I SOLDI SONO SEMPRE L’ARMA PIÙ EFFICACE - I “PORCELLINI” EUROPEI SI SONO CONQUISTATI UN POSTO AL TAVOLO DELLE TRATTATIVE SULL’UCRAINA GRAZIE AL PRESTITO DI 90 MILIARDI DI EURO A KIEV – L’AMBASCIATORE STEFANINI: “IL PRESTITO UE CAMBIA LE CARTE IN TAVOLA. PER LA RUSSIA È GIOCOFORZA AMMETTERLO. GLI EUROBOND SONO INATTACCABILI PER VIE LEGALI. E ORA PUTIN NON POTEVA DIRE DI ‘NO’ ALLA RICHIESTA DI MACRON DI UN COLLOQUIO. È PROBABILE CHE IL CANALE PARIGI-MOSCA NON PORTI A NULLA. MA SERVIRÀ A FAR EMERGERE LE VERE INTENZIONI DELLA RUSSIA…”
Estratto dell’articolo di Stefano Stefanini per “la Stampa”
vladimir putin emmanuel macron
Bontà sua, Vladimir Putin accetta di parlare con Emmanuel Macron. Segnale di fumo, forse, ma in una fitta nebbia. A Miami sono ripresi i colloqui russo-americani sull'Ucraina. In teoria, gli americani dovrebbero convincere i russi ad accettare le proposte concordate con europei e ucraini a Berlino la settimana scorsa.
In pratica, c'è gran segreto su cosa i negoziatori si dicono. Sappiamo solo che i principali interlocutori, Steve Witkoff e Jared Kushner da parte americana, e Kirill Dmitriev, capo del fondo sovrano russo, sono uomini d'affari arruolati in diplomazia.
DONALD TRUMP ALLA CASA BIANCA MOSTRA LA SUA FOTO CON VLADIMIR PUTIN - FOTO LAPRESSE
Far partecipare gli ucraini? Non se ne parla, ha subito detto Yuri Ushakov, consigliere di Vladimir Putin per la politica estera. Quanto alle modifiche europee al piano di pace per l'Ucraina «stanno ritardando il raggiungimento di un accordo» (sempre Ushakov). […]
Su questo sfondo il Presidente francese si propone interlocutore con Putin. Fu scottato in passato. Ma spiega che gli ultimi sviluppi rendono controproducente la mancanza di un canale di comunicazioni con il Presidente russo. Ha ragione.
Ad Anchorage Donald Trump ha spazzato via l'isolamento occidentale di Putin. Da quel momento è stata l'Europa ad essere tagliata fuori dal dialogo russo-americano sull'Ucraina. Quando ha interloquito, a favore di Kiev - l'ha fatto più volte - Trump era costretto ad ascoltare, pur con non celata indifferenza.
vladimir putin emmanuel macron.
Mosca invece la ignorava in quanto giudicava gli europei ininfluenti sulla capacità dell'Ucraina di tener testa al combinato disposto di intensificata offensiva militare e pressioni politiche americane – vedi piano in 28 punti.
Dimostrando il contrario, il prestito Ue di novanta miliardi di euro, via Eurobond, cambia le carte in tavola. Gli europei vi si guadagnano il posto. Per la Russia è giocoforza ammetterlo. Gli Eurobond sono inattaccabili per vie legali. Putin non poteva dire di no alla richiesta di Macron.
Di qui a dire qualcosa di vagamente diverso dal nyet a quanto gli chiederà il Presidente francese, il passo non è lungo, è enorme. L'Eliseo assicura la massima trasparenza. Ben venga dopo i religiosi silenzi americani sul vertice di Anchorage e le trattative contrattualistiche Witkoff-Ushakoff. il canale diretto Usa-Russia è sempre esistito, e sempre accompagnato da una «informativa agli alleati». Non oggi.
Anche alla Nato le notizie sui negoziati fra Mosca e Washington sono arrivate da Bloomberg e da Axios.
vladimir putin donald trump anchorage, alaska foto lapresse
Con il colloquio Macron-Putin sarà diverso. Sapremo cosa si dicono. Il Presidente francese non "rappresenta" l'Europa o gli europei o i volenterosi. Non ne ha titolo. Ma non può discostarsi dalle posizioni comuni, dì cui peraltro la Francia è stata magna pars. Macron non può contraddire sé stesso.
E, a meno di un sorprendente ribaltamento delle posizioni russe appena ribadite nello sproloquio di fine anno, Putin non verrà incontro ai punti fondamentali del cessate il fuoco, della non cessione di territori sotto controllo ucraino, delle garanzie internazionali. [...]
Se ci sarà – non c'è certezza solo «disponibilità» – il colloquio Putin-Macron si risolverà in un nulla di fatto quanto ad avanzamento dei negoziati. Ma non sarà inutile perché corregge lo squilibrato dialogo russo-americano. Quello sì fa avanzare il negoziato, ma a senso unico di imposizione a Kiev delle richieste di Mosca.
emmanuel macron donald tusk giorgia meloni consiglio europeo
L'intero esercizio avviato diplomatico da Donald Trump ormai da dieci mesi si è regolarmente inceppato perché cerca di metter fine ad una guerra fra Russia e Ucraina senza avere al tavolo l'Ucraina. Una parte, la Russia, non vuole trattare con l'altra (l'Ucraina) se non come parte perdente in territorio e delegittimata politicamente.
Non sarà una telefonata di Emmanuel Macron a far cambiare idea a Vladimir Putin ma può servire a fargli capire che, visto che non c'è in vista capitolazione di Kiev, grazie alla tenacia ucraina e al sostegno europeo, è ora di cominciare a negoziare seriamente. Non solo con Trump-Witkoff-Kushner con i quali si trova sempre un "deal", ma anche con Volodymir Zelensky e i "porcellini" europei al tavolo.
vladimir putin emmanuel macron
vladimir putin e donald trump - meme by 50 sfumature di cattiveria
