasso

Il più distante dal ring politico resta Romano Prodi. Di nuovo ricercatissimo dai mass media, reduce da un gratificante tour promozionale del suo ultimo libro, il Professore è stato interpellato riservatamente dai principali protagonisti in campo (Renzi, Bersani, Pisapia) e tutti si sono sentiti rispondere: «Il problema non è una generica unità ma un programma comune, una coalizione che si faccia carico del governo del Paese».

 

Da alcune settimane il Professore non ha rilasciato più interviste, ma a settembre Prodi ha accettato alcuni inviti e in quelle occasioni dirà la sua: lo farà ad Assisi alla manifestazione «Il cortile di Francesco», organizzata dai Francescani e dal Pontificio Consiglio della Cultura. Tre giorni dopo, il 17, Professore sarà a Cesenatico alla Scuola delle politiche di Enrico Letta, che invece interverrà il giorno prima.

RENZI PDRENZI PD

 

Intensissimo il carnet di interventi del presidente del Senato Pietro Grasso: è stato invitato da tutti i principali attori della diaspora a sinistra: sarà alla Festa nazionale dell' Unità di Imola, alla festa nazionale di Napoli di Mdp e alla festa nazionale di Sinistra italiana, a Reggio Emilia. Certo, Grasso (a differenza della presidente della Camera Laura Boldrini) ha mantenuto un profilo istituzionale, ma nella sua ultima esternazione pubblica, ha usato parole che difficilmente saranno state gradite da Matteo Renzi: «Sulla legge elettorale si giocherà la credibilità dei partiti da qui alle elezioni». E Giuliano Pisapia, il leader "riluttante"?

 

SPERANZA PISAPIASPERANZA PISAPIA

Sarà alla festa nazionale di Mdp, a quella della Cgil di Lecce, anche se l' appuntamento più suggestivo potrebbe concretizzarsi l' ultimo giorno di settembre. Non c' è ancora un programma ma il 30 un gruppo di amici di Pisapia e di Prodi - Bruno Tabacci e Franco Monaco - hanno intenzione di riunire per una giornata di riflessione alcune personalità del mondo cattolico (laico e religioso) a Camaldoli, luogo altamente simbolico per il cattolicesimo politico italiano. E' lì che nel 1943 fu scritto il famoso Codice di Camaldoli, "magna charta" della politica economica della Prima Repubblica ed è lì che, durante la stagione dell' Ulivo, Romano Prodi riunì alcune personalità del cattolicesimo democratico.

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO